Uno sguardo al passato, a quanto accaduto in questi 10 anni di Slow Wine, mette senza dubbio in evidenza quanto la Puglia del vino sia effettivamente cresciuta. E con essa siamo cresciuti anche noi, che viviamo in questa regione e abbiamo il privilegio di raccontarla, ed è cresciuta la consapevolezza di essere figli di una grande terra: grande per tradizioni antiche, come quella del vino stesso; grande per una biodiversità di territori difficile da trovare nel resto del Paese, con la particolarità dei due mari che bagnano la quasi totalità del perimetro della regione, con la Murgia che si insinua come una spina dorsale e con il terreno carsico che le fa da substrato; grande per i vitigni che la rappresentano maggiormente nell’immaginario collettivo, come il primitivo, il negroamaro e l’uva di Troia, ma anche per quelli che hanno visto una sorprendente crescita in questi 10 anni, come il minutolo, il bombino, le malvasie, la verdeca, il susumaniello, l’ottavianello; grande per la vocazione a produrre dei rosa unici, che si sono imposti come portabandiera di una tipologia troppo spesso – a torto – messa da parte da chi il vino lo beve o lo racconta; grande soprattutto per le tante realtà aziendali che abbiamo incontrato lungo il nostro percorso, fatte di vignaioli che con la loro passione e il loro lavoro sono riusciti a far emergere la Puglia, a darle la meritata dignità, a imporla definitivamente tra le più importanti regioni italiane del vino, e che hanno capito che solo con il rispetto del territorio e con un modello di viticoltura sostenibile si può guardare al futuro.
In questa edizione viene confermato il trend positivo del Primitivo di Manduria e delle varie espressioni del Negroamaro, con vini sempre più aderenti al territorio, senza forzature che rischiano solo di appesantirne il sorso. Il lavoro fatto sul Nero di Troia conferma che, se si riesce a tenere a bada il tannino, può essere declinato in versioni eleganti e molto piacevoli (come accade per il Cacc’e Mmitte, ad esempio). Stupisce la qualità media dei vini bianchi, pur provenienti da un’annata difficilissima come la 2018: un dato che dimostra un’attenzione in costante crescita verso questa tipologia. Non ci stupiscono più, invece, i vini rosa, della cui importanza già abbiamo detto.
Permetteteci, infine, di dedicare le ultime righe di questa introduzione all’uomo che più di ogni altro ha dedicato la sua vita al miglioramento della viticoltura e dell’enologia pugliesi: Severino Garofano. In oltre 50 anni di lavoro Severino ha saputo dare una svolta decisiva alla produzione di vini di qualità in Puglia, grazie alle numerose collaborazioni nel Salento, nella sua Copertino, fino alla Daunia, passando per Castel del Monte. Oggi siede al banchetto degli indimenticabili, da dove saprà essere ancora guida per tutti quanti. Ciao Severino, ciao amico!
Le etichette segnalate con un riconoscimento in Slow Wine 2020:
VINO SLOW
Cacc’e Mmitte di Lucera Agramante 2017, Paolo Petrilli
Cacc´e Mmitte di Lucera Caporale 2016, Agricola Paglione
Castel del Monte Nero di Troia Parco Marano 2016, Giancarlo Ceci
Filotorto 2014, Mazzone
Gioia Del Colle Primitivo Fatalone 2017, Fatalone Pasquale Petrera
Gioia del Colle Primitivo Ris. 2016, Plantamura
Girofle 2018, Severino Garofano Vigneti e Cantine
Graticciaia 2015, Vallone
Greco 2017, L’Archetipo
Il Sale della Terra 2015, Antica Enotria
M. Cl. Nature La Dama Forestiera 2013, d’Araprì
Negroamaro Rosato 2018, Masciullo
Old Vines 2016, Morella
Primitivo di Manduria 2015, Attanasio
Primitivo di Manduria Tradizione del Nonno 2016, Vinicola Savese
GRANDE VINO
Es Più Sole 2017, Gianfranco Fino
Gioia del Colle Primitivo 2017, Cantina Ognissole – Tenuta di Cefalicchio
Metiusco Rosato 2018, Palamà
Patriglione 2014, Cosimo Taurino
Primitivo di Manduria Assiade 2017, Vigne Monache
Primitivo di Manduria Chiodi di Garofano 2015, Antico Palmento
Sinfarosa Zinfandel 2017, Felline
VINO QUOTIDIANO
Cacc’e Mmitte di Lucera Motta del Lupo 2018, Paolo Petrilli
Calarosa 2018, Borgo Turrito
Castel del Monte Nero di Troia Violante 2017, Rivera
Casteldrione 2017, D’Alfonso del Sordo
Contessa Staffa 2018, Antica Enotria
Filimei 2017, L’Astore Masseria
Five Roses 2018, Leone de Castris
Mjere Rosato 2018, Michele Calò & Figli
Nardò Rosso Danze della Contessa 2018, Alessandro Bonsegna
Nativo 2017, Duca Carlo Guarini
Primitivo 2016, Amastuola
Primitivo 2017, Masseria Ludovico
Rosa del Golfo 2018, Rosa del Golfo
Ruah 2017, Santi Dimitri
Salice Salentino Ris. 2016, Cantele
Ser Vite 2018, Vigne Monache
Solo Fiano 2018, Michele Biancardi
Soltema 2016, Antica Masseria Jorche
Spinello dei Falconi 2018, Cupertinum – Cooperativa di Copertino
Volere Volare 2017, Pietraventosa
Le etichette premiate che vedete qui elencate potrete trovarle in degustazione a Montecatini Terme il 12 ottobre, per non perdervi il più grande evento di presentazione di una guida italiana cliccate qui.