L’amore per il territorio e la tenacia nella sua valorizzazione e difesa. La storia dei fratelli Caliandro, che con metodo biologico vincono la battaglia contro la Xylella
«Un’opera di resistenza»: così viene definita nell’ultima edizione della Guida agli Extravergini la lotta alla Xylella fastidiosa messa in campo dai fratelli Caliandro, titolari dell’omonima azienda agricola situata a San Michele Salentino (Br). Nella storica masseria di famiglia, i fratelli Pietro e Francesco hanno fatto dell’amore per la terra il loro punto di forza, elemento chiave per superare momenti di difficoltà come l’avanzata del batterio nell’Alto Salento. Il Lavra, monovarietale di Cellina di Nardò, è la terza menzione speciale inserita nella nuova sezione della Guida agli Extravergini 2022.
Il Salento, crocevia di culture e di storie
Siamo in Alto Salento, dove la tradizione gastronomica si fonde con la storia. È un particolare episodio avvenuto a cavallo tra 700 e 800 a dare lo spunto all’azienda Caliandro per il Lavra, extravergine monovarietale di Cellina di Nardò. In quegli anni la lotta iconoclasta, cioè il contrasto al commercio delle immagini messo in atto dall’Impero Bizantino, conduce migliaia di monaci basiliani in fuga dalle persecuzioni a trovare rifugio proprio in Salento, allora parte dell’Impero e porta d’Italia. Qui i monaci orientali si stabilizzano, adottando uno stile di vita semplice dedito alla preghiera e al lavoro manuale, tra cui quello agricolo. Sono per lo più eremiti che si nascondono in foreste o altri luoghi naturali. Le caratteristiche rocce carsiche scavate nella pietra friabile, diventano il loro luogo di elezione per preghiere e momenti di incontro: sono le Lavre salentine.
Pietro e Francesco Caliandro sono talmente legati alla loro terra che non potevano scegliere nome diverso per questo extravergine. «La Cellina di Nardò – spiega Pietro – è una cultivar autoctona che si trova solo in Salento. La sua coltivazione non è semplice, perché l’invaiatura precoce, così come la raccolta, rendono i tempi strettissimi rispetto alle altre varietà. Questa però è in grado di ripagarci con particolari sentori erbacei e di mandorla verde, uniti a leggere note di frutti di bosco».
L’impegno in azienda e la scelta produttiva
Alla base del lavoro dei due fratelli c’è tanto studio e dedizione: «Facciamo tutt’altro nella vita – ci racconta Pietro, medico di professione – ma circa otto anni fa abbiamo deciso di dedicarci in prima persona all’azienda. La masseria alla nostra famiglia da generazioni e l’abbiamo sempre vissuta, da ultimo insieme ai nostri genitori, con grande affetto. A un certo punto però, è sorto in noi il desiderio di valorizzare il nostro prodotto, e per farlo non avevamo altra via che rimetterci a studiare».
Studio e impegno portano al e Lavra, monovarietale di Cellina di Nardò: «La scelta del monovarietale viene da un atto di umiltà – continua Pietro – perché per realizzare il blend è necessaria una conoscenza profonda del prodotto. Ma a farci adottare questa linea produttiva è stata anche un’altra ragione, cioè il desiderio di esprimere il legame con la terra d’origine».
La battaglia contro a Xylella fastidiosa
Il batterio delle piante, tra i più pericolosi al mondo, ha fatto la sua prima comparsa in Puglia intorno al 2013 e, da circa tre anni, i si è diffuso anche in Alto Salento dove non ha risparmiato piante secolari.
In molti produttori hanno scelto la lotta bio, sia per affrontare l’avanzata del batterio, sia per preservare la produzione: «Per ostacolare la Xylella – racconta Pietro – mettiamo in atto un monitoraggio capillare. Per prima cosa distruggiamo l’habitat della sputacchina, l’insetto vettore del batterio, pulendo tutte le erbacce che crescono alla base dei tronchi di ulivi. Una azione che ha cambiato il paesaggio rivelando il rosso della nostra terra. Sugli ulivi già colpiti, procediamo bruciando i rami intaccati e aspettando che i nuovi germogli portino i loro frutti. Lottiamo per il prodotto, difendiamo il nostro patrimonio e questo importante riconoscimento è testimonianza del nostro impegno».
La Guida agli extravergini 2022 comprende tre menzioni speciali e una nuova sezione della Guida, in collaborazione con BioDea, che premia oli accomunati dall’obiettivo di salvaguardare la biodiversità e creare al contempo prodotti di qualità, anche in condizioni difficili, talvolta estreme.
Per conoscere i progetti che Slow Food Italia porta avanti per tutelare le produzioni di Extravergini clicca qui.