L’improvvisa scomparsa di Riccardo Marasco lascia in tutti noi un profondo vuoto. Se ne è andato un amico, una bella persona oltre che un artista, forse il più grande interprete contemporaneo del canto vernacolare fiorentino e toscano.
Riccardo non era solo questo, ma anche passione per la vita e per il mondo fatta di ricerca del bello e di critica dei costumi, irriverente ma colta, certamente mai volgare. Erede di Odoardo Spadaro, “menestrello” e stornellatore, cantautore e infaticabile ricercatore, è stato e rimane uno di quei “geni toscani” capaci di parlare della vita ridendone e facendo ridere, prendendosene gioco senza mai deriderla. Straordinario musicista virtuoso nel canto e nell’arpeggio, ha sempre giocato con seria leggerezza con le corde e con la voce, regalandoci momenti di spensieratezza e riflessione, permettendoci di affrontare la vita nel quotidiano con allegria.
Firmatario del Manifesto di Slow Folk resta memorabile per noi il suo incontro con Otello Profazio e Peppe Voltarelli al Castello dell’Acciaiolo di Scandicci in occasione di Slow Folk 2012.