Con la quinta lezione del Master o Food vino, si è conclusa ieri, questo viaggio nel microcosmo tra le cantine della valle telesina.
5 realtà così vicine e nella stesso tempo così diverse.
Non poteva mancare la Guardiense; la cooperativa di Guardia Sanframondi che è stata la prima a costituirsi e mantiene ancora diversi primati:
La Guardiense è nata nel 1960 sotto la spinta di 33 vignaioli lungimiranti e coraggiosi, oggi è diventata un punto di riferimento per il Sannio Beneventano ed è la più importante realtà cooperativa della Campania e una delle principali del Mezzogiorno. Situata a Santa Lucia di Guardia Sanframondi in provincia di Benevento, la cooperativa agricola è una delle più grandi in Italia e oggi conta circa mille soci. La Cantina ha saputo adeguarsi ai tempi e al cambiare dei mercati, diventando simbolo del progresso tecnologico per l’intera provincia e riuscendo a coniugare esperienza e modernità, infatti, possiede uno tra i più importanti impianti di spumantizzazione del Mezzogiorno. Assistita dalle straordinarie competenze enologiche del Prof. Riccardo Cotarella, ha puntato alla produzione di vini fermi e spumanti dagli standard qualitativi di assoluta eccellenza. Presta grande attenzione alla sostenibilità ambientale facendo uso, per i suoi processi produttivi, di energia rinnovabile proveniente da un proprio innovativo impianto fotovoltaico e negli ultimi anni si propone anche come promotore attivo della cultura enogastronomica sannita.
Alcuni numeri in sintesi
Oltre 50 anni di cooperazione e di storia enologica;
1000 soci (circa);
1.500 ettari di vigne;
200.000 quintali di uve;
4 linee di prodotto: Janare, Fremondo, Classica e Spumanti;
3,5 milioni di bottiglie;
2 vitigni principe: Falanghina ed Aglianico;
1 enologo d’eccezione Riccardo Cotarella.
Nella sesta lezione ci ritroveremo a Solopaca presso la Masseria del Procaccia; proveremo ad abbinare focacce, pizza di grani antichi e prodotti del territorio con dei vini naturali. Slow Food non poteva ignorare questa nuova declinazione del vino. Incontreremo piccoli produttori locali che vinificano “sans soufre” uve prodotte da agricoltura biologica e biodinamica.
Tra le foto c’è un ceppo di barbera del sannio di oltre 100 anni. E’ stato trapiantato in una sorta di museo all’aperto ricavato all’interno del piazzale della cantina.