Questa foto è stata scattata poco più di un anno fa a Modigliana. Più precisamente in via Monte Trebbio numero 17, nell’agriturismo e azienda vitivinicola Il Teatro di Luca Monduzzi e Stefania Montanari. Intorno al tavolo le produttrici e i produttori di questa parte di Romagna dove il Sangiovese racconta un territorio fatto di marne-arenarie, boschi e altitudini, ma non solo. Fatto anche delle difficoltà di lavorare la vigna sull’Appennino e della lucida visione di uomini e donne che stanno investendo in questo luogo per trarne il meglio.
Oggi, a un anno di distanza, il Teatro è chiuso, la strada per arrivarci è stata inghiottita da una frana e le vigne sono raggiungibili solo a piedi. Luca e Stefania si sono spostati a casa di amici “A causa di possibili (ulteriori ndr. ) frane dati i prossimi giorni di forte maltempo”, come si legge nell’ordinanza di sgombero del sindaco di Modigliana. “Allora – scrive Luca Monduzzi in un post – devi scegliere cosa valga la pena portarti dietro, anche solo per esorcizzare le ipotesi più nere” ed elenca, fra le altre cose, “le bottiglie di Violano più vecchie e tutto quello che può ricordare Il Teatro e quel che hai fatto fino ad ora”.
Da quelle parole di Luca Monduzzi sono passati cinque giorni e la pioggia non si è, praticamente, mai fermata in Emilia-Romagna e, anzi, ha assunto il peso e la misurabilità specifiche di una tragedia: una media di 200 millimetri di acqua precipitata, letteralmente, in 36 ore, 42 comuni allagati, 23 fiumi esondati, 27mila persone evacuate, oltre 280 frane e 400 strade interrotte. Quattordici morti.
L’emergenza non è più, non è solo, a Modigliana, ma travolge tutta la Romagna: da Cesena a Bertinoro passando per Brisighella, Predappio, Mercato Saraceno, Faenza, Castrocaro, Castel bolognese, il comparto del Burson. “Non se ne salva uno”, come mi è stato detto poco fa. Tutti luoghi che per noi, che ci occupiamo di vino e che li visitiamo ogni anno, corrispondono a volti di produttori e produttrici, ai loro racconti, ai loro progetti, al loro calore e alla loro generosità, alle lunghe camminate nelle vigne, alle ore di risate, assaggi, mangiate e chiacchiere condivise.
In queste giornate di calamità ci sono arrivate notizie e immagini di vigneti distrutti dalle frane, strade affondate dall’acqua, aziende allagate o irraggiungibili se non, in alcuni casi, camminando per chilometri. Ci siamo, quindi, domandati, e abbiamo domandato a diverse produttrici e produttori cosa possiamo fare per aiutarli, oltre a sostenere il territorio attraverso le tante raccolte di fondi e di beni e oltre a indossare, per chi può, stivali e vanga per collaborare a spalare e a sistemare.
Siamo arrivati alla conclusione che parlare di loro, delle loro storie, dei loro prodotti, delle peculiarità di questi territori, possa essere una cosa piccola ma buona.
In contrapposizione all’isolamento a cui sono attualmente costretti, vorremmo cercare, insomma, di renderli raggiungibili attraverso le parole e, magari, stimolare l’interesse di un numero ancora maggiore di consumatori e consumatrici verso i loro vini.
Intorno a quel tavolo in foto, oggi, metaforicamente, siedono quindi tutti e tutte loro, da ogni zona della Romagna colpita, e i loro progetti ai quali daremo ancora più voce in questi mesi.