È un gruppo giovane, ma ha radici profonde, tenaci: sono i “Produttori di Grani Antichi” del reatino. Un gruppo fatto di coltivatori, trasformatori, panificatori e consumatori: sono uomini e donne, lavoratori dei nostri tempi che hanno i loro antenati nell’antica Roma, quando, nel terzo secolo a.C., nasce da una bonifica la Piana Reatina. Il Rieti, è addirittura il nome di un grano, tenero autunnale, resistente alle ruggini, usato dal genetista Nazareno Stampelli come punto di partenza dei suoi esperimenti.
La difesa del territorio, delle sue peculiarità, dei suoi prodotti, insomma, della biodiversità è alla base dei “Produttori di Grani Antichi” della zona reatina. Obiettivo: recupero delle sementi e della tradizione della mietitura a mano.
I “Produttori di Grani Antichi” del reatino sarà, con Federico Porro, alla quarta edizione di “Sementia” che, a partire dal titolo “Germogli di Comunità”, ha l’intento, quest’anno, di gettare le fondamenta per una connessione tra le varie realtà, italiane e non.
«Ci troviamo nel cuore dell’Appennino laziale – racconta Federico Porro, dell’azienda agricola “Colle Berardino” – nel Comune di Rocca Sinibalda, borgo arroccato con un bellissimo centro storico ed un castello tra i più grandi e poco conosciuti d’Italia. Dapprima qui c’erano solo ulivi, poi è scoppiata la passione per l’apicoltura e il miele. Sono già alcuni anni – continua – che ci prendiamo cura del nostro piccolo fazzoletto di Appennino, sperimentando un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente che ci circonda.
Nei nostri terreni coltiviamo legumi e cereali, e da alcuni anni partecipiamo ad un Progetto di Filiera per recuperare e coltivare diverse varietà di grano tenero tipiche della nostra Provincia».
«La filiera dei produttori dei Grani Antichi del Reatino vede coinvolti diversi soggetti: aziende agricole, panificatori, forni e consumatori. Coltiviamo – sottolinea Federico Porro – con metodi naturali i nostri terreni, scegliendo diverse varietà di Grano Tenero del nostro territorio, alcune delle quali dimenticate. Perché saremo a “Sementia”? – conclude – Semplicemente per raccontare la nostra esperienza, perché siamo convinti che le buone pratiche vadano condivise».