Grande novità in casa Slow Wine: la guida a I migliori 100 vini rosa d’Italia di Slow Food Editore

Dopo l’uscita del volume sulle “100 migliori Bollicine d’Italia”, pubblicato da Slow Food Editore nell’autunno dello scorso anno – clicca qui per saperne di più su questa pubblicazione – siamo molto contenti di annunciarvi l’uscita di un libro “gemello”: la guida a I MIGLIORI 100 VINI ROSA D’ITALIA.

Un volume agile e istruttivo dedicato ai vini rosa – quelli, per capirci, che non sono bianchi, non sono rossi e non sono orange… – che troverete da giovedì sullo store online di Slow Food Editore e che vedrà la sua prima uscita pubblica in occasione del prossimo Vinitaly, che inizia tra qualche giorno a Verona (domenica 7 – mercoledì 10 aprile).

Nei prossimi giorni vi daremo maggiori informazioni sulle presentazioni in fiera a Verona e vi faremo vedere alcuni stralci del libro: in particolare già domani, su questo sito, vi spiegheremo perché chiamiamo questi vini “rosa” e non “rosati”, come più comunemente – ma a nostro avviso erratamente – vengono chiamati.

Quindi rimanete sintonizzati su queste pagine!

 

Il sommario del libro prevede alcuni capitoli iniziali sul nome, sui colori, sulle tecniche di produzione e sul mercato dei vini rosa italiani. Si passa poi a sei ampie schede sui principali territori di produzione e sulle principali denominazioni di vini rosa in Italia (in ordine alfabetico: Castel del Monte Rosato, Cerasuolo d’Abruzzo, Chiaretto di Bardolino, Cirò Rosato, Salice Salentino Rosato, Valtènesi Chiaretto), concludendo con le schede delle migliori 100 etichette di vini rosa italiani, scelte dalla redazione di Slow Wine.

Chiudiamo riportando qui sotto l’introduzione al volume scritta dai due curatori, Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni: vi aspettiamo nei prossimi giorni per mostrarvi altro su questa bella guida!

 

Stagionali, sottovalutati, dimenticati, relegati a categoria a parte, spesso denigrati. Questo è quanto accade in Italia ai vini rosa. Visti da molti produttori come un semplice completamento di gamma e dai consumatori come la bottiglia da abbinare al pesce in estate, quando fa troppo caldo per bere un rosso, e non si vuole consumare il solito bianco ghiacciato.

È triste, molto. Perché l’universo di questa tipologia è ricchissimo di sfaccettature e il nostro Paese offre una biodiversità così grande da fare impallidire qualsiasi altra nazione. Ebbene sì, anche la Francia, maestra assoluta della tipologia, con un export, principalmente negli Usa, che cresce a doppia cifra da qualche anno a questa parte. In Italia, però, abbiamo una gamma cromatica di diverse sfumature del rosa che non ha pari, così come la composizione varietale di numerosissimi vitigni che vengono impiegati nella vinificazione di questa particolare tipologia. Insomma, verrebbe da dire, storpiando un claim di enorme successo, pink different.

Come sempre accade, gli ultimi a rendersene conto siamo proprio noi italiani, che abbiamo in casa un tesoro e non lo sappiamo valorizzare. Con questo volume vogliamo raccontare quanto affascinanti siano i vini rosa, intendiamoci quelli concepiti con la volontà di produrre qualità, perché c’è un gran bisogno a nostro avviso di far crescere il settore e di posizionarlo allo stesso livello di quello dei maggiori produttori al mondo. Ci sono anche il desiderio e l’ambizione di far crescere la cultura degli appassionati, per tale motivo nascono le sezioni dedicate ai principali territori e denominazioni, così come ai differenti metodi di produzione. Non ultimo compare il motivo della scelta di chiamarli vini rosa e non rosati.

Ma siamo ottimisti, qualcosa si sta muovendo, c’è una volontà comune a molti produttori e a differenti consorzi di unirsi e fare gruppo, per arricchire il mercato, la qualità e soprattutto la cultura in materia. Tutte cose che attendevamo da tempo. Fortunatamente i tempi sono maturi, chissà che anche il volume che avete tra le mani non possa dare un piccolo contributo a questo forte movimento di rinascita dei vini rosa italiani.

Noi ci crediamo, fatelo anche voi!

Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni