Viaggio nelle regioni italiane, fra emergenza climatica e incendi, per capire come sarà l’olio di quest’anno.
Una campagna olivicola, quella del 2021, ormai avviata in tutt’Italia e condizionata, fin dalle prime osservazioni, da eventi estremi, legati da un lato alla ormai assodata emergenza climatica (parlare ancora di semplici cambiamenti è riduttivo) e dall’altro alla mano criminale dell’uomo che, soprattutto in alcune regioni meridionali, ha favorito il propagarsi di incendi boschivi che hanno compromesso (si pensi, ad esempio, alla Sardegna con il disastro del Montiferru ma anche a quanto accaduto in Calabria e Sicilia) grandi estensioni coltivate a olivo.
Campagna olivicola 2021segnata da difficoltà diffuse
Tutte le regioni indistintamente hanno subito qualche problema: gelate primaverili al nord e in parte nel centro Italia, una siccità perdurante e con punte estreme di temperatura un po’ ovunque che, se da un lato hanno permesso di contenere gli attacchi dei parassiti, dall’altro hanno causato un generale raggrinzimento delle drupe e, spesso, un cascolamento precoce delle olive.
In questa situazione critica è emersa una prima azione che, quasi ovunque, ha permesso di contenere (si badi bene: contenere e non risolvere) i problemi. Stiamo parlando dell’irrigazione di soccorso che si sta dimostrando, anche in territori dove fino a pochi anni fa sembrava superflua, necessaria per ridurre i danni. La concentrazione dei fenomeni metereologici e i prolungati periodi siccitosi, condizionano sempre più la possibilità di produrre olive senza ricorrere all’irrigamento: un paradosso, se vogliamo, rispetto alle caratteristiche dell’olivo, pianta teoricamente in grado di sopportare bene anche lunghi periodi di stress idrico.
Pioggia intensa alternata a forte siccità
Ma tant’è: ormai si passa, come è successo questa estate un po’ dovunque, da momenti di pioggia intensa a lunghi periodi siccitosi con conseguenze ben immaginabili, come dilavamento superficiale del terreno, mancata ricarica della falda, erosione superficiale, modificazioni indotte degli ecosistemi. Tutta questa situazione impatta pesantemente sulla capacità produttiva degli olivi che, nella naturale tendenza a salvaguardare sé stessi, rinunciano alle olive, ne riducono la crescita o le abbandonano anzitempo al loro destino, provocando cascolamenti precoci. L’irrigazione di soccorso, come accennato poc’anzi, ha aiutato anche quest’anno a ridurre sensibilmente queste conseguenze negative: in alcune zone si parla un miglioramento della quantità di olive attorno al 25/30% con punte oltre il 50%.
Perdite contenute
Certo che se si confrontano questi numeri con le previsioni che vengono dalle regioni emerge chiaramente come si tratti, come detto in precedenza, di un semplicemente contenimento delle perdite rispetto allo scorso anno: Umbria -50%, Campania -30%, un po’ tutto il Nord Italia con produzioni tra il -50% e il -90%, Sicilia -30%. Si salvano alcune realtà come la Calabria e la Puglia che hanno avuto un “rimbalzo produttivo” rispetto alla disastrosa scorsa annata.
La produzione cala anche in Spagna e Tunisia
In sostanza la produzione italiana di olio 2021-2022 dovrebbe attestarsi attorno alle 300/315 mila tonnellate con un aumento del 10/15% rispetto allo scorso anno quando, ricordiamo, il calo produttivo sull’anno precedente fu del 25%. Purtroppo, ma è una ben magra consolazione, siamo in buona compagnia in questa situazione: anche le altre nazioni prevedono, ancora una volta a causa dei fenomeni metereologici estremi e degli incendi boschivi, una flessione importante della produzione, soprattutto in Spagna e Tunisia.
Nei prossimi giorni affronteremo le previsioni regione per regione, a campagna oleicola appena iniziata con la speranza che le piogge delle ultime settimane aiutino a risollevare una previsione produttiva oggi non entusiasmante.
A cura di Mauro Pasquali con la collaborazione di Bruno Scaglione, Antonio Attorre, Franco Saccà, Carmelo Maiorca, Saverio Pandolfi, Sonia Donati, Marco Antonucci, Angelo Lo Conte, Francesca Rocchi, Stefano Asaro, Pino Giordano, Marcello Longo, Pietro Paolo Arca, Lamberto Albonetti, Stelio Smotlak