La coalizione Salviamo api e agricoltori porta la voce di 1,1 milioni di cittadini al Parlamento europeo

Il 24 gennaio, Slow Food e altri rappresentanti dell’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) Salviamo api e agricoltori hanno presentato al Parlamento europeo le loro richieste sostenute dai cittadini per la riduzione dei pesticidi.

L’audizione ha segnato il culmine di una campagna durata due anni che ha raccolto 1,1 milioni di firme in tutto il continente. 

coalizione Salviamo api e agricoltori al Parlamento europeo

La riduzione dei pesticidi va di pari passo con la sicurezza alimentare e il benessere degli agricoltori

Gli agricoltori e i lavoratori agricoli in generale sono le prime vittime dei pesticidi. Eppure la riduzione dell’uso della chimica di sintesi in Europa ha incontrato una forte resistenza da parte di diversi eurodeputati conservatori che, durante l’audizione, hanno espresso opposizione alle richieste dell’Ice. Sebbene sostenessero di parlare in difesa degli interessi degli agricoltori e della tutela della sicurezza alimentare nell’Unione europea, le loro argomentazioni erano le stesse avanzate dalle lobby dell’industria.

Madeleine Coste, responsabile delle politiche di Slow Food Europa, è intervenuta per alcuni chiarimenti. «Prendo atto – ha affermato in risposta agli eurodeputati – che molti di voi sostengono che la società civile e le organizzazioni ambientaliste stanno lavorando contro gli agricoltori. Questo non è affatto vero: siamo in stretto dialogo con i produttori di tutta Europa e conosciamo in prima persona le sfide che devono affrontare e il loro desiderio di lavorare a favore della natura e non contro di essa».

coalizione Salviamo api e agricoltori al Parlamento europeo
Madeleine Coste, responsabile delle politiche di Slow Food Europa

«Voglio essere chiaro. Non c’è scienziato serio in Europa che pensi che una riduzione dell’uso di pesticidi minaccerebbe la sicurezza economica» ha precisato Jeroen Candel professore associato di politiche alimentari e agricole dell’Università di Wageningen, Paesi Bassi.

L’unica seria minaccia per la sicurezza alimentare è costituita dai sistemi produttivi non sostenibili. A confermarlo è stata la stessa Commissione europea a dicembre, in una dettagliata analisi sui principali fattori della sicurezza alimentare. Nel documento si legge che “l’attuale modello di produzione agricola, basato su metodi intensivi e sull’utilizzo di chimica di sintesi, potrebbe rappresentare una minaccia a medio termine per la sicurezza alimentare e questo a causa della perdita di biodiversità, del probabile aumento dei parassiti, del peggioramento della salute del suolo e della perdita degli impollinatori, che svolgono una funzione fondamentale per l’agricoltura”.

Ridurre l’uso di pesticidi è possibile, necessario e redditizio

Violette Geissen, professoressa di fisica del suolo e gestione del territorio all’Università di Wageningen, ha presentato in audizione la prima indagine europea completa sulla contaminazione da pesticidi, secondo cui 124 diversi prodotti chimici di sintesi risultano presenti nella terra delle fattorie europee.

«I residui di pesticidi – ha affermato – sono presenti ovunque nell’ambiente e negli esseri umani e la maggior parte di essi è pericolosa. Qual è il rischio effettivo quando si è esposti a un numero altissimo di pesticidi? Nessuno ha la risposta a questa domanda. Per questo è necessaria una legislazione che applichi il principio di precauzione e regoli l’uso e la riduzione dei pesticidi».

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Professoressa Violette Geissen, fisica del suolo e gestione del territorio dell’Università di Wageningen

Questi sono i motivi per cui l’Ice chiede all’Unione europea l’obiettivo vincolante della riduzione dell’uso dei pesticidi dell’80% entro il 2030 e di una loro graduale eliminazione entro il 2035. Considerando anche che, dall’attuazione della direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi nel 2009, in diversi Stati membri dell’Ue l’utilizzo di tali prodotti non è diminuito, anzi piuttosto è aumentato.

Il sostegno del Parlamento europeo

Un riscontro positivo è giunto dal commissario Ue Claire Bury: «Questo esecutivo ha sentito forte e chiaro che i cittadini vogliono un cibo sano senza pesticidi» ha dichiarato, aggiungendo che il percorso per ridurre la dipendenza dai pesticidi deve essere «sì graduale, ma anche ambizioso». Nel frattempo, l’Ice ha ricevuto un forte sostegno dalla commissione ambiente del Parlamento (Envi) e tra il centro-sinistra, la sinistra e i Verdi.

La credibilità dell’Ue in gioco 

«La mia generazione non è ingenua – ha concluso Madeleine Coste. Sappiamo che in futuro ci saranno altre crisi e forse anche più frequenti rispetto a oggi. Se i leader dell’Ue non seguiranno l’obiettivo di ridurre i pesticidi, l’intero Green Deal europeo andrà perso e, con esso, anche la credibilità delle istituzioni europee agli occhi dei cittadini».

Manca davvero poco alle elezioni europee, previste per metà 2024 e l’Ue non può permettersi di non ascoltare i suoi cittadini.

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Il contesto

Nel giugno 2022, la Commissione europea ha presentato la tanto attesa proposta di Regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi (Sur), con l’obiettivo di ridurre l’uso di pesticidi in Europa ed evitare il collasso degli ecosistemi. La proposta, che va a sostituire la Direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi (Sud), chiede agli Stati membri dell’Ue di impegnarsi a dimezzare l’uso dei pesticidi entro il 2030.

La società civile, inclusa Slow Food, ha accolto con favore gli obiettivi vincolanti proposti  a livello europeo e nazionale, anche se una riduzione del 50% non sarà sufficiente ad arginare la grave perdita di biodiversità già in atto.

Da quando la Commissione europea ha presentato la sua proposta, le lobby dell’industria e i politici conservatori hanno cercato di indebolirla, ritardarla e persino di sbarazzarsene. L’ultimo colpo è stato messo a punto lo scorso dicembre, quando gli Stati membri dell’Ue hanno deliberato all’unanimità che fossero necessarie ulteriori ricerche prima di approvare l’atto, ritardandone così l’adozione e l’attuazione.

 

I progetti di Slow Food a supporto delle api e dell’apicoltura sono sostenuti da Ricola e da Eataly.