Le Ricette del dialogo: l’intercultura che nutre la società

L’intercultura che nutre la società: con questo motto si è concluso il 9 dicembre scorso Le Ricette del dialogo, un progetto di coesione sociale, promosso dall’associazione Lvia con Slow Food, cooperativa Colibrì, associazione Renken, le associazioni delle comunità africane Asbarl e Panafricando, Regione Piemonte e Città di Torino, con il cofinanziamento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e i contributi delle Fondazioni CRC, CRT, Cattolica e Migrantes.

Attraverso il filo conduttore del cibo, le attività si sono snodate per più di un anno promuovendo l’incontro, la conoscenza reciproca e la crescita sociale ed economica sul territorio piemontese con l’obiettivo di migliorare il dialogo interculturale attraverso il “linguaggio del cibo”, che, inglobando tutte le diverse tradizioni culinarie, accomuna tutti noi in quanto essere umani.

Sede dell’evento finale è stata la Cooking Factory di Torino, i cui spazi hanno dato visibilità alle esperienze e alle voci dei protagonisti del progetto. Tra questi, si sono distinti i dieci cuochi della rete migranti di Slow Food, che in Piemonte hanno lanciato sei attività di ristorazione presso la propria abitazione e tre di promozione del cibo come strumento di dialogo interculturale presso la cittadinanza locale. Un cambio di narrativa dunque, dove i cittadini di diverse provenienze si fanno promotori di percorsi virtuosi capaci di rafforzare la crescita inclusiva delle città e delle comunità nei rispettivi territori di appartenenza.

«In questo particolare momento storico – ha dichiarato Alessandro Bobba, presidente di Lvia – pensiamo sia più che mai importante dare visibilità all’impegno, condiviso da tanti, di costruire una società capace di una visione ampia, consapevole delle risorse che si celano nella diversità di persone e culture e che sappia davvero valorizzarle, in diversi campi, dall’economia, al sociale, all’innovazione. Tutto questo ha rappresentato l’esperienza del progetto Le Ricette del Dialogo».

Mosso dalla convinzione che non si possa cambiare il sistema alimentare senza il desiderio di contaminarsi e scoprire altri mondi, fin dalla sua fondazione Slow Food si impegna a creare sinergie con realtà diverse per valorizzare le diversità attraverso il cibo. Grazie al progetto, oltre alle varie attività sul campo, Slow Food ha raccolto in un libro le storie, nonché i piatti tradizionali che esaltano le radici culturali dei protagonisti: Ana Cecilia Ponce, Billy Huaman ed Erika Rodriguez, Dulce Chan Cab, Essediya Magboul, Ibraima Djalo, Igor Stojanovic, Fatimata Dado Kane, Yaman Khorzom e Nikola Jasarevic. Dieci persone, donne e uomini, residenti in Piemonte, provenienti da sette Paesi e con numerose esperienze nel

mondo dell’agricoltura, della ristorazione e del commercio. Le ricette del dialogo. Storie e cibi di una società inclusiva si è rivelato non solo un semplice ricettario, ma soprattutto un’opportunità per raccontarsi in prima persona e dare un assaggio della gastronomia del paese di provenienza.

Terminato il progetto, Slow Food continuerà a sostenere la rete migranti di Slow Food, supportando cuochi, agricoltori, produttori di formaggio, apicoltori e tanti altri che coltivano la propria diversità nei paesi d’arrivo, avviando insieme lenti processi di adattamento e interessanti contaminazioni culturali e gastronomiche. Un mondo sommerso al quale la rete migranti di Slow Food sta dando e continuerà a dare luce, un microcosmo capace di modificare progressivamente gli stili di vita e l’economia delle comunità migranti e ospitanti, gettando le basi per la costruzione di una società multietnica

Se vuoi vedere la diretta dell’evento presso la Cooking Factory, clicca qui

Scopri di più sulla rete migranti di Slow Food

Valentina De Gregorio