L’Italia conferma il no al rinnovo anche nell’assemblea di oggi, ma la questione tra gli Stati europei rimane aperta
Ennesimo nulla di fatto nella telenovela glifosato. Il Comitato Paff (Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed), organismo tecnico della Commissione Ue, non ha raggiunto nemmeno oggi la maggioranza qualificata nella votazione che riguardava la proposta dell’esecutivo europeo di ridurre il periodo di rinnovo del glifosato da 10 a 5 anni.
Considerato il mancato raggiungimento dell’accordo, la Commissione ha annunciato che sottoporrà la stessa proposta al Comitato d’Appello (ovvero una rappresentanza dei governi europei a un livello più alto rispetto a quello del Paff) il 27 novembre.
Nel voto di oggi si sono espressi a favore del rinnovo 14 Stati (Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Irlanda, Spagna, Lettonia, Lituania, Ungheria, Paesi Bassi, Svezia, Slovacchia, Slovenia, Finlandia, Regno Unito), mentre hanno affermato la loro contrarietà 9 Paesi (Belgio, Grecia, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lussemburgo, Malta, Austria) e altri 4 membri hanno scelto l’astensione (Bulgaria, Germania, Polonia, Portogallo).
«Apprezziamo la posizione coraggiosa del governo italiano, che anche a seguito dell’impegno portato avanti delle associazioni e dei cittadini ha rotto ogni indugio schierandosi in favore di un’agricoltura più sana. All’Europa chiediamo con forza, ancora una volta, di non rinnovare l’autorizzazione del glifosato» commenta Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia.
«È incredibile che la Commissione continui a ignorare il volere dei cittadini che rappresentano e le indicazioni del Parlamento europeo» continua Pascale, sottolineando come il mancato raggiungimento di un accordo confermi comunque la reticenza di gran parte dei governi europei: «Qui si discute del futuro della nostra agricoltura, del futuro di ciò che mangiamo e beviamo ogni giorno, dell’ambiente con cui veniamo in contatto in un giardino in città o al parco con i nostri figli. Eppure i governi hanno perso un’altra occasione per porre un punto alla questione».
«Se si rinunciasse a bandire il glifosato – continua Pascale – potrebbero esserci conseguenze sulla nostra salute. I bambini cresceranno esposti a questa sostanza tossica e inquinante. La strada da percorrere è quella dell’agroecologia: sostenere chi coltiva rispettando ambiente e animali, e naturalmente aiutare chi ancora lavora in convenzionale a fare a meno di questo dannoso erbicida».
Intanto il Parlamento europeo ha confermato per il 20 novembre l’incontro ufficiale con i rappresentanti della coalizione Stop Glifosato che avranno l’opportunità di presentare l’Ice (Iniziativa dei cittadini europei) che ha raccolto negli scorsi mesi ben 1.070.865 firme. La Commissione dovrà annunciare entro l’8 gennaio la sua conclusione politica e legale riguardo l’Ice, dichiarando se voglia o meno prendere posizione e spiegandone le ragioni.