Si celebra oggi, 24 gennaio, la Giornata mondiale dell’educazione: per l’Onu c’è un parallelismo diretto tra la povertà alimentare e quella educativa
Recentemente ho avuto la fortuna di partecipare a una “cena nel buio”, a Roma, grazie all’amico oste Massimo. È stata un’esperienza unica, naturalmente: il buio creato per l’occasione è totale, un buio profondo, assoluto, quel genere di buio al quale gli occhi non possono abituarsi, nonostante sforzi estenuanti: una sorta di deprivazione sensoriale, durante la quale rinunciare alla vista, il nostro senso più “prepotente”, acuisce gli altri quattro. Eppure, quando si è trattato di provare a indovinare cosa avevamo nel piatto, molti dei partecipanti non erano in grado di riconoscere il vino bianco dal rosso, i fagioli dai ceci, il sedano dal finocchio.

Come possiamo determinare quale sia il nutrimento migliore per il nostro corpo e per la nostra anima se gli strumenti di indagine non ci assistono? L’educazione, la conoscenza, a partire dai sensi, è uno dei tre pilastri che sostengono l’azione politica di Slow Food, insieme ad advocacy e tutela della biodiversità. Perché l’educazione come piacere è strumento d’elezione per tutelare la biodiversità: esperire la realtà attraverso i nostri sensi ci permette di costruire un’immagine mentale, di dare e darsi un significato, di accogliere una narrazione complessa a partire dalle sensazioni, di capire che la biodiversità è garanzia di evoluzione e resilienza e quindi garantisce la nostra stessa sopravvivenza.
Nel 2023 le Nazioni unite hanno scelto come claim della giornata mondiale dell’educazione, il 24 gennaio, Per investire nelle persone, bisogna dare priorità all’istruzione, la povertà alimentare è dunque messa in diretta correlazione con quella educativa.
La fame, di cibo e di sapere, è tema di diritti umani e di accessibilità: le bambine e i bambini del mondo devono poter mangiare, quindi parlare e scrivere.
L’impegno richiesto agli stati è di sostenere iniziative di formazione permanente, universale, equa, che superi le discriminazioni di genere e interrompa il ciclo della povertà.

L’educazione nel nord del mondo è la chiave per conoscere, riconoscere e tutelare la biodiversità, genetica e culturale; l’educazione nel sud del mondo è garanzia del diritto alla vita, opportunità di autodeterminazione e promozione della cooperazione internazionale. Slow Food promuove l’educazione come piacere e tutela della biodiversità: un percorso di conoscenza e umiltà che può disegnare una via di pace tra i popoli.
Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia
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