Arriva da Catanzaro la bella storia di Mulinum, start up calabrese il cui obiettivo è trasformare i grani antichi autoctoni. È iniziato tutto qualche mese fa quando Stefano Caccavari, studente di economia a Catanzaro, decide di acquistare l’ultimo mulino di San Severino per dare vita al progetto Mulinum: obiettivo recuperare i grani locali, quelli dimenticati. La trattativa però non va in porto e Stefano decide di lanciare un primo appello su Facebook a febbraio. La sua richiesta viene accolta da centinaia di persone, non solo in Calabria ma anche all’estero: rispondono ragazzi dagli Stati Uniti, dalla Germania, dall’Inghilterra, addirittura dalla Cina. In poco tempo, grazie al tamtam sui social, si raggiunge la cifra necessaria e a inizio maggio, finalmente, la trattativa viene conclusa. Intanto, il mulino di San Severino purtroppo è stato venduto, ma Stefano non si perde d’animo e decide di acquistare e riabilitare le vecchie macine a San Floro, vicino al golfo di Squillace (Cz). Il progetto viaggia da solo: alle macine si aggiungono i forni per preparare quel pane bruno, tipico della zona catanzarese, fatto con segale Iermano, grano rosso Rubeum, Senatore Cappelli, farro. Il tutto alimentato a energia rinnovabile.
Questo giovane studente calabrese può contare sul sostegno di agricoltori professionisti, pizzaioli e panificatori celebri nel settore, specialisti dell’Università. La sua idea ha suscitato grande interesse e in tanti sono disposti a dargli una mano.
Stefano è conosciuto nella zona per aver impedito l’anno scorso che San Floro diventasse sede di una delle più grandi discariche d’Europa. È inoltre, l’inventore degli Orti di Famiglia: affitta e coltiva terreni, i cui prodotti sono raccolti e consegnati a chi ne fa richiesta.
Stesso format quello di Mulinum: sono un centinaio gli associati che hanno deciso di rimboccarsi le maniche e dare nuova speranza all’economia calabrese. A loro disposizione un bonus per acquistare farina e prodotti da forno e sostenere così questa piccola azienda.
Per ora i numeri sono bassi, ma in agenda c’è la festa del grano di luglio per la quale si prevede un raccolto di 3.500 quintali di grani antichi, totalmente biologici.
Queste sono le storie che ci piace raccontare, quelle fatte di ragazzi, di recupero di territori e di prodotti dimenticati. E speriamo che sia di ispirazione per qualcuno. Voi conoscete storie altrettanto belle?
Gabriella Bruzzone
g.bruzzone@slowfood.it
Fonti
Food24.com 24 maggio 2016