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Slow Food, la Comunità di Acerra si presenta

Venerdì 29 giugno alle ore 18.30 presso il Castello dei Conti di Acerra si presenta pubblicamente la neonata Comunità Slow Food. 
La comunità è una nuova forma dell’associazione, lanciata dall’ultimo Congresso internazionale di Chengdu, che promuove la partecipazione ai temi di Slow food di una platea più ampia di quella dei soli iscritti, ma vuole la più aperta e inclusiva possibile. Quella di Acerra è la prima Comunità Slow Food a prendere forma in Campania, tra le prime in tutto il Paese, un risultato che rende orgogliosi i promotori del percorso. 
A prendere la parola Gianluca Napolitano, fiduciario della Condotta Slow Food dell’agro nolano, Mimmo Pontillo, comitato esecutivo Slow Food Campania e Basilicata, Milena Tanzillo, assessore comunale all’agricoltura, Raffaele Lettieri, sindaco di Acerra, insieme ad alcuni protagonisti che animeranno la Comunità: Tommaso Esposito, direttore del Museo di Pulcinella, Andrea Luigi Mennitto, referente della Comunità, Paolo Petrella, produttore agricolo, Enzo Sibilio, esperto di comunicazione.
 
Che il legame tra la campagna ed Acerra sia qualcosa di congenito ed indissolubile è ormai noto a chiunque abbia mai messo piede sul territorio del comune a nord di Napoli. Per questo e non solo rafforzare la presenza territoriale di Slow Food è sembrato qualcosa di naturale. 
La Comunità di Acerra si costituisce con l’obiettivo di muovere le coscienze di tutti gli operatori del cibo, produttori e consumatori, perché solo insieme si possono raggiungere sempre più importanti traguardi.
L’associazione fondata più di trent’anni fa da Carlo Petrini, ha come scopo quello di ridare il giusto valore al cibo; per farlo c’è bisogno di pensare ad un “nuovo” metodo di produzione di ciò che mangiamo, mettendo al centro il rispetto per la terra e per il produttore. Tale novità sta tutta nel riprendere quelle che sono le tradizioni secolari che le produzioni industriali ed intensive hanno spazzato via. Il leit motiv dell’associazione è quello di riportare sulla tavola il cibo buono, pulito, giusto e sano per tutti. Una sintesi perfetta di un concetto multidisciplinare che ci pone davanti una istanza di radicalità e una – conseguente – di etica. Quel “tutti” ci parla di diritti e non di privilegi, di giustizia collettiva e non di possibilità individuali, di redistribuzione di reddito e di cultura. La Comunità Slow Food non è un’associazione di soli agricoltori, ma un punto di incontro per produttori, consumatori, ricercatori, cittadini impegnati, in cui tutti possono entrare e operare per realizzare un altro mondo possibile. 
Tra le sfide principali di Slow Food c’è quella dei presìdi, ovvero dei progetti di tutela e valorizzazione dei prodotti a rischio estinzione. Ed in questo frangente Acerra gioca un ruolo di tutto rilievo. Sono infatti già da tempo attivi sul territorio tre presidi strettamente legati alla storia agricola acerrana: l’antico pomodoro di Napoli, la papaccella napoletana ed il ben noto fagiolo cannellino dente di morto. Mentre è notizia di poche settimane fa che sta per essere attivato anche il presidio di un prodotto straordinario di cui Acerra è sempre stata ambasciatrice e che purtroppo rischia l’estinzione: il cachi vaniglia.