Grazie di tutto Giorgio Cecchetto

La notizia della morte di Giorgio Cecchetto, fondamentale viticoltore, enologo e sperimentatore del Piave, ci ha colto come una rasoiata. Se n’è andata “come la neve senza far rumore chiuso” una grande figura del Piave, quasi scegliendo una lirica immersione in quelle acque struggenti, a volte rinsecchite e a volte rigonfie, ma sempre, cariche della storia di genti, donne e uomini, che hanno scritto il canto della fatica, dell’umiltà, del lavoro, della speranza e della gioia. Un amico per noi di Slow Wine, ma soprattutto un sognatore con i piedi ben piantati nella sua terra e, al contempo, con lo sguardo lungo, teso, vibrante di chi ha voglia di “conquistare” il mondo per conoscerlo, per abbeverarsi della sua complessità e per coglierne la sua umana ricchezza.

Uno che con tutte le sue forze è rifuggito dalla coltivazione del suo orticello per tendere le mani, sempre, verso nuovi orizzonti.

Tante le sue battaglie, ma la sua battaglia del Piave, la sua quintessenza, è stata quella del Raboso. In direzione ostinata e contraria, negli anni che aborrivano i vitigni autoctoni, lui si è battuto con la caparbietà, la tenacia e la resistenza di un mulo sull’Ortigara, molto più per un ideale che per un vino, profeta di tempi che ci riempiono il cuore di nostalgia.

Tanti i sui progetti, non solo nel vino, o comunque anche con il vino, come nel sociale, a favore di tanti, o quelli sulla sostenibilità della terra. Ciao Giorgio che quelle acque lievi e la tua dolce terra ti tengano con loro per l’eternità e a noi il ricordo di un gesto semplice e pieno di forza.

I collaboratori di Slow Wine Veneto