Si apre oggi, 17 settembre a Palazzo Vecchio il G20 dell’agricoltura, ovvero dei ministri del settore dei 20 grandi del pianeta, sotto la presidenza italiana del ministro Stefano Patuanelli.
Parole d’ordine dichiarate: sostenibilità, lotta alle diseguaglianze alimentari. Pubblichiamo l’articolo uscito per Repubblica Firenze della nostra presidente Barbara Nappini che propone un’analisi sui temi prioritari dell’incontro internazionale.

Tre i temi prioritari di questo G20 dei Ministri dell’agricoltura che Firenze ospita da oggi giovedì 17 ottobre:
1. Sostenibilità e resilienza dei sistemi agroalimentari
2. Contributo del G20 all’agricoltura dei Paesi in ritardo rispetto all’obiettivo fame zero
3. Contributo del G20 al dibattito preparatorio per il vertice delle Nazioni Unite sull’alimentazione.
Sostenibilità e resilienza
Difficile sino a pochi anni fa trovare queste parole nelle agende dei decisori politici, impensabile, poi, se legate a tematiche inerenti il cibo. Il rischio, quando parole così “dense” diventano popolari, è che possano perdere significanza depontenziate dalla ripetizione in concetti astratti.
Da anni nel redigere i nostri progetti abbiamo il timone ben puntato su questi due termini: le nostre proposte sono costruite a partire da esperienze che mettono concretamente insieme piccole aziende di produttori e allevatori, pubbliche amministrazioni, ristoratori e quella parte della società civile che ha imparato a riconoscere, a valutare, quindi a sostenere, una filiera buona pulita e giusta; sono proposte replicabili, con ricadute positive di carattere ambientale, socio-economico, culturale, sui territori, adattabili ai repentini cambiamenti del nostro tempo.
Penso, per citare un esempio, alle interconnessioni tra la nostra visione di mensa scolastica, il progetto dei Cuochi dell’Alleanza, la food policy urbana e il progetto Orto In Condotta.

Contributo del G20 all’agricoltura dei Paesi in ritardo rispetto all’obiettivo fame zero
In merito al secondo punto, dobbiamo guardare onestamente ai numeri: i dati FAO rilevano che il Pianeta produce cibo per circa 14 mld di persone, considerando che siamo circa 7 mld e che almeno un miliardo di persone non ha regolare accesso al cibo, significa che noi sprechiamo nutrimento per 8 mld di persone! Una produzione scellerata che assorbe risorse finite e che diventa subito dopo uno scarto.
Allora, se sosteniamo convinti l’obiettivo “fame zero”, sottolineiamo che la risposta non può essere l’incremento produttivo agroindustriale: è un dovere morale di tutti pretendere che si produca e si distribuisca meglio, non di più.
Contributo del G20 al dibattito preparatorio per il vertice delle Nazioni Unite sull’alimentazione
Relativamente infine al vertice delle Nazioni Unite sull’alimentazione, Slow Food Italia, che ha un confronto aperto col Governo, ha avviato mesi fa una riflessione considerando anche le forti critiche che questo vertice ha provocato a livello internazionale, così, in questa prima fase, si è scelto di curare i “Dialoghi Indipendenti”: tavoli di lavoro tematici, partecipati da associazioni e organizzazioni del settore. I “dialoghi” hanno prodotto un documento di sintesi che sarà il nostro contributo al vertice in termini di proposte concrete per politiche del cibo sistemiche, che includano formazione permanente e un’interazione fattiva con i decisori politici.
Garantire resilienza e sostenibilità nei sistemi agroalimentari, l’obiettivo “fame zero” e ripensare la produzione alimentare, sono certamente sfide presenti da anni nell’azione di Slow Food, sfide alle quali guardare con fiducia e speranza: con la forza di chi crede nelle idee e nel potere dell’umanità di modificare gli eventi.
Barbara Nappini
b.nappini@slowfood.it