Riscopriamo la civiltà del castagno

La castagna è un frutto straordinario, per le qualità nutrizionali, la versatilità gastronomica, la capacità di conservarsi, essiccata o trasformata in farina, pane, pasta…

I castagni catturano Co2, assicurano la tenuta dei versanti delle montagne altrimenti esposti a frane e smottamenti e, se ben curati, prevengono gli incendi boschivi. Un castagneto ben tenuto significa bellezza e quindi valore, turismo attento e rispettoso.

Messa da parte nel secondo dopo guerra, la castanicoltura sta attraversando un periodo di rinnovato interesse. La volontà di recuperare il patrimonio castanicolo e la cultura della sua coltivazione è diffusa, ma bisogna mettere in rete tutti coloro che hanno la volontà d’impegnarsi, dare loro voce e strumenti di azione.

Per questo Slow Food ha deciso di creare una rete di castanicoltori.

Rete Slow Food dei castanicoltori
© Archivio Slow Food

La rete Slow Food dei castanicoltori

Questa nuova rete di Slow Food coinvolge comunità, condotte, produttori, cuochi, tecnici, e mette al centro la rigenerazione delle Terre Alte attraverso la diffusione della castanicoltura tradizionale, con i suoi saperi, gli usi, le tecniche, cercando di definire azioni comuni per salvaguardare e riqualificare una risorsa che può tornare a essere strategica, offrendo nuove opportunità di sviluppo per i territori appenninici e alpini pedemontani.

La rete dei castanicoltori ha mosso i primi passi in occasione di OltreTerra 2021 (in Emilia-Romagna, 5-6 novembre 2021), dove è stata condivisa la prima stesura del Manifesto “Castagno, Risorsa Strategica per le Aree Interne” e dell’evento di Capranica Prenestina (in Lazio, 26-28 novembre 2021).

Mettendo insieme soggetti e competenze diverse, la rete consente un agevole scambio di buone pratiche, processi virtuosi e conoscenze ed è capace di unire saperi tradizionali, innovazione e creatività.

Che cosa vuole fare?

  • Promuovere il recupero della coltivazione dei castagneti
  • Tutelare e diffondere le varietà locali
  • Recuperare a valorizzare l’architettura rurale legata alla lavorazione delle castagne
  • Potenziare la collaborazione tra ricerca, tecnici e castanicoltori, per affrontare le principali sfide del settore (dai problemi fitosanitari alla redditività della coltura)
  • Diffondere la conoscenza della castanicoltura da frutto come patrimonio ambientale, sociale, economico e culturale collettivo
  • Diffondere e innovare gli usi gastronomici della castagna e dei suoi derivati

In che modo?

La rete agisce secondo i tre pilastri della “call to action” di Slow Food: la biodiversità (mappando e tutelando varietà locali e castagneti, creando comunità Slow Food e Presìdi), l’educazione (promuovendo attività di formazione per castanicoltori, artigiani, e cuochi, e di educazione del gusto per i co-produttori), l’advocacy (proponendo semplificazioni normative per l’avvio e il recupero della coltivazione dei castagneti, promuovendo politiche a favore dell’associazionismo e programmi di ricerca a sostegno di questo settore).

Per informazioni scrivere a castanicoltori@slowfood.it

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