Chi siamo
Le politiche europee ci riguardano tutti. Adottiamo quelle giuste!
Dopo avere portato avanti per anni attività di promozione e sensibilizzazione rivolte in particolare ai decisori dell’Unione Europea, negli ultimi anni Slow Food, grazie anche alla presenza sempre più capillare sul territorio europeo, ha avviato nuove iniziative per aumentare l’impatto del lavoro congiunto svolto nei vari paesi dell’Unione Europea sotto il coordinamento di Slow Food Europe.
Per fare ciò nel 2013 Slow Food ha aperto un ufficio a Bruxelles per rendere più incisivo il suo lavoro di patrocinio e difesa e da allora combatte in prima linea per creare in Europa un sistema alimentare e agricolo migliori
Slow Food Europe si adopera per far sentire in maniera chiara e decisa una voce comune, traducendo le istanze della società civile in un’opera di sensibilizzazione istituzionale, inquadrando a livello di Unione Europea problemi che fino ad ora sono stati trattati solo in chiave nazionale e locale.
All’interno dell’Unione Europea, infatti, i vari elementi che compongono il sistema del cibo continuano a venire disciplinati da disposizioni disorganiche e da agenzie che non dialogano tra loro, spesso con risultati contraddittori. Slow Food Europe ritiene che questo approccio vada modificato in maniera tale da rispecchiare il modo in cui gli aspetti del sistema del cibo si sovrappongono tra loro.
VERSO UNA POLITICA ALIMENTARE COMUNE
Per questo motivo Slow Food Europe sostiene con ogni mezzo la transizione verso una Politica Alimentare Comune (Pac) dell’Unione Europea: è questo infatti un presupposto indispensabile per consentire un approccio olistico al nostro sistema del cibo, un approccio che sia cioè in grado di tenere conto dell’ambiente, della salute e di chi il cibo lo produce.
L’attuazione della Pac consentirebbe di coordinare le decisioni istituzionali su tematiche come l’agricoltura, lo sviluppo rurale, l’ambiente, il commercio, la salute, il benessere animale, la pesca, la sicurezza alimentare, lo sviluppo e altro ancora. In questo modo sarebbe possibile stabilire una direzione da seguire e far convergere in un’unica sede iniziative e misure atte a facilitare la transizione verso nuovi sistemi del cibo finalmente sostenibili sul lungo periodo.