La Sicilia per Slow Wine 2024

Potrete incontrare le cantine premiate e assaggiare i TOP WINES della Sicilia durante la grande degustazione che si terrà a Milano sabato 7 ottobre 2023.

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Il costo dell’ingresso è di 49 euro (39 euro per i soci Slow Food e i soci Fisar) e comprende anche una copia della guida Slow Wine 2024. Dalle 14 alle 20 negli ampi spazi del Superstudio Maxi, in via Moncucco 35, troverete i banchetti di assaggio con la presenza diretta dei produttori: in definitiva ci saranno più di 800 vini da assaggiare, per la gioia di ogni palato.

 

 

LA SICILIA
PER SLOW WINE 2024

 

I RICONOSCIMENTI ALLE CANTINE

 

 

 

LA LISTA DEI TOP WINES

 

 

INTRODUZIONE

 

La maggior parte dei report sulla vendemmia 2022 riportavano frasi rassicuranti sull’annata produttiva, ovvero sull’incremento della qualità delle diverse espressioni varietali, oltre che sulla capacità di resilienza al cambiamento climatico. Insomma, la solita “ottima annata”, nonostante tutto. Sia chiaro, amiamo questa terra e rispettiamo chi lavora, ma non viviamo su Marte e abbiamo contezza che spesso i parametri analitici non sono del tutto rapportati alla ricchezza del continente Sicilia. Se i vini dell’annata 2021, nonostante le preoccupazioni per gli effetti del clima sull’uva, e quindi sui mosti, hanno risposto meglio delle aspettative, non possiamo dire lo stesso per quelli del 2022, millesimo decisamente complicato per alcune varietà in particolare. Con le dovute differenze, ci è parso di registrare una maggiore standardizzazione del carattere degli Etna rosso rispetto agli Etna bianco, con l’enclave di Milo che rimane però piena di sorprese e di vini ricchi di diversità e caratteri specifici. Con riferimento ai Nero d’Avola, abbiamo preferito quelli più carnosi, ma affilati. In ripresa, soprattutto più definiti e aderenti ai parametri genetici, i Perricone. I Grillo, tra i vini maggiormente penalizzati nelle ultime due annate, hanno perso in tensione, cosa che non è successa invece ai Catarratto, risultati tonici e di buon grip. Come purtroppo succede da alcuni anni, i Frappato si sono mostrati meno fragranti e più duri, mentre i Cerasuolo sono più interessanti, ma meno sfaccettati rispetto al passato. Cresce la qualità degli spumanti e dei frizzanti, tra i quali abbiamo apprezzato gli ancestrali da varietà autoctone; e cresce pure la qualità dei vini rosa. Confermata la validità e l’allungo dei Metodo Perpetuo, mentre è stabile il livello dei Passiti provenienti dai vari areali. In diminuzione la tensione sapida dei bianchi delle isole minori. Infine, consolidati e meno estrattivi i vini delle due varietà internazionali chardonnay e syrah.

La nostra attività di scouting continua senza sosta, e proliferano le nuove aziende. Ipotizzando che con lo stesso approccio richiamato in premessa correremo il rischio di dire lo stesso anche dell’annata 2023, ci permettiamo di fare una considerazione. Investiti da immagini e frasi a effetto sul mondo del vino ci pare che ci stiamo convincendo, come essere umani, di esserci evoluti nella cultura, nella consapevolezza e nella conoscenza di questo prodotto. Sì, è vero, la cultura del vino è cresciuta in maniera esponenziale, ma ci pare che spesso tale condizione sia legata a un approccio puramente edonistico, scordandoci che invece il vino è frutto della vigna e del lavoro dell’uomo, e di tutto quello che ne consegue. Ecco, auguriamo a tutti di bere sempre più vini di vigna (vigna-centrici) e non mercato-centrici e stereotipati: una Sicilia da bere aderente ai territori e alle varietà. Non una Sicilia banale, che lavora in prevalenza alla ricerca del consenso del mercato, anche a costo di perdere le sue speciali identità, se non la sua anima. Ma una Sicilia che ricerchi, tuteli e valorizzi le sue genetiche policromie.