Una sola parola non è di certo sufficiente a raccontare secoli di storia di un alimento.
Eppure, dietro al termine companatico si cela un’abitudine, la parte più importante di un sistema alimentare, il ruolo centrale che per secoli ha avuto il pane – e i cereali più in generale – rispetto ai cibi che “lo accompagnavano” durante i pasti.
Sin dall’epoca neolitica, i cereali appaiono legati al processo della panificazione, che forniva l’elemento base dell’alimentazione quotidiana.
Nell’area magno-greca corrispondente agli attuali confini della Basilicata, in modo specifico nei territori delle antiche città di Metaponto ed Herakleia, sono molti i reperti archeologici acquisiti negli ultimi decenni che avvalorano l’importanza di questo alimento e permettono di seguire lo sviluppo delle diverse tecniche di produzione e di molitura grazie al ritrovamento di macine di varia tipologia e nei contesti più diversi.
Le tavole di Eraclea
«I cereali sono uno dei 3 elementi della triade alimentare mediterranea. Le tavole di Eraclea sono state un documento straordinario ai fini della ricostruzione del paesaggio dell’economia del tempo. Hanno permesso un’indagine approfondita di quello che era il commercio e le abitudini alimentari della Magna Grecia lucana che ha i propri capisaldi nelle città antiche di Metaponto e Policoro» racconta Savino Gallo, direttore dei musei di Metaponto e della Siritide di Policoro.
La mostra del 2020 Le tavole di Eraclea. Tra Taranto e Roma, ospitata dal Museo Archeologico nazionale della Siritide di Policoro (Mt), racconta un viaggio attraverso la storia dei cereali e della loro importanza nella vita quotidiana delle popolazioni della Magna Grecia.
Un viaggio approfondito nel documentario realizzato grazie al lavoro di ricerca e raccolta di testimonianze realizzato dal Geoportale della Cultura Alimentare (GeCA), progetto promosso dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (Icpi) e finanziato dal PON (Programma Operativo Nazionale) Cultura e Sviluppo di cui Slow Food è partner.
Risalenti al periodo tra il III e il IV secolo a.C., questi preziosi manufatti racchiudono due decreti che hanno a che fare con la delimitazione e la localizzazione dei terreni dei santuari di Dioniso e Athena Polias. La loro importanza storica è stata rivelata già nel lontano 1754, grazie alla curiosità di Alessio Simmaco Mazzocchi, che li studiò approfonditamente.

Inoltre sul lato opposto delle tavole, in un’epoca successiva, è stata incisa una preziosa legge, la lex Iulia Municipalis, promulgata da Gaio Giulio Cesare nel 45 a.C. Questa legge, scritta in latino, ha un carattere generale sulla riorganizzazione amministrativa delle città, con alcune norme a carattere sociale. Grazie ad essa, molte città e colonie hanno ottenuto il rango di municipio.
Le tavole, conservate gelosamente nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, sono un tesoro inestimabile per la ricostruzione delle istituzioni di Heraclea e della sua madre patria, Taranto. Quest’ultima, infatti, ha lasciato poche tracce nella letteratura antica, e le tavole sono uno dei pochi documenti che ci permettono di conoscere meglio la sua storia.
I fantastici 4 cereali dell’antichità
Uno dei reperti più interessanti proviene dagli scavi pionieristici condotti negli anni Settanta presso il santuario di Pantanello, dove sono stati trovati resti vegetali di quattro cereali che probabilmente facevano parte della dieta degli antichi abitanti di Metaponto: i resti vegetali del frumento estivo o grano tenero, del farro dell’orzo e del panico, un cereale poco conosciuto perché già in antichità destinato al consumo zootecnico. «Il farro, in particolare, era un cereale vestito molto importante in epoca romana e addirittura elemento centrale del rito matrimoniale in quanto era spesso portato come offerta». L’orzo, invece, era il pilastro dell’economia dell’area della Magna Grecia, così importante da diventare il simbolo della città di Metaponto.
La mostra al museo di Policoro ha sottolineato l’importanza dei cereali nella nostra dieta ancora oggi, nonostante siano stati un alimento base per migliaia di anni. Ci ha fatto riflettere sull’importanza di conoscere le nostre radici culturali e di preservare la memoria storica dei nostri antenati. Inoltre, ha permesso di apprezzare l’enorme valore culturale dell’agricoltura e della coltivazione dei cereali, che hanno contribuito alla nascita e alla crescita di molte civiltà nel corso dei secoli.