Slow Food: «I responsabili politici nazionali sono dalla parte dell’agricoltura sostenibile, e non delle lobby agrochimiche»
Il 16 marzo il Consiglio dei ministri dell’Ambiente si è riunito per discutere circa la potenziale deregolamentazione in Unione Europea dei nuovi Ogm. Il punto è stato portato avanti dal ministro dell’Ambiente austriaco Leonore Gewessler, giusto in tempo per il 9 giugno, data in cui la Commissione europea dovrebbe presentare una nuova proposta normativa sui nuovi Ogm, anche detti “nuove tecniche genomiche” e che potrebbe indebolire le regole attualmente vigenti in Ue circa la valutazione obbligatoria della sicurezza e l’etichettatura dei nuovi Ogm.
«Le dichiarazioni dei ministri che sostengono la posizione dell’Austria – commenta Madeleine Coste, responsabile delle politiche di Slow Food Europa – sono un chiaro avvertimento alla Commissione: l’Ue non deve deregolamentare i nuovi Ogm. Accogliamo con favore queste affermazioni coraggiose, che dimostrano come i responsabili politici nazionali stiano ascoltando le preoccupazioni di quanti – cittadini, scienziati e agricoltori – vogliono passare a un’agricoltura veramente sostenibile, e non delle lobby agrochimiche».
La posizione austriaca sostenuta dai ministri dell’Ambiente, della Salute e dell’Agricoltura è chiara: «i tre pilastri costituiti dal principio di precauzione, dalla valutazione scientifica del rischio e dall’etichettatura obbligatoria devono essere applicati anche ai nuovi metodi di ingegneria genetica».
I punti riflettono la posizione di Slow Food, che da tempo chiede all’Unione Europea di mantenere i nuovi Ogm strettamente regolamentati per garantire la sicurezza e la libertà di scelta di agricoltori e consumatori.
Le richieste dei ministri: più ricerca e sicurezza per i consumatori europei
Durante la riunione del Consiglio, l’opinione austriaca ha trovato il sostegno di Ungheria, Germania, Lussemburgo, Slovenia, Slovacchia e Cipro, che non condividono l’approccio della Commissione. Germania e Ungheria hanno sottolineato l’importanza cruciale del principio di precauzione, mentre Cipro ha chiesto alla Commissione di impegnarsi nella ricerca e nella biosicurezza dei nuovi prodotti geneticamente modificati per valutarne il potenziale impatto sulla salute delle persone e sull’ambiente.
Slow Food accoglie con favore, tra le altre, la richiesta del Lussemburgo di mantenere l’obbligo di “etichettatura dettagliata” dei nuovi Ogm per consentire ai consumatori di scegliere in maniera informata e consapevole il proprio cibo. Il ministro tedesco ha invece insistito sull’importanza di proteggere la libertà di scelta dei cittadini europei e di garantire la libera e sicura coesistenza tra i diversi sistemi di coltivazione.
Una critica mossa da alcuni ministri, come quello ungherese, aveva come oggetto il fatto che la valutazione d’impatto pubblicata dalla Commissione europea fosse basata su ipotesi. I referenti nazionali ne hanno quindi richiesto una nuova fondata su dati e metodi scientificamente validi.
A quali rischi andiamo incontro?
Se i nuovi Ogm venissero deregolamentati, potrebbero verificarsi danni irreversibili agli ecosistemi e alla biodiversità dovuti al fatto che sarebbe impossibile prendere adeguate misure contro la diffusione incontrollata di questi nuovi organismi nell’ambiente. Di conseguenza le coltivazioni e le produzioni alimentari che non utilizzano Ogm, come il settore biologico, non potrebbero più essere protette dalla contaminazione.
Ci auguriamo che la Commissione ascolti gli appelli dei nostri ministri dell’Ambiente e ritiri la nuova proposta, attualmente prevista per il 9 giugno. Nel frattempo, Slow Food continuerà a far sentire la propria voce: come è stato sottolineato da diversi ministri durante il Consiglio, la partecipazione della società civile è fondamentale nei processi di definizione delle politiche.