Parteciperanno Comunità e condotte da tutta Italia per fare il punto, a un anno dal congresso, sulle nuove forme di adesione alla filosofia di Slow Food.
Incontriamoci per fare il punto.
Ufficialmente al congresso internazionale di Cheng Du, ma se ne parlava già da tempo, ci siamo interrogati sul nostro posto nel mondo dell’associazionismo, dell’ambiente, del “food” come si dice. “Food” che Cheng Du riconosce non essere più soltanto una questione di cibo buono (per tutti), ma che, a passi sempre più grandi, diventa la richiesta, a gran voce di cibo buono, pulito e giusto. Per tutti.
Diventa impegno su temi fino a quel momento laterali: l’ambiente del cibo pulito, i diritti del cibo giusto.
Slow Food, la centralità del cibo l’ha individuata da tempo ed è giunto il momento di cambiare pelle per trovare una forma che abbia un senso per tutti, in cui tutti possono riconoscersi.
Le Comunità Slow Food nascono così. In un momento di cambiamento, anche del fare politico. Qualcuno invoca la “liquidità”, ma non è questo il motivo. Il motivo vero è dare spazio a quanti vogliono far parte del mondo Slow Food, ma, per cultura e storia, non si riconoscono nella forma associativa.
Non si parla tanto di casa nostra, dove l’associazionismo, per quanto in crisi, ha una sua ragione di essere a una sua identità. Si parla di offrire al popolo di Terra Madre una forma “buona pulita e giusta per tutti”.
E, se dobbiamo condìvidre le buon pratiche, che Comunità siano, anche nei paesi dove l’associazionismo, storicamente inteso, ha ancora qualcosa da dire.
Comunità, quindi, anche dove le condotte sono forti, dove sono deboli, dove non ci sono. Non è la forma, ma il contenuto a dare struttura e forza. Il contenuto è Slow Food, i suoi principi, riassunti nel motto “buono, pulito e giusto”. Per tutti.
Le comunità stanno nascendo lentamente, affiancano le condotte, ma sopratutto si radicano sul territorio affermando sempre di più il nome e gli obiettivi dell’associazione.
“Dopo i primi mesi di lavoro, tra riflessioni, dubbi, ragionamenti e proposte, ecco che ci fermiamo e facciamo il punto sulle Comunità Slow Food. Abbiamo bisogno di guardarci intorno e vedere cosa abbiamo costruito, capire come lo abbiamo fatto e cosa si può migliorare. Abbiamo bisogno di documentare le esperienze e metterle a valore, il tutto con l’attitudine alla fiducia, la voglia di esserci e il bisogno di condividere la visione di un mondo più buono, più pulito e più giusto” dice Barbara Nappini, coordinatrice del Tavolo delle Comunità, uno strumento di cui Slow Food Toscana si è voluta dotare per essere dentro questo cambiamento, vicina a tutte le forme che l’associazione può prendere.
All”incontro delle Comunità Slow Food d’Italia è a Pontremoli, il 6 luglio prossimo organizzata da Slow Food toscana in collaborazione con la condotta Slow Food Lunigiana Apuana e le Comunità Slow food della Lunigiana, parteciperanno Comunità e condotte da tutta Italia per fare il punto, a un anno dal congresso, sulle nuove forme di adesione alla filosofia di Slow Food.
In programma una giornata di lavori e di confronto e una serata di condivisione con un tour cultural/gastronomico nei vicoli di Pontremoli.
Le Comunità Slow Food in Toscana (ma l’elenco si aggiorna ogni giorno) sono attulmente:
Comunità Slow Food gruppo vocale della Lunigiana “Acqua in bocca”
Comunita’ Slow Food per la valorizzazione delle tradizioni del territorio guidanese
Comunita’ Slow Food per la tutela della tradizione del Panigaccio storico di Podenzana
Comunita’ Slow Food per la valorizzazione del turismo sostenibile in Lunigiana
Comunità Slow Food Il giardino di Roberta per educare alla biodiversità
Comunità Slow Food per la valorizzazione dell’Olivo Minuta di Chiusi
Comunità Slow Food per la salvaguardia della filiera della farina di castagne dell’appennino tosco emiliano
Comunità Slow Food del mercato contadino del Foro Boario di Lucca
Comunità Slow food di Roccalbenga
A loro viene richiesto di individuare un obiettivo da perseguire sul territorio che affermi i principi di Slow Food e un contributo da raccogliere con le attività della Comunità da devolvere ai progetti internazionali degli Orti, dei Presidi, dei Mercati della terra.
Lei è all’orizzonte. […]
Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi.
Cammino per dieci passi e l’orizzonte si sposta di dieci passi più in là.
Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai.
A cosa serve l’utopia?
Serve proprio a questo: a camminare.
(Edoardo Galeano – Palabras andantes)