Il settimo Congresso internazionale di Slow Food si è svolto in Cina, nella città di Chengdu, dal 29 settembre al 1° ottobre 2017.

 

Il Settimo Congresso Internazionale di Slow Food ha tracciato la nuova strada che il movimento della chiocciola dovrà percorrere nei prossimi anni, e ponendo, sempre più chiara, la sfida di una complessità che va sempre più abbracciata ed esaltata.

La chiusura dei lavori è stata coronata dall’approvazione della Dichiarazione di Chengdu, che sintetizza le principali sfide dei prossimi anni: la necessità di battersi affinché a tutti sia garantito l’accesso al cibo buono, pulito, giusto e sano; l’accesso alla conoscenza come un diritto comune e stessa dignità per saperi tradizionali e accademici; il rifiuto di qualunque esclusione di carattere politico, economico e sociale; la salvaguardia dell’ambiente come principale priorità del nostro agire anche grazie a campagne; la necessità di ribadire che la diversità è la più grande ricchezza di cui disponiamo come esseri umani e come collettività; la volontà di affrontare a tutti i livelli l’iniqua spartizione delle ricchezze e delle opportunità.

La governance, che sarà in carica fino al 2020, è composta da 43 consiglieri in rappresentanza di 32 paesi e vede confermato Carlo Petrini come presidente del movimento. Confermati anche i membri del Comitato esecutivo, cui si aggiungono George Schnyder e Vittorio Sun in rappresentanza dell’America Latina e del continente asiatico, che non erano incluse nel precedente comitato.

Oltre alla dichiarazione di Chengdu, sono state votate anche sei mozioni congressuali frutto di un lavoro collettivo e condiviso che rappresentano gli orizzonti comuni e i fronti dell’impegno internazionale di Slow Food e sono il frutto di un grande lavoro collettivo che ha coinvolto tutti i partecipanti al Congresso:

• I cambiamenti climatici, le nostre scelte alimentari, l’agricoltura che vogliamo

•  L’Africa di Slow Food e Terra Madre

• La biodiversità, i saperi, le comunità e le culture tradizionali che vogliamo difendere e sostenere

• I saperi indigeni, alleati chiave per affrontare le sfide globali

• La trasmissione di saperi, l’accesso alla conoscenza, l’Università diffusa

• La plastica negli ecosistemi del pianeta: una minaccia per il nostro cibo e la nostra salute


Organizzazione

Il settimo Congresso internazionale di Slow Food ha inoltre votato e l’organizzazione del del movimento.

Slow Food Internazionale è coordinata da un Consiglio internazionale e guidata da un Comitato esecutivo.

La sede di Slow Food è in Italia e in alcuni paesi l’attività è organizzata autonomamente sul territorio attraverso una Direzione nazionale,

che risponde del suo operato al Comitato esecutivo.

Qui i membri del Comitato esecutivo e del Consiglio internazionale  

Il Congresso ha inoltre votato lo Statuto e le nuove linee organizzative dell’associazione votate secondo la stessa procedura delle mozioni.

 

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Ogni quattro anni, il Congresso internazionale è il momento cruciale per la vita del movimento Slow Food, quello in cui si sanciscono gli indirizzi politici, economici e organizzativi a livello internazionale e, di conseguenza, nazionale, regionale, locale.

Come ogni Congresso internazionale, anche a quello di Chengdu ha preso parte un ampio numero di delegati in rappresentanza dei Paesi in cui Slow Food è presente e dei progetti più importanti del movimento: gli orti, i Presìdi Slow Food e i Mercati della Terra.

A Chengdu sono arrivati 400 delegati con diritto di voto, provenienti da 90 Paesi.

 

Perché la Cina?

La scelta della Cina come sede del settimo Congresso internazionale ha un alto valore simbolico. La Cina affronta uno dei più grandi dilemmi agricoli del mondo: come nutrire un quinto dell’umanità avendo a disposizione solo il 7% dei terreni agricoli, ed è un Paese che a partire dagli anni Ottanta, fa fatto una serie di scelte devastanti per l’ambiente, mentre ha una cultura contadina ultramillenaria e inizia ora un percorso verso un modello di sviluppo verde, attento all’ambiente, alla qualità e alla salubrità del cibo.

In Cina, Slow Food sta muovendo i primi passi ed è un’associazione ancora giovane rispetto ad altri Paesi in cui la sua presenza è più consolidata. Tuttavia, dalla nascita di Slow Food Great China nel 2015 a oggi sono già stati fatti i primi importanti passi e progetti come l’Arca del Gusto hanno avuto un grande impulso, grazie alla passione e all’impegno di questo nuovo, fondamentale compagno di strada.

Né va dimenticata l’importanza del ruolo che la Cina può assumere, nel bene e nel male, rispetto alle tante tematiche che stanno a cuore a Slow Food. Non ultimi, la questione del cambiamento climatico, l’interesse per l’agricoltura biologica, per la perdita della fertilità dei terreni e della biodiversitàLa Cina è tuttora la principale responsabile dell’emissione di gas serra ma, consapevole delle conseguenze del cambiamento climatico, negli ultimi anni ha invertito in modo significativo la rotta, elaborando un Programma nazionale e impegnandosi a ridurre le proprie emissioni in una percentuale compresa fra il 60 e il 65% entro il 2030.

Il settimo Congresso internazionale in Cina sarà dunque l’occasione per ribadire la forte interconnessione fra la produzione – e il consumo – di cibo e il cambiamento climatico, oltre che per lanciare la prima campagna mondiale di Slow Food Internazionale focalizzata proprio sul climate change.

Questo Congresso rappresenterà un momento fondamentale per il futuro della nostra Associazione perché inizierà a disegnare l’assetto che avrà Slow Food. Tra le parole chiavi ci saranno internazionalità e globalità, intese sia come diffusione globale del movimento, sia come organizzazione senza barriere, aperta e inclusiva.

Qui trovi una presentazione dei temi del Congresso e qui l’intervento di Carlo Petrini.

Cogliere la complessità vuol dire abbracciare il mondo, essere coscienti che di fronte alla molteplicità e alla diversità l’unico approccio è accettarla e valorizzarla, senza vane pretese di incasellamenti e categorizzazioni. Farlo in armonia significa  generare legami, e in questo senso la lezione della nostra rete di Terra Madre è il più vivido esempio di come l’armonia nasca dai legami, anche quelli più inattesi e informali. Questa deve essere la nostra strada e questo il nostro approccio al futuro.