Domenica 21 Gennaio la Condotta Golfo dei Poeti Cinque Terre Val di Vara Riviera Spezzina collabora e invita a Montebruno. Non vi serviranno i soldi. Lasciate perdere il portafoglio, la carta di credito, il bancomat, quella roba lì.
Invece portatevi dietro qualche seme del vostro giardino.
Magari una pianta. Avete un barattolo di marmellata fatta in casa? Una bottiglia di vino buono: per favore niente etichetta, solo ‘roba’ prodotta da una amico o da un parente. Non abbiate paura: può bastare una fetta di torta infornata la sera precedente.
Venite tutti, domenica è in programma la diciassettesima edizione del “Mandillo dei Semi”. Il fazzoletto della felicità, ovvero: “ Festa di libero scambio di semi autoprodotti, marze di fruttiferi e lieviti di casa”.
La regola è quella del baratto: una manciata di semi di zucca in cambio di un pugno di fagioli, qualche bel limone per delle mele, peperoncini seccati, pannocchie, talee. Tu porti qualcosa e ottieni altrettanto, al diavolo il denaro.
Lo scorso anno l’appuntamento era a Ronco Scrivia, sono arrivate duemila persone da tutta Italia: c’era qualche mercatino, si poteva fare un po’ di spesa. Questa volta il commercio tradizionale è definitivamente bandito: l’appuntamento è a Montebruno, frazione a pochi chilometri da Torriglia dove vive e lavora la maggior parte degli organizzatori della manifestazione, che poi fanno capo all’empatico Consorzio della Patata Quarantina.
Si parlerà di terra, di agricoltura e di agri-cultura, di un altro (migliore) mondo possibile: sono invitati i contadini di professione e di passione, un universo che – per fortuna – con il passare del tempo sta crescendo sempre di più. Sarà possibile ammirare una serie di mostre ed esposizioni pomologiche, collezioni di antiche varietà di cereali e di frutta. Un arcobaleno di colori, storie e sapori rappresentato dal consorzio della Quarantina con le sue quattrocento diverse varietà di patata. Infine, la nascita dell’Albo dei custodi dei Semi del Mandillo: un modo per impegnarsi sulla parola – perché tra persone vere non serve altro, la burocrazia lasciamola ad altri – a coltivare, tramandare, recuperare. A mettere a disposizione di chiunque lo voglia, delle varietà di cui forse nessuno sapeva più l’esistenza. Massimo Angelini, editore ligure (Pentàgora) specializzato in libri sulla terra e i suoi prodotti, regala qualche esempio illuminante: “Tra i primi iscritti all’Albo ci sarà un contadino che ha ereditato dalla suocera una qualità di fagiolini che da queste arti si chiamano ‘balin de Cougi’ (fagiolini di Cavorsi, frazione di Torriglia); un altro, di Casalino di Montoggio, ha promesso che si occuperà di proteggere e offrire i semi dello zucchino costoluto liscio genovese; un altro ancora sarà custode del ‘pursemin’, il pomodoro a fisarmonica che cresce solo dalle nostre parti ed ha qualità straordinarie. Tanto per dire: il pomodoro marmand genvese ha 7- 8 coste, il pursemin una quarantina”. Tra i presenti, quelli che molti chiamano ‘seedsavers’, cioè: salvatori di semi. Come Max Nunziata, cuoco torinese che 5 anni fa è tornato per caso a Salerno nel casale del nonno, e ha trovato dei vecchi fagioli in una cassetta di alluminio. «Li ho coltivati per sfida. Buonissimi. Magari non redditizi, però veri». La sua è diventata una missione: si è messo in contatto via Facebook con alcuni gruppi e ha raccolto un migliaio di differenti varietà. Che regala,
in cambio di altre sementi. «Ho recuperato anche pomodori: non così polposi e rossi, con la forma perfetta che trovate nei supermercati. Ma con un sapore fantastico ». E Claudio Pozzi, presidente della Rete Semi Rurali, che da 10 anni raccoglie 40 associazioni diverse «per fare lobbying sui diritti dei contadini, e soprattutto tutelare il diritto alle sementi». Perché un altro mondo è possibile, basta cominciare: con un Mandillo, a Montebruno.