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Il gelso nero per riportare il baco da seta in ValBormida

Parte un’altra avventura targata Slow Food dalla Condotta dell’Alta Val Bormida per riportare il baco da seta in Valle ( vedi il gelso nero, loc. Salto di Cengio). Una iniziativa che parte dalla tutela e l’impianto del gelso nero di Cengio per iniziare la filiera. Una filiera tipica e storica in questo territorio negli anni compresi dalla metà dell’800 al 1940 che veniva coltivata sia per il frutto che per le foglie necessarie per l’allevamento del baco da seta. 

A Carcare, a Saliceto,  a Monesiglio esistevano coltivazioni e laboratori come la piccola filanda di Monesiglio attiva dal 1850 e chiusa crca 70 anni fa.

Meinero resta il nostro deus ex machina che coordina queste virtuose iniziative , già distinto per la zucca di rocchetta, il meladay( 5000 nuovi alberi piantati)  e molto altro.

La presentazione di questa iniziativa sarà proprio durante il  Mela day 2020 del 14 Marzo prossimo per rintrodurre l’albero nel circuito del comprensorio.

Il progetto mira a coinvolgere le scuole per studiare l’insetto  che si nutre di questa pianta e innesca la filiera per arrivare al prezioso tessuto.

Il motto resta per Slow Food “Solo cose buone”.

Vincenzo Ricotta

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Riportiamo la nota della Condotta Slow Food delle Valli della Bormida 

La Condotta Slow Food delle Valli della Bormida, verso il
Congresso Internazionale 2020,  con una nuova iniziativa in difesa della biodiversità.
Gran parte dell’attività che la Condotta Slow Food delle Valli della Bormida ha svolto in questi 15 anni è stata nel nome della conservazione e valorizzazione della biodiversità che rappresenta il perno centrale della sua politica a difesa dei beni comuni.
Una biodiversità strettamente legata all’agricoltura e al cibo, un insieme di culture, tradizioni e saperi che appartengono al nostro territorio, tramandate di generazione in generazione.
A questi saperi, e alla cultura che li sottende, abbiamo sempre fatto riferimento nella costruzione di progetti che hanno trovato realizzazione sul territorio.
Così è stato per Il Mercato della Terra, la Zucca di Rocchetta, il Moco delle Valli della Bormida , e per le antiche varietà di mele della valle.
In prossimità del Congresso siamo chiamati a sviluppare ulteriormente questa azione, e a questo proposito vi invitiamo a leggere i documenti preparati in particolare nel nostro caso sulla BIODIVERSITA’
Venendo nel concreto sulla situazione contingente , è stata delineata una nuova iniziativa quella di riportare sul territorio il Mù ovvero il gelso nero (Morus nigra).
Abbiamo già prodotto e inviato alla Regione e al Comune la documentazione per inserire un esemplare radicato a Cengio nell’elenco degli alberi monumentali nazionali.
L’età di questo Gelso che ha una circonferenza di 420 cm è presumibilmente di oltre un secolo, (probabilmente due) da fine 1800 fino agli anni 30/40 del 1900, il Gelso era coltivato sia per il frutto che per la produzione di foglie per l’allevamento dei bachi da seta , attività molto diffusa in Valle Bormida.
Merita riportare cosa raccontava Padre Isola nell’opera “Carcare e le scuole Pie” (1897), i Carcaresi erano abili coltivatori, ognuno di essi possedeva almeno un piccolo appartamento e un podere nel quale, oltre alle tradizionali coltivazioni (grano,viti,ortaggi e alberi da frutto), si dedicava anche alla coltura del gelso per l’allevamento del baco da seta, dalla cui vendita si ricavavano buone somme di denaro, sufficienti per affermare che a Carcare la povertà era ai più “del tutto sconosciuta”.
A Cengio e nei paesi a valle , Saliceto , Monesiglio nei primi del 1900 era diffusa la coltura del Gelso proprio per l’allevamento del baco da seta e proprio a Monesiglio era allocata una “filanda” nata da un piccolo laboratorio nel 1850 e chiusa 70 anni fa.
Testimonianze confermano che l’esemplare in oggetto faceva parte di una diffusa presenza di Gelsi coltivati in questa zona che per la sua collocazione è al riparo da venti freddi essendo posizionata a ridosso dei calanchi e rocce di Cengio Alto.
Ancora oggi, nel periodo di maturazione dei frutti, vi è un notevole afflusso di persone a raccogliere i frutti.
Il secondo step ( indipendentemente dal riconoscimento a meno dell’albero segnalato come albero monumentale) prevede la possibilità di far adottare nel nostro territorio (un po come è stato per le mele antiche) delle nuove piante di Gelso nero.
L’obiettivo intanto è quello di richiamare l’attenzione , far mettere a dimora un buon numero possibile di piantine di Gelso e già questo sarebbe un buon risultato per la difesa della biodiversità e la storia locale e avere nei prossimi anni nuovi Gelsi anche per i frutti
Non sappiamo se da questa nostra nuova iniziativa scaturirà lo stimolo per reintrodurre il baco da seta, cosa che in Italia si sta già sperimentando, intanto ci portiamo avanti, piantando i Gelsi…
In occasione del 10 MelaDay di Sabato 14 di Marzo, edizione che sarà “celebrativa” con il report statistico, fotografie, schede pomologiche , le marze ecc. presenteremo l’iniziativa con la possibilità di “adottare” le prime piantine di Gelso.

Fiduciario: stelvio.menghi@alice.it   portavoce operativo progetto:  meinero@alice.it

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