“Sii il cambiamento che vorresti vedere nel mondo”. Giuliano, Marino, Giovanni e tutti gli uomini e le donne della Comunità Slow Food “Custodi del Monte Mutria” hanno preso sul serio questo insegnamento del Mahatma Gandhi, senza fare grandi gesti, ma con l’eroico, quotidiano impegno per il loro territorio.
Lo hanno raccontato a Pietraroja la mattina di sabato 26 ottobre, in un incontro organizzato per rispondere alla call europea “Good Food Good Farming”, la campagna ideata per la sensibilizzazione di chi ci governa ai cambiamenti climatici nell’agricoltura e nel cibo.
Il Monte Mutria alle spalle, un enorme prato verde con al pascolo le mucche con il cui latte Giuliano crea prodotti caseari, e poi caciocavalli, prosciutti, pane, pasta, biscotti, miele, tartufi bianchi e neri, patate interrate, castagne e tutti i tesori del territorio esposti su balle di fieno come su un banco di una gioielleria, sembrava una scenografia creata ad hoc, ha restituito invece la verità del luogo, delle persone che lo abitano, dei prodotti che la terra dona e che contadini, allevatori, produttori, creano per offrire un cibo rispettoso dell’ambiente che abitano e della persona che lo andrà a mangiare.
L’incontro a Pietraroja è stato sì una sorta di “Monte Mutria Pride” per manifestare l’orgoglio di offrire prodotti sani, ponendosi anche quali custodi per il futuro di tradizioni che altrimenti andrebbero perse, ma è stato anche occasione per portare alla luce quelle che sono le criticità con cui ogni giorno si devono scontrare: difficoltà di essere considerati un territorio “a margine”, ma soprattutto di non potere, e volere, partecipare a un gioco la cui unica regola è essere competitivi. Ed allora, per essere il cambiamento del mondo Giovanni, Giuliano e gli altri “Custodi del Monte Mutria” non devono far altro che continuare a esistere, genuini, puliti, strenui difensori del loro bagaglio di saperi e tradizioni.
(Emanuela De Vita)