Vuoi spendere 3 euro al litro? E allora beccati l’Extravergine contraffatto…

Schermata 2016-06-28 alle 14.59.47Ha fatto molto scalpore, oltre che un grandissimo e inaspettato seguito di lettori, la notizia che abbiamo pubblicato una settimana fa – clicca qui per leggere il post per intero – che riguardava le sanzioni comminate ad alcuni grandi marchi commerciali di olio extravergine di oliva per “presenza di irregolarità e di difetti organolettici nei prodotti”.

In sostanza le indagini giudiziarie condotte dalla procura di Torino, con conseguenti analisi degli oli incriminati, hanno confermato che questi non corrispondevano alla categoria “oli extravergini di oliva” dichiarata in etichetta ma erano semplicemente “oli vergini di oliva”. Probabilmente la notizia ha destato così grande attenzione perché molti hanno acquistato e utilizzato questi “Extravergini-che-extravergini-non-erano”.

Intorno all’olio d’oliva – così come succede spesso in Italia su altri argomenti della vita di tutti i giorni – in molti parlano e commentano, sui social così come al bar o al supermercato, ma pochi sono veramente informati sulla realtà delle cose. Per questo abbiamo voglia di portare a conoscenza alcuni semplici dati, estrapolati dalle ricerche Ismea e relativi alla campagna 2013/14, la penultima in ordine di tempo.

La produzione nazionale di olio di oliva è stata di 461.000 tonnellate, un po’ inferiore agli standard delle ultime campagne: ricordiamo che è stata un’annata non troppo fortunata, a causa dei problemi causati dal clima piovoso, dalla xylella (soprattutto in Puglia) e dalla mosca olearia (un po’ dovunque). Nello stesso anno il consumo nazionale di olio di oliva è stato di 662.000 tonnellate, nella media degli ultimi dieci anni; questo significa che per quanto riguarda l’olio di oliva non siamo autosufficienti e che abbiamo bisogno di importare del prodotto dall’estero.

Abbiamo infatti importato olio per 629.000 tonnellate, molte di più di quelle sufficienti al fabbisogno nazionale, perché allo stesso tempo ne abbiamo esportate 376.000 tonnellate. Compriamo olio dai paesi europei ed extra-europei e poi lo confezioniamo e lo mettiamo sul mercato come blend, ovvero come miscele di oli; lo esportiamo principalmente negli Stati Uniti (118.000 tonnellate), e poi in Germania (43.900 tonnellate), in Francia (33.000 tonnellate), in Canada (26.000 tonnellate) e in Giappone (25.500 tonnellate).

siciliaoliomontetna_p144--420x520Dai dati Ismea scopriamo che la Spagna è la nazione da cui abbiamo comprato più olio, la nostra prima fonte di approvvigionamento, con 558.000 tonnellate nel 2014, seguita dalla Grecia (55.000 tonnellate) e dalla Tunisia (25.000 tonnellate). Pertanto tutte le polemiche di qualche mese fa – seguite al “via libera” del governo italiano alle esportazioni di olio dalla Tunisia – che lasciavano intravedere una possibile invasione di prodotto tunisino sulle nostre tavole erano fuori luogo: come già detto, in Italia abbiamo bisogno di oli provenienti da altre nazioni, e guardando bene i numeri dovrebbe essere la Tunisia ad avere il timore di un’eventuale invasione di olio italiano (comprato all’estero e rivenduto come italiano) nel suo mercato.

Bisogna poi aggiungere che siamo tutti erroneamente convinti che l’olio tunisino sia di qualità inferiore a quello italiano, o a quello spagnolo che importiamo in gran quantità, ma questo non è affatto vero: ci sono oli tunisini di qualità scadente e oli tunisini di ottima qualità, esattamente come succede in Italia dove – come per il vino, per cui si va dall’economico brick di qualità scadente alla bottiglia costosa di Barolo di grande pregio – si va da oli di oliva di qualità medio-bassa fino a Extravergini Dop eccellenti.

E proprio su questi ultimi prodotti è necessario aggiungere una “dolorosa” considerazione: sono 37 gli Evo Dop italiani che hanno chiesto e ottenuto questo riconoscimento dall’Unione Europea, e sono gli unici in possesso di certificazioni che garantiscono che l’olio in questione sia un extravergine di oliva proveniente da determinate zone geografiche e prodotto osservando regole rigide riguardanti l’acidità e la fasi di lavorazione. Il riconoscimento della Dop è pertanto l’unico che garantisce al 100% la completa tracciabilità dell’olio e la sua corretta etichettatura; peccato che gli Evo Dop rappresentino solo il 2% del nostro mercato!

Stupisce un numero così limitato? Non dovrebbe, se introduciamo il ragionamento sull’annosa questione del giusto prezzo dell’olio extravergine di oliva…

Abbiamo già detto che l’olio di oliva, come tanti altri prodotti agroalimentari, non è uno solo e non ha una sola fascia di prezzo. Ogni tipologia ha il suo prezzo e il consumatore attento e informato dovrebbe sapere e capire, al momento dell’acquisto, cosa sta comprando e quanto è giusto pagare quel determinato prodotto.

699_2I dati Ismea dicono che l’olio extravergine di oliva 100% italiano ha un costo medio all’origine di poco meno di 3,50 euro al litro; è questo un dato generale, ma sappiamo benissimo che per un piccolo produttore i costi sono ben superiori.

Io stesso ho avuto di recente conferma dal mio personale “spacciatore” di olio pugliese (il padre della mia compagna, che ha qualche centinaio di piante che segue “a tempo perso”) che la corretta considerazione di tutti i suoi costi di produzione – dalla potatura alla raccolta, dalla molitura al confezionamento – porta alla conclusione che la latta da 5 litri del suo buonissimo Extravergine dovrebbe costare almeno 6,50 euro al litro.

Comunque sia 3,50 euro al litro è il costo di un Evo sfuso all’ingrosso, senza Iva, senza confezione, senza etichetta e senza nessun ricarico. Ora, quando troviamo al supermercato una bottiglia da litro di Evo a una cifra minore di 3,50 euro – come nel caso dei prodotti messi sotto indagine dalla procura di Torino – quale delle seguenti due considerazioni è valida? Si tratta di un produttore colto da un improvviso moto di generosità, che vende a prezzi più bassi di quelli che sostiene per la produzione, oppure quello che si sta per acquistare non è VERO Extravergine di oliva? Si tende a propendere per la seconda…

E così si alimenta l’enorme paradosso che si nasconde dietro il mercato dell’olio extravergine di oliva di qualità: da un lato ci indigniamo per la decisione di permettere in Italia la commercializzazione di oli prodotti fuori dai nostri confini nazionali e dall’altro non vorremmo spendere più di 2-3 euro al litro per la bottiglia che abitualmente compriamo al supermercato. Siamo fatti così.