Leggendo i numeri ufficiali sui vigneti condotti con metodo biologico e sul vino biologico certificato emergono alcuni aspetti significativi.
Intanto si nota subito che la produzione di vino biologico è un fenomeno quasi esclusivamente europeo: nei paesi UE si concentra infatti il 79% della superficie vitata bio del mondo. Stando poi ai dati sull’incidenza della superficie vitata bio sul totale dei vigneti si scopre che complessivamente in Europa il dato si assesta attorno al 12%, mentre risulta essere appena del 7% nel mondo intero.
In questo quadro europeo l’Italia detiene, assieme alla Francia, il primato della presenza di superficie vitata biologica certificata: i 117.00 ettari di vigneti condotti con metodo bio rappresentano il 18% del totale nazionale. La tendenza a convertire la conduzione delle vigne al biologico è cresciuta in maniera significativa negli ultimi dieci anni, con un incremento del 125%; c’è da dire però che Spagna e Francia hanno fatto anche meglio di noi: incremento del 129% in Spagna e ben del 171% in Francia.
Analizzando meglio la situazione regionale italiana ci si accorge che Sicilia, Puglia e Toscana sono state le regioni più attive nella conversione al bio, raggiungendo attualmente assieme più del 55% della superficie vitata bio italiana. La Sicilia in particolare oggi può contare su quasi 30.000 ettari di vigneti condotti con metodo biologico, che rappresentano quindi il 28% della superficie nazionale.
Alla luce di questi dati abbiamo richiesto un’opinione a Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio: «la viticoltura biologica è il settore che più ha innovato, rappresenta un modello virtuoso per la capacità di valorizzare l’ambiente e l’identità dei territori. La forza dei vini italiani è la denominazione d’origine che unita al metodo sostenibile fa davvero la differenza. La conversione al biologico rappresenta quindi un’opportunità straordinaria, inoltre, con il 18% sul totale della viticoltura nazionale, il vigneto bio ha già il primato di superficie coltivata. È uno dei trend più positivi dell’agricoltura biologica italiana, il settore va però supportato con politiche e investimenti in ricerca per essere sempre più competitivo sia in Italia che all’estero».