Dal 2018, l’associazione ReFoodGees raccoglie cibo invenduto e lo distribuisce gratuitamente nei mercati rionali dell’Alberone e dell’Esquilino a Roma.
Durante la pandemia e il conseguente lockdown i volontari, tra cui anche alcuni rifugiati e richiedenti asilo, non hanno smesso di organizzare consegne domiciliari e il banco alimentare al mercato aiutando i più bisognosi di tutta la città.
Nata a fine 2018, dal progetto Roma Salvacibo, l’associazione ReFoodgees, chiamata così perché comprende anche rifugiati e richiedenti asilo tra i volontari, gestisce un’attività ampia e consolidata, capace non solo di redistribuire una tonnellata di cibo ogni sabato gratuitamente nei mercati rionali dell’Alberone e dell’Esquilino a Roma, ma anche di fare da trait d’union fra tante persone e progetti sociali. Partiti con la distribuzione della frutta e della verdura invenduta, col tempo, al Nuovo Mercato Esquilino si è aggiunta la raccolta di prodotti da forno, libri, giocattoli e vestiti per bambini e la realizzazione di attività̀ artistiche, ludiche e ricreative. Grazie al progetto, il mercato è quindi diventato momento di socializzazione, luogo di condivisione, di incontro e di gioco.
Durante la pandemia tutto però si è fatto più complicato, ma ovviamente i volontari e il progetto non si sono fermati.
«L’andamento delle attività – ci ha spiegato Viola De Andrade Piroli, presidente dell’associazione – ha inevitabilmente risentito della pandemia. Tutto è partito da un pranzo contro lo spreco alimentare che dovevamo organizzare ad aprile 2020 in piazza Vittorio nell’ambito dell’iniziativa Portici Aperti, con Slow Food Roma e diverse altre realtà che operano nel quartiere Esquilino. Quando è partito il lockdown ovviamente il pranzo si è rivelato impossibile, ma con i fondi che erano stati raccolti si è deciso di aiutare i meno fortunati. Alcune realtà locali hanno fatto un censimento delle famiglie in difficoltà e insieme ad altri volontari noi ci siamo organizzati per la raccolta e la consegna del cibo. Non ci siamo quindi mai fermati, neanche quando eravamo in zona rossa e così, grazie alla rete di Portici Aperti abbiamo aiutato oltre 240 famiglie. Sono stati sabati di consegne surreali: abituati a vedere il caos del sabato a Roma, viaggiavamo in una città fantasma, non c’era nessuno».
Da giugno 2020, quando il lockdown si è allentato, l’associazione ha ripreso a organizzare il banco al mercato, con tutti i dispositivi di sicurezza.
«Le persone che si avvicinavano al nostro banco – spiega Viola – erano e sono estremamente eterogenee. Rispecchiano sia il quartiere multietnico dell’Esquilino dove lavoriamo, sia il mercato stesso, che vende frutta, verdura, spezie e molte altre cose che si trovano solo qui. È difficile fare delle percentuali precise, ci sono nordafricani, molti dell’Africa sub-sahariana, che tra l’altro è la provenienza di molti nostri volontari, centro e sudamericani, asiatici e certamente anche italiani. Anche come età il pubblico è decisamente vasto e diversificato. Non abbiamo aiutato solo la gente del nostro quartiere: insieme all’Associazione Genitori Scuola Di Donato, che promuove dentro e fuori la scuola attività culturali, sportive e artistiche per i bambini, siamo riusciti anche ad aiutare l’occupazione Quattro Stelle dove vivono oltre 400 persone, di cui molti bambini, in difficoltà. Era un albergo-centro congressi. Poi sono entrati i primi stranieri e dal 2012 a oggi è un’enclave multiculturale pacifica. Alcuni di noi il sabato, insieme ai volontari della Di Donato, facevano le consegne lì, mentre altri si occupavano del quartiere o del banco al mercato».
Tra 2020 e 2021 sono stati recuperati e distribuiti circa 36,000 chili di frutta, verdura, pane… e tanto amore.
«Oggi – conclude Viola – siamo circa una trentina di persone operative, che lavorano tra due gazebi, divisi tra una prima linea dove serviamo la frutta e la verdura e la parte espositiva, dove le persone vedono quello che c’è e chiedono quello di cui hanno bisogno. La collaborazione con Portici Aperti si è conclusa – anche se loro continuano a sostenere una decina di casi in difficoltà – mentre noi abbiamo iniziato a dare supporto non solo sulla parte alimentare, ma anche per le pratiche burocratiche che migranti o persone più disagiate si trovano a dover affrontare e non riescono a risolvere. Cerchiamo di metterci in rete con attività del territorio che si occupano di altri aspetti legati al sostegno di persone in difficoltà socioeconomica, come per esempio Casa Dei Diritti Sociali o Pianoterra Onlus. Uno di questi è quello della neo-natalità. Prima facevamo molte attività con i bimbi, ma causa del Covid hanno iniziato a venirne molti di meno così ci siamo dedicati ad altre fasce. Grazie al banchetto, che rispetto ad un ufficio chiuso o ad uno sportello è più accessibile, siamo riusciti ad indirizzare diverse donne in difficoltà a realtà specifiche che le hanno aiutate e con le quali si è creata una bella sinergia. Il mercato resta comunque il cuore della nostra attività: storicamente crocevia di persone, storie, affari, è il luogo ideale per favorire incontri, relazioni e scambi di beni, idee ed esperienze».
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