Si tiene a Istanbul dal 14 al 16 giugno il Consiglio internazionale di Slow Food, che costituisce il massimo organo decisionale dell’associazione e rappresenta un momento fondamentale di discussione tra i dirigenti di Slow Food nel mondo per decidere quali saranno i temi chiave su cui si concentreranno le attività nei prossimi anni. Composto da 50 consiglieri provenienti da 40 Paesi, per dare voce a tutti i continenti e alle diverse aree geografiche, esprime la natura internazionale dell’organizzazione.
In questi giorni, avendo seguito da vicino l’evolversi degli eventi in Istanbul, in particolare a Gezi Park, Slow Food non può che esprimere la propria vicinanza con le istanze dei giovani dimostranti, alcuni dei quali fanno parte della nostra rete, che hanno costruito un orto nel parco e vogliono difendere, insieme a uno dei pochi polmoni verdi rimasti nella città di Istanbul, un’idea di sviluppo più sostenibile e democraticamente partecipato.
La vice-presidente di Slow Food è oggi Alice Waters, famosa chef statunitense impegnata in progetti di educazione nelle scuole, e nel Comitato esecutivo ci sono giovani attivisti come Edward Mukiibi, agronomo ugandese che segue i progetti di Slow Food in Africa e Joris Lohman, olandese che rappresenta la Rete Giovane.
A rappresentare l’Italia ci sono cinque consiglieri (vedi dettaglio sotto), oltre a Carlo Petrini in veste di presidente internazionale, Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia e Paolo Di Croce, segretario generale di Slow Food Internazionale.
I membri del Consiglio internazionale si radunano a Istanbul per la prima volta dopo la riorganizzazione avvenuta a Torino durante il Congresso internazionale, tenutosi a ottobre 2012 in occasione di Terra Madre e Salone del Gusto. Slow Food è cresciuto a livello internazionale arrivando a coinvolgere persone di oltre 150 Paesi, che lavorano in larga parte come volontari in giro per il mondo.
In Turchia si è recentemente intensificato il lavoro di Slow Food con il lancio di un nuovo progetto che vede i Balcani e la Turchia protagonisti. L’obiettivo è valorizzare il patrimonio gastronomico regionale e proteggere e identificare quei prodotti locali che possono contribuire allo sviluppo delle aree rurali del Paese.
Istanbul ha sempre rappresentato un collegamento tra Oriente e Occidente, tra realtà urbane e rurali, e la scelta di farne la sede del Consiglio mostra l’attenzione di Slow Food nei riguardi di Paesi emergenti in cui la spinta dell’economia in rapida espansione sta mettendo a rischio la sopravvivenza del patrimonio rurale e ambientale e la biodiversità agroalimentare. La scelta di Istanbul, infatti, vuole anche essere un riconoscimento al grande lavoro svolto dalla rete di Terra Madre di quella regione, che ha sostenuto i piccoli produttori e si è impegnata nella campagna “Don’t Let the Lüfer Go Extinct!” per la salvaguardia del lüfer, un pesce azzurro la cui sopravvivenza è minacciata dall’inquinamento e dalle tecniche industriali di pesca nelle acque del Bosforo.
Il Consiglio sarà l’occasione per rilanciare a livello globale il progetto dell’Arca del Gusto, un catalogo che raccoglie i prodotti e i metodi di produzione che rischiano di scomparire. L’Arca del Gusto viaggia nel mondo per riscoprire e tutelare le produzioni di qualità che appartengono alla cultura, alla storia e alle tradizioni del nostro pianeta: uno straordinario patrimonio costituito da frutta, ortaggi, razze animali, prodotti da forno e dolciari, formaggi e salumi che va salvaguardato. Nei prossimi mesi Slow Food intensificherà il suo lavoro nel progetto dell’Arca del Gusto con l’intento di catalogare sempre più prodotti tradizionali legati al territorio, e concentrerà le sue energie in Paesi come la Turchia e i Balcani, con un grande potenziale di biodiversità ancora da scoprire.
Ecco i Consiglieri italiani in carica:
Franco Archidiacono, architetto, ha ereditato dai nonni la passione e la vocazione per la salvaguardia del territorio e delle sue tradizioni. È entrato ben presto a far parte di Slow Food in Campania dove oggi ricopre il ruolo di Fiduciario della Condotta Irpinia Colline dell’Ufita e Taurasi, che negli anni si è contraddistinta per la grande ricchezza delle attività svolte sul territorio e per la capacità di essere soggetto importante della comunità locale.
Massimo Bernacchini, impegnato nella Cooperativa di Pescatori di Orbetello, di cui fa parte dal 1989, lavora da tempo per promuovere e valorizzare i prodotti ittici tradizionali. Insieme a Slow Food e alla Fondazione per la Biodiversità ha lavorato alla creazione di due presidi della zona: la Bottarga di Orbetello (2000) e la Palamita del Mar di Toscana (2004). Dopo ad avere contribuito all’avvio di numerosi progetti internazionali di Slow Food, oggi siede nella segreteria regionale di Slow Food Toscana.
Daniele Buttignol è entrato a far parte di Slow Food nel 1994, occupandosi di diverse attività (dall’organizzazione degli eventi alla costruzione della rete associativa nazionale). Dal maggio 2010 ricopre il ruolo di Segretario Nazionale di Slow Food Italia.
Ludovico Roccatello, ha studiato presso l’Università di Scienze Gastronomiche e si è immerso nelle attività di Slow Food sin dai primi anni accademici. È stato il promotore del lancio della Rete dei Giovani di Slow Food in Italia, nonché suo coordinatore. Attualmente lavora presso la Fondazione Slow Food per la Biodiversità ed è Segretario regionale di Slow Food Piemonte.
Daniela Rubino, laureata in legge e specializzata in diritto di famiglia, descrive la sua relazione con Slow Food come amore a priva vista. Ha seguito l’associazione sin dagli albori, partecipando attivamente ai progetti e dando un contributo fondamentale al lavoro di Slow Food in Lombardia, concretizzatosi, tra le altre cose, nella realizzazione del mercato della Terra di Milano e nel progetto Nutrire Milano. E’ vice presidente di Slow Food Lombardia.
* Slow Food è un’organizzazione internazionale che si impegna affinché tutti possano conoscere e apprezzare il buon cibo: buono per chi si nutre, per chi coltiva e per l’ambiente. Associazione no profit, fu fondata nel 1989 per contrastare il diffondersi della cultura del fast food e la scomparsa delle tradizioni alimentari locali; lavora per far crescere nelle persone la consapevolezza che le nostre scelte in materia di alimentazione condizionano tutto il sistema. Per Slow Food il cibo di qualità è un diritto di tutti e, conseguentemente, ciascuno di noi ha la responsabilità di salvaguardare il patrimonio di biodiversità, cultura e saperi tramandati che rende l’atto di nutrirsi uno dei piaceri fondamentali dell’esistenza.
Slow Food ha oltre 100 000 soci riuniti in 1500 convivium (gruppi a livello locale) in tutto il mondo, nonché una rete di 2000 comunità del cibo di Terra Madre, che praticano la produzione su piccola scala e sostenibile di cibi di qualità. Grazie ai suoi progetti e alle sue attività, Slow Food coinvolge milioni di persone in 150 Paesi. In Italia conta circa 50 mila soci distribuiti in tutte le Regioni e Province, oltre a una rete di progetti che comprendono, tra le altre cose, 225 Presìdi Slow Food, 469 Orti in Condotta (in altrettante scuole di diversi ordini e gradi), 26 Mercati della Terra.