Alice nel Paese del Vino (al) Naturale

FEIRING_NakedWine_mech.inddÈ raro incontrare un libro realmente stimolante, un libro che ti induce a riflettere e mette in discussione le tue certezze grazie ad argomenti forti ma enunciati con leggerezza, senza gridare. Alice Feiring, newyorkese, è l’autrice di Naked Wine, letteralmente Il vino nudo, che uscirà tra breve in italiano per Slow Food Editore con il titolo Vino (al) naturale.

 

 

L’autrice si propone di risalire alle origini del vino naturale, in particolare i primi tentativi di produrre vino senza aggiungere zolfo; la sua ricerca assume a tratti un sapore chandleriano, non perché sia permeata di disincanto ma perché il suo fine non è tanto individuare un “colpevole”, l’artefice ultimo del vino fatto senza alcun intervento o con il minimo di interventi, quanto perché descrive il mondo del vino naturale, con i suoi protagonisti così diversi tra loro per personalità e modo di affrontare il proprio lavoro, accomunati tuttavia dal rispetto per la natura circostante e dalla volontà di far parlare, attraverso i loro vini, il terroir in cui nascono.

 

Insomma, una galleria di ritratti da cui emerge l’umanità profonda dell’autrice.

 

E proprio le conversazioni, i dibattiti appassionati con i tanti personaggi incontrati nel suo cammino, dalla California al Beaujolais, suscitano in chi legge, se animato non solo dalla passione per il vino ma anche da un po’ di curiosità intellettuale, la sensazione che nell’assaggio dei vini si possano e si debbano inserire parametri diversi da quelli utilizzati finora, smettendola con quel disprezzo snobistico e vagamente razzista nei confronti del vino naturale che emerge da tante affermazioni, in molti casi banali (o peggio, vedi gli ignobili commenti di Robert Parker, che chi scrive queste righe considera una delle più gravi iatture nella storia del vino, ossessionato com’è dai numeri, dalle classificazioni, dalle gerarchie: una caricatura di superuomo nietzschiano per il quale gli artefici di ciò che beve semplicemente non esistono, esiste solo il bicchiere con il suo contenuto).

 

6a0120a6be8504970b017c320a5175970b-250wiLe critiche di Alice Feiring all’approccio convenzionale al vino, di certo più pacate delle mie, sono indirette, partono cioè dall’invito ad assaggiare tutti i vini, a non escludere questo o quel prodotto sulla base di pregiudizi e prevenzione. Il suo esperimento di vinificazione, raccontato con un’ironia travolgente, diventa un inno alla curiosità, alla conoscenza diretta dei processi produttivi e, perché no, al gioco.

 

Di particolare interesse mi è sembrata la sua riflessione sulla differenza fondamentale tra la produzione vinicola del Vecchio Mondo, fatta in gran parte di vignaioli e dunque basata su un nesso diretto tra viticoltura e vinificazione, e quella del Nuovo Mondo, caratterizzata dalla scissione tra chi lavora la terra e chi produce il vino. Sono riconoscente ad Alice Feiring per tutto questo e per molto altro che troverete nel libro ma che non vi racconto: compratelo e leggetelo, vi divertirete e vi arricchirà.

 

Davide Panzieri