Nuova Pac. Venerdì 26 marzo si riunisce in Trilogo: i massimi organi europei, Commissione, Parlamento e Consiglio sono chiamati a discutere le rispettive posizioni sul testo dei regolamenti della prossima Politica Agricola Comune.
Prologo.
Venerdì 23 ottobre 2020 il Parlamento europeo decreta una grave sconfitta per la biodiversità, il clima e gli agricoltori che lavorano nel rispetto dell’ambiente. La plenaria sceglie infatti di ridurre la già bassa ambizione della proposta di riforma della Politica Agricola Comune (Pac) avanzata dalla Commissione europea. Un voto che cancella ogni relazione coerente tra Politica agricola europea e il Green Deal, rendendo tortuoso se non impossibile il percorso verso la transizione ecologica delle filiere agricole in Europa.
Quella votata a ottobre è infatti una Pac iniqua, manchevole di misure per ridurre l’impatto negativo dell’agricoltura industriale sull’ambiente, che incentiva le concentrazioni fondiarie perché indirizza gli aiuti alle aziende di maggiori dimensioni, con pagamenti diretti stabiliti per ettari e capi allevati, sussidiando così monocolture e allevamento intensivo, con grave svantaggio per le aziende di piccola scala o che operano nelle aree più rurali.
Esattamente il contrario di quello che servirebbe. E basta un dato per inquadrare la grave situazione: in Europa, l’80% dei pagamenti va al 20% delle aziende causando fortissimi squilibri nella distribuzione dei fondi della Pac.
La svolta: il voto del Trilogo sulla nuova Pac
Dopo mesi di trattative, il 26 marzo si riunisce in Trilogo: i massimi organi europei, Commissione, Parlamento e Consiglio sono dunque chiamati a discutere le rispettive posizioni sul testo dei regolamenti della prossima Politica Agricola Comune.
Ora la speranza e l’invito forte è che la Commissione non ceda sulle regole minime per il raggiungimento degli obiettivi delle due Strategie del Green Deal, Farm to Fork e Biodiversità 2030.
Una richiesta che un’ampia colazione di organizzazioni europee (dei settori alimentare, agricolo, ambientale, dello sviluppo e della salute pubblica) ha rivolto alla Commissione Europea, alla Presidenza del Consiglio dell’Unione europea e ai relatori del Parlamento europeo sui regolamenti della Pac in una lettera aperta che rappresenta il volere di milioni di cittadini e agricoltori, che chiedono una riforma ambiziosa, verde ed equa.
Lettera aperta della società civile
Ne riportiamo i passaggi più significativi, e vi invitiamo non solo alla lettura e presa di coscienza, ma alla condivisione. Perché, come scriviamo nella lettera: «Gli agricoltori non sopravvivranno a un altro decennio di politiche di business-as-usual». Collasso della biodiversità, collasso climatico, forti squilibri di potere nelle catene di approvvigionamento, sovrapproduzione cronica producono vittime non solo tra gli agricoltori europei. «Anche gli agricoltori del Sud del mondo, i lavoratori agricoli stagionali, le comunità rurali colpite dall’inquinamento agricolo e il nostro mondo naturale in rapido degrado meritano politiche migliori».
Scriviamo nella lettera:
«Affrontare queste sfide strutturali richiede una politica ambiziosa e lungimirante, che deve partire dalla Pac post-2022. Il Green Deal europeo, presentato dalla Commissione europea e accolto con favore dagli Stati membri e dal Parlamento europeo, prende un chiaro impegno per “un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente” come parte di una giusta transizione verso un’Europa a zero emissioni. Questo non può accadere nel settore agricolo senza una Pac che fornisca un chiaro percorso di cambiamento e sostenga gli agricoltori nella transizione.
Le richieste di Slow Food e delle associazioni che si battono per una Pac più equa ed efficace
Come negoziatori principali nei Triloghi in corso, vi esortiamo a integrare le seguenti priorità generali nei tre regolamenti della Pac:
- Incorporare i principi, gli obiettivi e i target del Green Deal nella Pac.
Gli obiettivi del Green Deal devono diventare vincolanti nella Politica agricola
- Piena acquisizione del principio del “non nuocere” attraverso una forte condizionalità e salvaguardia ambientale e sociale
I sussidi della Pac dovrebbero essere determinati e vincolati al rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori agricoli
- Accompagnare gli agricoltori e gli attori rurali nel passaggio verso pratiche e modelli agricoli rispettosi del clima, della natura, delle persone e degli animali attraverso un sostegno equo ed efficace della Pac;
La Pac deve permettere e sostenere la transizione verso pratiche agroecologiche
- Gestire e regolare i mercati agricoli e limitare la sovrapproduzione, causa di sprechi e crolli dei prezzi, e aumentare l’equità e la trasparenza delle filiere alimentari;
La Pac deve garantire filiere alimentari trasparenti ed eque
- Garantire una buona governance nella nuova Pac attraverso regole forti sulla trasparenza, sulla responsabilità degli Stati membri per la spesa di bilancio dell’Ue, favorendo la partecipazione della società civile, il monitoraggio delle prestazioni e il reporting sulla base di indicatori solidi.
La Pac è uno strumento pubblico, quindi la distribuzione dei fondi dovrebbe essere trasparente ed equa.
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