Attenzione: il vino a 3 euro al bicchiere piace tantissimo!

La scorsa settimana Giancarlo Gariglio – assieme a me curatore della guida Slow Wine – ha pubblicato un post simpatico e interessante incentrato sul fatto che in certi wine bar i vini messi in mescita a 3 euro al bicchiere trovano un appeal scarsissimo (vi invito a leggere il post per intero cliccando qui).

Sapevo che quel giorno Giancarlo avrebbe pubblicato qualcosa ma ignoravo totalmente il tema; quindi ho letto con particolare curiosità quanto aveva scritto. Procedendo nella lettura ho cominciato a sorridere sempre di più, per un motivo molto semplice: proprio il giorno prima avevo incontrato velocemente i soci con cui ho aperto un piccolo bar a Bologna – si chiama Sbando, guarda qui se vuoi saperne di più – all’interno di uno storico mercato rionale che il Comune sta cercando di rivitalizzare favorendo l’apertura di nuovi banchi/box di somministrazione e socializzazione.

Io non c’entro nulla con la diretta gestione del bar (nelle mani di Francesca e Marco), mi limito a fornire “consulenza gratuita” sui vini da comperare e mettere in mescita. Ecco, il motivo della breve riunione verteva proprio su questo: la necessità di ampliare la scelta e l’approvvigionamento di vini da mettere in mescita al bicchiere a 3 euro (massimo 3,50), perché sono quelli grandemente richiesti dai clienti di Sbando.

La particolarità del nostro baretto, per nostra scelta, è quella di essere carino ma molto popolare: un box all’interno di un mercato rionale, nulla di più, dove chi passa può trovare un buon bicchiere di vino, in genere biologico/naturale e prodotto da un/a vignaiolo/a serio/a.

È molto diverso dai wine bar del centro di Bologna, dove il vino al bicchiere parte in genere da almeno 5 euro al bicchiere ma dove puoi “pasteggiare” grazie ad un ricco buffet di cibi di più o meno discutibile qualità. Da Sbando non si offre nulla, per “sfamarsi” ci sono i cicheti a 1,50 euro (con baccalà mantecato, burro e acciughe, verdure di stagione, e tutto quello che ispira la fantasia di Marco), e i vini partono da 3 euro al bicchiere per arrivare anche a 6-7, a seconda ovviamente del costo d’origine della bottiglia.

Essendo un posto popolare dove la gente viene principalmente per bere – e non per roteare autisticamente il vino nel bicchiere parlando a vanvera, da novello blogger o influencer del mondo del vino – i vini da 3 euro sono quelli che vanno per la maggiore. Oppure vengono ordinate le bottiglie, ugualmente economiche ma più spesso di costo anche piuttosto elevato, di vignaioli molto bravi e blasonati.

È stato facile assecondare questa richiesta di vini buoni dal prezzo contenuto: bastava scrutare con cura la lista dei Vini Quotidiani di Slow Wine e il gioco era fatto (in sostanza non serviva prendere come socio il sottoscritto, bastava acquistare una copia della guida… 🙂 ).

Vi elenco un po’ di etichette, di quelle che a rotazione campeggiano sulla lavagna di Sbando: iniziamo con le bollicine, con il Prosecco Colfondo di Nicos Brustolin (non esistono altre tipologie di Prosecco, e di Colfondo ne abbiamo altri, solo in bottiglia), il Lambrusco di Sorbara Falistra di Podere Il Saliceto e la Malvasia Levante di Denny Bini (Emilia); tra i bianchi ultimamente hanno trovato grandi estimatori il Vindagoti di Filippi (Veneto, in bottiglia da litro), la Malvasia di Mulino delle Tolle (Friuli), il Bianco di San Biagio Vecchio (Romagna), il Verdicchio dei Castelli di Jesi Le Piaiole di Tenuta dell’Ugolino (Marche), il Pecorino Veronica di Le Caniette (Marche), il Trebbiano d’Abruzzo di Tenuta Terraviva, il Catarratto Munir di Valdibella (Sicilia).

Tra i rossi – senza dimenticare però il Rosato di Rosa del Golfo – il Completo di Carussin (Piemonte, in bottiglia da litro), il Bardolino di Le Fraghe, il Cinciorosso di Le Cinciole (Toscana), il Rosso Bello di Le Caniette (Marche), il Montepulciano d’Abruzzo di Cirelli, il Tintilia di Vinica (Molise), il Nardò Rosso Danze della Contessa di Alessandro Bonsegna (Puglia). Mi fermo qui ma la lista potrebbe continuare per molte righe ancora.

Tutto questo per dire, in sostanza, che oggi è possibile – e per certi versi sempre più possibile – bere ottimi vini di bravi vignaioli a prezzi contenuti; ciò che fa la differenza evidentemente è la collocazione del locale e la tipologia di pubblico che lo frequenta. Quindi vanno benissimo i posti che offrono bicchieri ricercati e più costosi, ma non ci sono difficoltà se si vuole tenere un profilo più popolare senza far venire meno la qualità dei vini.

Anzi, sono convinto che questa sia la grande opportunità che offre attualmente il mondo del vino italiano. Dovremmo ringraziare tutti questi vignaioli, che ci permettono di bere i loro buoni vini senza mettere a repentaglio le nostre finanze.

Tre Euro è possibile!

 

P.S. Giancarlo in questi giorni non è in Italia, e non sa nulla di questo mio post 🙂