INTRODUZIONE
L’Abruzzo vitivinicolo continua a darci grandi soddisfazioni. Intanto ci piace sottolineare come sia una delle regioni di maggior fermento, dove negli ultimi anni sono nate e continuano a nascere tante nuove realtà agricole interessanti. Ormai il modello non è più quello degli anni Ottanta e Novanta, che puntava sui grandi numeri con forte orientamento verso i mercati e i gusti internazionali.
I punti di riferimenti oggi sono certe aziende storiche, due in particolare, che hanno fatto scuola proprio perché non si sono mai piegate alle mode, e hanno custodito nei decenni la vera tradizione enologica dell’Abruzzo. Un ritorno quindi a un modo di fare vino molto legato al territorio.
Queste nuove realtà sono perlopiù artigiane: magari fanno meno bottiglie, vendute a prezzi leggermente più alti ma equi, e si possono permettere il lusso di non essere schiave del mercato, ma anzi di determinarlo loro, con prodotti di nicchia che delineano poi l’immagine del vino di qualità in regione. Infatti, a guardar bene, sempre più aziende storiche e/o di grandi dimensioni stanno introducendo nella loro gamma alcuni prodotti di punta che seguono questo filone, fatti con fermentazioni spontanee, senza filtrazioni o altre pratiche enologiche standardizzanti.
Montepulciano e Trebbiano rimangono i due capisaldi dell’enologia abruzzese. Mentre del primo continua a convincerci la lettura in chiave postmoderna, che predilige freschezza e facilità di beva senza cedere in grinta e carattere, il secondo nelle sue interpretazioni più genuine è ormai sdoganato come uno dei grandi bianchi italiani.
Ci permettiamo un piccolo commento sul fenomeno Pecorino, sempre più diffuso in tutta la regione. È un vitigno dal potenziale enorme, ma ci sentiamo di dire che c’è ancora ampio margine di crescita qualitativa. Ci sono già alcuni Pecorino di altissimo livello, e li troverete tra queste pagine, ma la stragrande maggioranza è ancora vinificata in maniera piuttosto ordinaria, esaltando i tratti più caratteristici del vitigno, tensione e sapidità in primis, senza però andare in profondità. Perché mentre pare piuttosto facile fare un Pecorino fresco e gradevole, farne un grande vino è tutta un’altra storia.
Sul fronte Cerasuolo d’Abruzzo, invece di continuare a lamentarci dello snaturamento della tipologia da parte di alcune realtà più commerciali che cercano di scimmiottare i rosa scarichi di altre regioni, vogliamo piuttosto dare merito ai tanti artigiani che in passato, quando i vini rosa andavano molto meno forte, hanno continuato ostinatamente a produrlo secondo canoni tradizionali, e che ora non guardano alle tendenze commerciali e continuano a dare la giusta importanza a questa tipologia, producendo vini di corpo e struttura, carattere e longevità.
Per quanto riguarda il Molise, la prima considerazione riguarda la sempre maggiore definizione stilistica dei vini prodotti con uva tintilia, sia nelle versioni più fresche e leggiadre che si apprezzano per la loro facilità di beva, sia nelle versioni con affinamento più lungo, che hanno complessità espressiva. Tra questi preferiamo senza ombra di dubbio quelli affinati in contenitori inerti che non inficiano o alterano lo splendido lavoro fatto in vigna.
La seconda considerazione riguarda la versatilità del vitigno, che oltre che nei due percorsi di affinamento visti sopra, si presta per la vinificazione in rosa e, da ultimo, anche nella spumantizzazione, che alcuni produttori hanno intrapreso.
L’unica nota dolente è la difficoltà dei produttori molisani a fare rete per affermarsi maggiormente in un mercato sempre più complesso e globale, dovuta anche al basso numero di aziende presenti.
I RICONOSCIMENTI ALLE CANTINE
LA LISTA DEI TOP WINES DELLA REGIONE
Potrete incontrare le cantine premiate e assaggiare i TOP WINES di Abruzzo e Molise nelle 2 giornate di degustazione a Milano il 9 e il 10 ottobre prossimo!
Guardate che i biglietti stanno andando a ruba e quindi vi conviene assicurarvi il posto in Paradiso con una certa velocità!!!! Slow sì, ma non esagerate.
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