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«Rendere democratico e accessibile il cibo Giusto»

La quinta Assise dei Presìdi Slow Food a Benevento ha segnato un importante passo avanti nella gestione del progetto da parte di Slow Food Campania e Basilicata. A partecipare all’appuntamento, ospitato dall’azienda agricola e agrituristica Masseria Roseto della famiglia Cotroneo, sono stati infatti oltre 80 produttori dei 26 Presìdi attivi nelle due regioni. Per la prima volta poi l’Assise si è aperta anche ad altre testimonianze provenienti dal mondo della produzione e della comunicazione del settore agroalimentare con la sezione “Campania E-merge”.

Gli interventi di Giuliano Ciano (Responsabile Progetto “Legalità” Slow Food Campania e Basilicata e titolare della Fattoria Sociale “Fuori di Zucca”), Simmaco Perillo (Presidente Cooperativa Sociale “Al di là dei sogni”), Giulio Lippi (Studio Esse Adv) e Francesco Barra (produttore Fagioli di Casalbuono e ideatore dell’app per la tracciabilità del Presidio) hanno raccontato ai presenti i nuovi possibili futuri del progetto: dall’attenzione alla legalità all’impegno nel sociale, passando per la risposta alle esigenze di comunicazione che sia alla portata di tutti attraverso app e qr-code.

Nell’aprire i lavori dell’Assise, Gaetano Pascale, Presidente Slow Food Italia, ha sottolineato la necessità di ricostruire completamente i sistemi attuali globalizzanti di produzione, distribuzione e consumo dei prodotti alimentari. «Per questo motivo – ha affermato il Presidente – Slow Food deve impegnarsi in una doppia battaglia: pretendere l’educazione alimentare nelle scuole e nel contempo richiedere con forza che siano fatte leggi che prevedano la possibilità, se non l’obbligo, di inserire in etichetta le indicazioni realmente utili ai consumatori, seguendo il modello dell’etichetta narrante dei Presìdi».

Gli interventi del Comitato Tecnico Scientifico dei Presìdi Slow Food Campania e Basilicata sono stati invece rivolti a costruire percorsi per arrivare alla formazione del giusto prezzo dei prodotti dei Presìdi sul mercato, a definire Disciplinari di produzione maggiormente uniformi, a ragionare sull’importanza delle produzioni nelle Aree Protette e su quella della comunicazione dei Presìdi. I risultati dei lavori presentati sono stati offerti ai produttori come elementi di programmazione per il loro operato. Come affermato da Domenico Tosco, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico, negli ultimi due anni «l’azione di Slow Food per lo sviluppo dei Presìdi ha registrato un’accelerazione che sta dando i suoi frutti. Il miglioramento delle conoscenze intorno ai presìdi costituisce un obiettivo permanente di Slow Food, allo scopo di rendere sempre più mirate le azioni di supporto e affiancamento dei produttori. L’indagine, svolta in merito ai costi e alla redditività dei prodotti, avviata nel 2013, consente di affermare che la maggior parte dei Presìdi assicura una buona remunerazione dei fattori produttivi conferiti dagli imprenditori e che gli indici redditività sono sensibilmente migliorati nell’ultimo biennio. Inoltre, ha anche confermato che le carte vincenti delle aziende interessate sono rappresentate: l’adozione delle tecniche di produzione ecosostenibili, la vendita diretta, la lavorazione e trasformazione aziendale dei prodotti e la massima trasparenza in merito alle tecniche e all’origine dei prodotti, che ha portato all’adozione dell’etichetta narrante per ciascuno di essi».

Dai tavoli tematici è emersa infine la necessità di ottenere una maggiore condivisione tra i produttori e con l’Associazione a tutti i livelli per consentire ai Presìdi di apparire sempre più come un progetto “unico”, oltre che “unitario”. Grande importanza è stata poi data ai concetti di etica e legalità per distinguersi da quanti oggi professano di fare prodotto tipico ma senza tenera in debita considerazione uno dei tre elementi fondanti di Slow Food: il “Giusto”. A tale proposito, nel corso dell’Assise si è più volte ricordato che i Presìdi nazionali (come quello sull’olio extravergine di oliva) siano nati proprio per rendere democratico e accessibile il cibo “giusto”.

Le conclusioni della giornata affidate a Vito Trotta, responsabile regionale Presìdi Slow Food e a Francesca Baldereschi, responsabile nazionale Presìdi Slow Food, hanno avuto l’onere di sintetizzare quanto emerso nel corso della giornata ovvero che i Presìdi non devono più essere considerati un modello bensì un sistema produttivo. «Troppo spesso i Presìdi – hanno dichiarato – sono visti come produzioni romantiche che non sono in grado di soddisfare il mercato mentre appare invece sempre più evidente che questo sistema è l’unico in grado di premiare gli sforzi di quanti lavorano nel mondo della produzione agroalimentare. I numeri tra Campania e Basilicata danno ragione di questo: 26 presìdi, 21 in Campania e 5 in Basilicata, i comuni interessati sono 183 in Campania e 22 in Basilicata, per 171 realtà produttive».

Il buffet della giornata è stato realizzato con i Presìdi Slow Food delle due regioni, magistralmente proposti da docenti e allievi dell’Istituto Alberghiero “Le Streghe” di Benevento. I prossimi appuntamenti che vedranno protagonisti i Presìdi Slow Food in Campania e Basilicata sono il Matching a febbraio 2016 e Presìdi Porte Aperte a maggio 2016.

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