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Riccardo, il gigante buono dell’isola verde

Riccardo D’Ambra è il gigante buono dell’isola. Così lo descrive Carlo Petrini, il suo amico Carlin, in un articolo nel 2018.

È. Non “era”. Perché le persone come lui restano per sempre. Riccardo si è solo addormentato. Sulla sua Ischia, l’isola verde che ha amato, difeso, contribuito a rendere quel luogo d’incontro di artisti e contadini, artigiani e filosofi, cuochi e casalinghe. Tutti insieme. Seduti alla stessa “piccola tavola” del Focolare, la trattoria alla quale ha dato vita con sua moglie Loretta, gestita con i loro 8 figli.

Riccardo D’Ambra ha animato la storia di Slow Food sin dagli albori, portando Ischia e la Campania nel mondo prima di arroccarsi nella sua Barano. Non l’ha fatto solo per conoscere cosa ci fosse “oltre lo scoglio” ma per far vedere a tutti, attraverso le sue narrazioni, l’anima vera di Ischia.

Come fiduciario della Condotta Ischia e Procida, Riccardo ha lottato per rendere il “coniglio da fossa di Ischia” uno dei primi Presìdi Slow Food, si è battuto per diffondere la cultura del “fagiolo zampognaro”, ha portato sull’isola verde chef famosi a cucinare con le loro mamme, ha ospitato presso l’osteria di famiglia convegni internazionali di straordinaria risonanza e rilevanza per contrastare l’ossessione edilizia.

Al Focolare, anche negli ultimi anni, quando lui ormai non saliva più su un aliscafo per raggiungere la terraferma, il mondo ha continuato a passare davanti ai suoi occhi e lui a quel mondo ha affidato i suoi pensieri.

Non di rado, Riccardo ti chiamava negli orari più improbabili per parlarti di idee geniali nelle quali ti avrebbe coinvolto, che tu lo volessi o no. Negli ultimi tempi, aveva scoperto l’importanza della messaggistica istantanea con i “vocali” che gli consentivano di raggiungere tutti i suoi amici con un solo click. Perché in fondo un po’ pigro lo era, anche se non lo avrebbe mai ammesso.

Sì, Riccardo D’Ambra c’è e ci sarà sempre, negli occhi di Silvia, che oggi è Fiduciaria della Condotta Slow Food isolana, di Francesco e Agostino in cucina, di tutta la “ciurma” D’Ambra in sala. Ci sarà sempre… ma noi ne sentiamo già tremendamente la mancanza.

Se n’è andato nello stesso giorno di Luis Sepulveda, segno che due straordinari intellettuali e sognatori hanno imparato a volare.

 

(Una delle due foto è tratta dal sito web del quotidiano Il Golfo, l’altra è dell’archivio Slow Food)