Vigna Messieri di Cocci Grifoni: un vino del territorio tra passato e futuro

Guido Cocci Grifoni è sicuramente uno dei decani della viticoltura picena.

Già nel 1956 insieme alla moglie Diana Marchetti scelsero la campagna per il loro futuro, preferendo vivere su quelle colline che purtroppo, gradualmente, si stavano spopolando. Una decisione in controtendenza come molte altre compiute con coraggio nel corso della vita.

Nel 1963 acquistarono l’azienda agricola San Basso e iniziarono il percorso vitivinicolo di pari passo alla nascita della prima doc del territorio, il Rosso Piceno vide la luce nel 1968 e Cocci Grifoni nel 1970 ne produsse la sua prima etichetta.

Negli anni Ottanta un’altra scelta in contro tendenza, investire sul pecorino preferendolo al blend di uve bianche che aveva identificato l’areale sino ad allora e agli internazionali poi imperversarono a metà degli anni Novanta.

Affascinato da questo vitigno (al tempo) “raro”, tra il 1981 e il 1982 andò ad Arquata del Tronto, prelevò le marze e realizzò il primo campo sperimentale nell’azienda San Basso, e dopo vinificazioni sperimentali, nel 1990 uscì con la prima bottiglia del “Podere Colle Vecchio”.

Nel 2010 la prematura scomparsa e la famiglia a proseguirne la strada tracciata.

Oggi la Cocci Grifoni vanta una superficie di 100 ettari di cui il 60% coltivato a vigneto, l’8% a oliveto e il 2% a cereali, con il saldo occupato dai boschi.

 

Alcune settimane fa, in una fredda domenica, abbiamo avuto il piacere di riscaldare il palato con una verticale “in famiglia“ del Rosso Piceno Superiore Vigna Messieri. Di seguito, alcune note e appunti di degustazione.

Il Vigna Messieri, etichetta “storica” dell’azienda, è il Rosso Piceno Superiore ottenuto dal vigneto di Contrada Messieri (unico corpo di proprietà sito nel comune di Ripatransone) su di un ripido costone davanti la cantina.

L’appezzamento, esposto a sud ovest, è allevato a montepulciano, con alcuni filari a ritocchino, con una pendenza del 25%, e altri a girapoggio.

Le viti originarie risalgono a circa 50/60 anni fa ma una parte dell’appezzamento è stato ristrutturato circa 38 anni orsono.

La prima annata prodotta è il 1987 con il taglio “classico” della denominazione, 70% montepulciano (appunto della Vigna Messieri) e 30% sangiovese dai filari di San Basso (oggi non più presenti), mentre dalla vendemmia 2017 si è scelto di impiegare un ulteriore 10% di sangiovese.

 

 

Rosso Piceno Superiore Doc Vigna Messieri 1988

Un’annata “regolare” con inverno freddo ed estate calda, di ottimo equilibrio. Dopo la “scontata” iniziale titubanza all’aria, rivela un’inaspettata leggiadrìa, con la freschezza che rende pimpante il corpo misurato e composto, e il tannino pettinato che slancia il sorso.  C’è molta omogeneità di gusto, nel calice si rivela sempre più convincente e setoso, dimostrando, allora come oggi, che non servono sovra strutture per risaltare. Uno stile attuale e magari d’esempio anche per il futuro. Al Top

 

Rosso Piceno Superiore Doc Vigna Messieri 1997

Annata di grazia, inverno freddo e piovoso ed estate calda. Apre su toni scuri, è (e rimane) serioso all’olfatto, con tratti di hummus, confettura e cioccolato. Il sorso è ricco, ha acidità succosa che distende la massa avvolgente e ben distribuita, con il giusto grip tannico che dà grinta al finale. Dritto e robusto, non sembra affatto un venticinquenne e ne avrà ancora da raccontare. Sul podio!!

 

Rosso Piceno Superiore Doc Vigna Messieri 1998

La stagione calda, seppur non torrida, agevola il sorso voluminoso e morbido, con il tannino setoso che mitiga la struttura e favorisce la beva. Peccato per la fase aromatica, infastidita da una “rusticità” che ne limita l’espressività fruttata e speziata, e ne inficia la migliore eleganza.

 

Rosso Piceno Superiore Doc Vigna Messieri 2006

L’inverno ricco di acqua e la stagione estiva calda hanno garantito un ottimo equilibrio. È un tripudio di eleganza espressa con frutta polposa, nuance floreali e di menta, e una finitura pepata. Al gusto è carezzevole, la morbidezza è smorzata dall’acidità viva e compensata dal tannino finissimo che incide sul corpo privo di eccessi. Si contende il gradino alto del podio con il 1988!

 

Rosso Piceno Superiore Doc Vigna Messieri 2008

Il millesimo molto caldo con l’inverno scarso di piogge, si ritrova nel calice dove il frutto dolce e le spezie provano ad ammantare una folata di rusticità e qualche imprecisione che emerge pian piano con l’aria. Al gusto mostra la sua possenza, il tannino asciugante e l’evidente vigore alcolico, disegnano un sorso robusto e per nulla rilassato.

 

Rosso Piceno Superiore Doc Vigna Messieri 2017

Ancora un inverno mite, scarsità di precipitazioni primaverili ed estate molto calda fino ai primi di ottobre. La quota di sangiovese sale al 40% e il Messieri risponde con un’evidente impronta fruttata e molta fragranza, esaltate dal tratto gustativo morbido e pettinato e dal profilo tannico bilanciato che esalta la beva. Cambio di stile, e rotta ben impostata!

 

Dulcis in fundo, una piacevole appendice: Marilena Cocci Grifoni ha voluto sfidare il tempo con tre vecchissime annate del Rosso Piceno “base”. È stato un bel piacere trovare vini intriganti che fanno tuttora parlare.

 

Rosso Piceno 1983
Una grande sorpresa, l’ossidazione è ancora sotto controllo, rivela note di confettura, fungo e castagna, pepe nero, e colpisce per la distensione e la freschezza del sorso. Il tannino ha un bel grip e lo rende (ancora) accattivante. L’outsider della giornata!

 

Rosso Piceno 1978
Colore pressoché precipitato, l’ossidazione è evidente ma composta, non è affatto pungente e si lascia apprezzare per le eteree sfumature che ricordano qualche vino “ossidativo”!

 

Rosso Piceno 1979

Più “scuro” del fratello maggiore, più integrità di colore, esprime note di brandy, ha un’acidità pungente, un tannino ancora vivo, e l’uscita da caramella d’orzo che addolcisce il finale.

Un sincero ringraziamento alla famiglia Cocci Grifoni, all’enologo Fabio Allievi e alla responsabile commerciale Valeria Cesari, per l’opportunità concessa.