13 associazioni e organizzazioni non governative della società civile italiana hanno inviato una lettera ai Ministri della Salute, dell’Ambiente e dell’Agricoltura chiedendo di spingere per il mancato rinnovo dell’erbicida, anche sulla base di nuovi studi sulla sua tossicità
Alcune organizzazioni italiane hanno inviato una lettera al Governo, chiedendo ai nostri rappresentanti politici di non votare a favore di una nuova autorizzazione per il glifosato.
L’appello arriva all’esito della votazione tenutasi lo scorso 16 ottobre, in cui i Paesi membri dell’Unione europea sono stati chiamati a pronunciarsi sulla proposta di rinnovo dell’erbicida avanzata dalla Commissione europea. Proposta che giungeva in seguito alla valutazione scientifica dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (European Food Safety Authority, Efsa), pubblicata a luglio, che non individuava “aree critiche di preoccupazione” circa l’impatto del glifosato sulla salute degli esseri umani, degli animali e dell’ambiente. Non essendo stata raggiunta la maggioranza qualificata da parte degli Stati membri per validare il voto, la decisione è stata rimandata al prossimo 16 novembre.
L’autorizzazione all’uso del glifosato, l’erbicida più diffuso al mondo, scade infatti il 16 dicembre e il rischio, in caso di esito positivo della nuova votazione, è di una proroga per altri dieci anni. Nella lettera le associazioni esprimono la loro «profonda preoccupazione in vista delle nuove prove scientifiche riguardanti il potenziale cancerogeno del glifosato».
Che cosa dicono i nuovi studi sulla tossicità del glifosato
Il 25 ottobre, infatti, sono stati presentati in una conferenza scientifica internazionale i primi dati sulla cancerogenicità del Global Glyphosate Study (Ggs), uno studio tossicologico internazionale multi istituzionale promosso dall’Istituto Ramazzini, ente di ricerca italiano. Queste prove rivelano che il glifosato e gli erbicidi a base di glifosato (Gbh) possono causare la leucemia anche a basse dosi ritenute, al contrario, sicure dalle autorità di regolamentazione dell’Ue.
«I dati del Ggs sottolineano che la cancerogenicità e il potenziale di genotossicità del glifosato semplicemente non sono stati adeguatamente valutati», si legge nella lettera. «Alla luce di queste nuove prove scientifiche, vi invitiamo a chiedere alla Commissione di ritirare immediatamente la sua proposta di rinnovare il glifosato e di revocare immediatamente la licenza del glifosato».
Esistono – questo sostiene l’appello – prove cruciali sulla cancerogenicità del glifosato che finora non sono state riconosciute nella valutazione dell’Unione europea.
Il processo di valutazione del rischio presenta lacune
«La cancerogenicità del glifosato – scrivono le associazioni – è solo la punta dell’iceberg in relazione agli impatti sulla salute degli erbicidi a base di glifosato. È stato anche collegato a disturbi endocrini e alterazioni nel microbioma e la sua esposizione può portare a tossicità in un’ampia gamma di specie terrestri e acquatiche non bersaglio, causando potenzialmente gravi impatti sulla biodiversità.
Con nostra preoccupazione, tutti questi importanti effetti dannosi non sono stati considerati come aree critiche di preoccupazione dall’Efsa nelle sue conclusioni. Le nuove prove convincenti presentate hanno evidenziato le importanti carenze del processo di rinnovamento dell’Unione europea sul glifosato. Considerando l’uso diffuso di prodotti a base di glifosato, trascurare questi effetti avversi rappresenta un rischio inaccettabile per la salute sia dei lavoratori agricoli che della popolazione in generale».
A chiusura dell’appello, si ribadisce che il glifosato non soddisfa i criteri di approvazione fissati dal Regolamento europeo che stabilisce le norme per l’autorizzazione alla vendita, all’uso e al controllo dei prodotti fitosanitari nell’Unione europea (n. 1107/2009). Secondo la norma infatti, le sostanze attive antiparassitarie, i prodotti antiparassitari e i loro residui immessi sul mercato non dovrebbero avere alcun effetto dannoso sull’uomo e sugli animali e nessun effetto inaccettabile per l’ambiente.
L’appello ai Governi: si invochi il principio di precauzione
Gli scriventi invocano infine il principio di precauzione, uno dei principi fondamentali dell’Unione europea che funge da strumento di gestione del rischio, invocabile in tutte le situazioni in cui si identifichi un possibile pericolo per la salute delle persone, degli animali o vegetali, o per la protezione dell’ambiente, ma non vi siano prove scientifiche sufficienti a dimostrarne la presenza o assenza, o a determinare adeguati livelli di protezione.
«Quando è dimostrato che un pesticida può causare danni potenziali, la Commissione e gli Stati membri hanno il diritto di invocare il principio di precauzione. Se la Commissione rimane risoluta nel sostenere la sua proposta nonostante gli allarmanti risultati, voi avrete la responsabilità di salvaguardare la salute umana e l’ambiente opponendovi al rinnovo
decennale del glifosato all’interno del Comitato di Appello.
In questo momento cruciale, vi invitiamo a spingere per il mancato rinnovo del glifosato, poiché la protezione degli agricoltori, dei lavoratori agricoli e del pubblico è in gioco».
Leggi l’appello completo qui.