“Ad Arezzo il 2 febbraio siamo stati felici di partecipare attivamente alla bellissima occasione di confronto e di formazione organizzata dal comitato genitori “Giù le mani dalle mense”. Ancora una volta parliamo di come dovrebbe essere una refezione scolastica buona pulita e giusta: luogo educativo, conviviale, dove si impara il rispetto per sè stessi e per l’altro, luogo di scelte consapevoli e sostenibili. Complimenti ai genitori che in breve tempo hanno organizzato un evento di qualità: Slow Food Toscana si è reso disponibile a supportare il percorso di partecipazione avviato perchè un’altra mensa sia possibile.” dice Barbara Nappini che ad Arezzo è stata relatrice alla giornata “Educazione Alimentare e Salute delle Generazioni Future” organizzata dal Comitato Spontaneo “#giulemanidallemense”, composto da genitori preoccupati dall’intenzione del Comune di Arezzo di affidare la gestione del servizio mense con una tipologia di incarico che di fatto va verso la dismissione del servizio di ristorazione collettiva con tutto quello che ne consegue sui controlli di qualità, di salute e non ultimi di relazione che il serivzio di mensa può attivare.
Parlare di cibo nelle scuole significa, infatti, confrontarsi con tante e diverse questioni che chiamano in causa un numero molto ampio di soggetti e l’intero spettro delle dimensioni del cibo: salute pubblica, cultura e inclusione sociale, sostenibilità ambientale, sviluppo economico. Argomenti di evidente attualità che interessano e coinvolgono non solo la città di Arezzo.
Il Convegno è stato dunque, un’occasione importante per avviare un percorso, partecipato e condiviso, capace di affrontare in maniera integrata e sistemica le tante problematiche, le emergenti evidenze scientifiche, ma anche le grandi opportunità e le buone pratiche, legate al tema della alimentazione.
L’incontro ha toccato i molti aspetti dell’argomento. Si è aperto con l’ntervento del primario di pediatria dell’ospedale san Donato, dott. Martini cui sono seguiti gli interventi del pediatra dott. Poggini che ha segnalato come sia fondamentale per le famiglie, che non sempre forniscono modelli virtuosi, il supporto di professionisti nella condivisione dell’educazione alimentare proprio attraverso le mense soclastiche.
L’educazione alimentare e sensoriale attraverso il “learning by doing“, l’esperienza, l’apprendimento emotivo sono stati gli argomenti dell’intervento della dottoressa Lapini.
L’oncologa dottoressa Debora Rasio ha illustrato i gravi rischi cui ci espone un’alimentazione scorretta invitando a recuperare i saperi legati alle pratiche di cucina tradizionale che funzionavano ed erano salutari come l’appropriata scelta delle materie prime e il trattamento meno invasivo possibile dei cibi.
Nella sessione pomeridiana Barbara Nappini ha sottolineato la stretta relazione tra biodiversità genetica locale e identità culturale e l’importanza della ristorazione collettiva come il momento e il luogo dove questa identità può essere condivisa e può affermarsi. La mensa scolastica, insomma, come momento di educazione sensoriale e anche civica dove le scelte, essendo rivolte alla comunità, devono caricarsi della responsabilità politica di quello che Wendell Berry definiva “un atto agricolo”. Nel progetto di Slow Food “Pensa che mensa” il cibo buono pulito e giusto” è un diritto del bambino. L’obiettivo è costruire una mensa in cui i cuochi, i produttori, i commensali stessi collaborino per preservare la biodiversità e l’identità culturale.
Lidia Castellucci, presidente di Coldiretti di Arezzo è intervenuta sul percorso legislativo della dichiarazione obbligatoria di origine in etichetta che si auspica venga estesa ed adottata in tutta Europa e dell‘impegno verso un’agricoltura sempre più sostenibile rilevando come circa il 70% dei genitori richieda una sempre maggiore garazia della salubrità degli alimenti nelle mense scolastiche cui è seguita Ilaria Violin di Legambiente impegnata nelle scuole italiane con uno studio annuale in 90 capoluoghi italiane. “Ecosistema scuola, acquisti verdi” che analizza la qualità delle mense nelle scuole non solo dal punto di vista della qualità di alimenti impiegati (utilizzo di alimenti bio, di stagione, territoriali), ma anche dell’utilizzo di stoviglie monouso e dell’applicazione del GPP nei capitolati e di quanto questi ultimi inneschino filiere “virtuose” portatrici di buone pratiche nelle mense.
Chiude la sessione Cluaudia Paltrenieri fondatrice di FoodInsider, osservatorio indipendente sulle pratiche alimentari della ristorazione scolastica con la testimonianza dell’avvocato Alesandra Bircolotti su un modello di mensa partecipata nata due anni fa a Perugia per iniziativa del Sindaco che si è preso la responsabilità di smorzare la tensione tra pubblica amministrazione e comitato genitori e riaprire il dialogo diventando una delle migliori best practice d’Italia e quinta nel Rating di Foodinsider.
Biodiversità e identità cultuale – Arezzo 2 febbraio 2019 – relazione di Barbara Nappini
gli interventi dei relatori sul canale You Tube Comitato giù le mani dalle mense Arezzo
un articolo sul sito foodinsider.it
pagina FB salviamo le mense scolastiche di Arezzo