La sostenibilità non basta, è tempo di rigenerazione

La pandemia, la crisi ambientale e climatica ci hanno insegnato che tutto è connesso. Non è più tempo di rendere le nostre attività sostenibili, è necessario un approccio che tenga insieme aspetti ambientali, culturali, sociali, economici ed etici per avviare un processo di rigenerazione: degli ecosistemi, delle relazioni, del pensiero.

Ad Anacapri gli olivi guardano il mare. Le foglioline grigio argento rilucono insieme alle increspature dell’acqua. Il clamore caprese sembra lontano.
Ma questo scenario non è sempre rimasto intatto: è frutto anzi di un lungimirante generoso appassionato e audace lavoro di recupero di decine di ettari ad olivi riconquistate dalla macchia negli ultimi decenni.

È il progetto collettivo “L’oro di Capri” che abbiamo potuto scoprire nel fine settimana dell’11 e 12 giugno, in occasione della presentazione della Guida Agli Extravergini 2022 in Campania.

La pandemia, la crisi ambientale e climatica ci hanno insegnato che tutto è connesso. Non è più tempo di rendere le nostre attività sostenibili, è necessario un approccio che tenga insieme aspetti ambientali, culturali, sociali, economici ed etici per avviare un processo di rigenerazione: degli ecosistemi, delle relazioni (fra le persone, fra esseri umani e natura), del pensiero.

La rigenerazione passa dalle comunità

In un modello di sviluppo che ha privilegiato la dimensione industriale, nei luoghi di pianura le grandi aree metropolitane si sono estese: vi si son concentrati popolazione, servizi, trasporti, infrastrutture, produzione e consumo; nonostante la popolazione italiana stia decrescendo, ogni giorno vengono infatti coperti o sigillati 16 ettari di suolo attraverso la cementificazione, la realizzazione di infrastrutture, serre. Un abuso che avviene a scapito delle terre migliori: le pianure più fertili e utili per l’agricoltura del nord e le aree vulcaniche campane o costiere del sud.

 Oro di Capri rigenerazione
Al contempo intere aree, più interne, più lontane da questi grandi centri, aree rurali, vengono invece progressivamente marginalizzate, depauperate di risorse e servizi, e talvolta violate con modalità del tutto consumistiche in certi specifici periodi dell’anno: una sorta di “colonialismo turistico”, connotato dalla velocità e dalla superficialità. Tutto questo ha effetti spesso devastanti: abbandono dei paesi e dei borghi, impoverimento della biodiversità, aumento della fragilità del tessuto ambientale, agricolo e forestale, dissesto idrogeologico e perdita di coesione sociale.

E se rigenerare i luoghi significa riattivare il tessuto sociale delle comunità che li abitano, prendersi cura del territorio, dare valore alle produzioni agricole e ai paesaggi, promuovere forme di turismo rispettose del contesto, allora l’esperienza comunitaria del progetto “L’oro di Capri” è un esempio di “rigenerazione”.

Anacapri, tempio di biodiversità

Ad Anacapri abbiamo visitato un luogo di rara bellezza, di sontuosa biodiversità, di fondamentale valore culturale, storico e identitario: un’oliveta affacciata sul mare riconquistata alla macchia mediterranea dall’associazione “L’oro di Capri”. Dieci dei tantissimi ettari coltivati ad olivi di cui Anacapri è rivestita da secoli. Il suolo su cui ho camminato, sotto gli olivi, ricco di graminacee e leguminose, oltre ad avere un notevole valore paesaggistico, è un vero e proprio ecosistema ad altissimo livello di biodiversità vegetale e animale (insetti, piccoli mammiferi, uccelli), gestito con pratiche agroecologiche che prevedono il sovescio e la salvaguardia di particolari specie arbustive o arboree di pregio.

 Oro di Capri rigenerazione

La fertilità del suolo è a rischio

In Italia perdiamo ogni anno tonnellate di suolo fertile: il suolo può essere definito fertile se ha una percentuale di carbonio superiore al 3%, ma i terreni italiani hanno una presenza di carbonio organico ormai nell’ordine dell’1%, l’anticamera della desertificazione. Il valore della gestione oculata dei suoli e di pratiche “rigenerative” deve essere valutato in quest’ottica: senza suolo fertile non esiste agricoltura.

L’oro di Capri esempio di “rigenerazione2

E ancora: il lavoro di recupero degli olivi di Anacapri, ha previsto il coinvolgimento della collettività tutta, e ne è scaturita la costruzione di una comunità che include scuole, ristoratori che si alleano con il mondo della produzione, famiglie, artigiani, albergatori, associazioni – Slow Food Campania e Slow food Costiera Sorrentina Capri -, dove a ognuna delle componenti di questa comunità è riconosciuto il ruolo ecosistemico e sociale che gli spetta, per una rinnovata e autentica vitalità dei territori che passa anche dal riconoscimento del valore del lavoro legato al cibo e quello incommensurabile di produzioni di altissimo pregio nutrizionale, ambientale, sociale, culturale, identitario.

Turismo (slow) strumento di rigenerazione

In questo quadro anche il turismo può essere uno strumento di rigenerazione se gestito con attenzione per la fragilità (ambientale e sociale) del contesto. Una forma di viaggio che non si impernia soltanto sul marketing territoriale, che si appoggia piuttosto sul coinvolgimento e la formazione degli operatori locali (produttori, artigiani, ristoratori, albergatori, associazioni, scuole) e sulla proposta di esperienze legate alla cultura e al saper fare locale.

Il mondo dell’agricoltura, del cibo e delle tradizioni gastronomiche, le comunità in definitiva, rivestono, in quest’ottica, un ruolo decisivo.

Terra Madre: al centro le comunità

Terra Madre è l’evento più importante al mondo su cibo e produzione alimentare dove si rimette al centro quel mondo della produzione spesso nascosto e lo si rende visibile e protagonista.

Con Terra Madre Salone del Gusto a Torino vogliamo esaltare la biodiversità: genetica, ecosistemica, culturale, linguistica come elemento irrinunciabile di ricchezza.

Il nostro evento internazionale che promuove produzioni eccellenti, produttori eroici, pratiche agricole e di trasformazione antiche e innovative, interi territori sui quali le comunità sperimentano forme nuove concrete, replicabili, sostenibili resilienti di filiere alimentari: come “L’oro Di Capri”.

A Terra Madre si riflette, ci si incontra, si dialoga sui temi del presente per prendersi cura del futuro: Terra Madre vuole guardare al futuro con fiducia e speranza, e da subito agire il cambiamento con la forza di chi crede nelle idee e nel potere dell’umanità di modificare gli eventi.

Barbara Nappini
b.nappini@slowfood.it