Il foie gras garantisce il benessere… ma di chi?

Il 15 febbraio, il Parlamento europeo ha votato a favore di un rapporto deludente e poco ambizioso presentato dalla sua commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (commissione Agri), sull’attuazione del regolamento Ue per il benessere degli animali in azienda.

Ancora una volta, il Parlamento europeo perde l’opportunità di dare un vero sostegno politico a un’agricoltura più sostenibile e rispettosa degli animali.

La relazione adottata si concentra fortemente sulle conseguenze economiche dell’aumento del livello degli standard di benessere animale e sul “peso” che graverebbe sugli agricoltori a causa delle risorse aggiuntive che richiederebbe. Queste conclusioni negano le terribili condizioni in cui vengono allevati gli animali negli allevamenti industriali, così come ignorano le conseguenze ambientali e sociali di un tale sistema. Inoltre, il rapporto del Comitato Agri definisce la produzione di foie gras come un metodo di produzione realizzato da piccole aziende e rispettoso del benessere degli animali.

Nessuna pratica di produzione alimentare potrebbe essere più lontana dal rispetto degli animali e dei loro bisogni naturali.

Oche nelle vigne della cantina Olianas (Sarcidano – Ca)

In sostanza, la relazione ignora la scienza (e un minimo di umanità) e sostiene acriticamente l’allevamento intensivo degli animali, sopratutto se i aumentare gli standard e garantire un minimo di benessere agli animali comporta oneri finanziari.

Il percorso di Slow Food verso il sostegno agli allevamenti che tutelano razze e paesaggio inizia con i Presìdi che raccontano e preservano le razze autoctone di tutto il mondo. Un percorso che si dipana nella campagna Slow Meat e che proprio sul benessere animale ha incentrato l’ultima edizione di Cheese

A breve sarà pubblicato il documento di posizione proprio sul benessere animale e avremo modo di approfondire questi e altri aspetti.

Intanto vi proponiamo la riflessione di Piero Sardo intervenuto sulla bocciatura della proposta dei Verdi di fermare la produzione di foie gras.

Quando è apparsa sui media la notizia che il parlamento Ue ha bocciato la proposta dei Verdi di interdire la produzione di foie gras da alimentazione forzata, con la motivazione che tale metodo di produzione “tutela il benessere animale”, molti di noi hanno pensato a uno scherzo. Ad una burla di qualche giornalista che gioca a fare Orson Welles e la sua guerra dei mondi.

Si poteva infatti motivare la bocciatura in modi più dignitosi: magari adducendo il significato sociale di una tradizione antica, o il forte legame di queste lavorazioni con alcuni territori, o il grande valore economico che la vendita di foie gras riveste per alcuni Paesi europei. Invece hanno optato per la tutela del benessere animale.

Ora pensare che cacciare un tubo in gola ad oche ed anatre, riempire lo stomaco dei poveri volatili di un pastone proteico e far scoppiare il loro fegato sia un modo per garantire benessere è un piccolo grande inganno.

Benessere vs rispetto

Certamente arriva da persone che non hanno mai visitato un luogo di produzione e che si limitano a consumare un alimento certamente delizioso, ma non etico.

Il ché rafforza la mia convinzione che il termine “benessere” vada abbandonato: è antropocentrico, è l’homo sapiens che decide cosa è buono per altri animali. Se lo sostituissimo con il termine “rispetto per gli animali“ avremmo un quadro di riferimento molto più chiaro.

Tagliare corna, code, becchi, insomma mutilare gli animali non è rispettoso, anche se non incide sul loro benessere se non per il momento in cui si taglia. E non è rispettoso addestrarli per un circo, chiuderli in gabbia in uno zoo, utilizzarli come cavie e magari anche imprigionarli in un piccolo appartamento senza sbocchi esterni come animali da compagnia. Stanno bene, qualcuno dirà e sarà anche vero, ma non è rispettoso della loro natura.

Piero Sardo
Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus