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REPORTAGE DI FINE EVENTO

Terra Madre Lazio 12-13 Dicembre 2015

Cari amici lettori, in questo reportage vi racconterò la prima edizione del Terra Madre Lazio promossa da Slow Food Lazio, che si è tenuta presso il castello di San Martino a Priverno, cittadina al centro della valle dell’Amaseno, nel basso Lazio, le cui origini sono menzionate addirittura nell’Eneide di Virgilio.

Vi anticipo che questo reportage sarà fatto in prima persona, proprio per potervi, al meglio, trasmettere quelle emozioni che ho potuto vivere grazie a Slow Food Lazio che mi ha voluto accanto a lei.

Parto dal dato di fatto che questa due giorni è stata resa possibile grazie allo sforzo e alla volontà di Stefano Asaro, Tommaso Iacoacci, Roberta Pascali, Roberto Muzi e Patrizio Mastrocola membri e rappresentati del Comitato Esecutivo di Slow Food Lazio che hanno fortemente sentito la necessità di esporsi nell’organizzare qualcosa di così importante in così poco tempo a disposizione. E proprio l’importanza dell’evento è stata la motivazione del voler proseguire in una direzione che sembrava, ai più, apparentemente illogica.

Mi hanno sempre detto che il poco tempo non è mai l’alleato giusto per le cose fatte bene ma posso ammettere che l’epilogo finale di questa due giorni è stato del tutto diverso dalle aspettative.

Il pubblico che ha partecipato è apparso, sì sotto le aspettative, ma concorde nel considerare l’alto livello dell’evento nella specificità dei propri contenuti, ognuno dei quali, ha raccolto consensi sia nel momento di massima serietà in occasione dei due convegni, sia nel momento di assoluto coinvolgimento emotivo nella serata Slow Folk, ove il pubblico non ha lesinato applausi e fragorose risate di gioia.

Non vi nascondo che ero in fibrillazione per tutto… . Era la prima volta che conoscevo tutto lo staff del Comitato esecutivo, i presidenti delle Condotte e i produttori dei vari Presidi, senza dimenticare la partecipazione di vari esponenti del nazionale di Slow Food, dell’ARSIAL e della politica… . Insomma c’eravamo un po’ tutti.

All’inizio, devo ammettere, mi sono trovato un pesce fuor d’acqua, ma piano piano ho realizzato che ero in una grande famiglia, una famiglia allargata ok, ma sempre una famiglia che come tale concorreva per un unico obiettivo, fare bene e stare bene.

Ogni tanto venivo chiamato da persone, che dal viso erano sì famigliari ma, di cui non ricordavo nomi e cognomi. È lei, no forse mi sbaglio…, eppure sembra lei…, ma non sono sicuro! Facebook è meraviglioso quando sei protetto dietro un monitor, poi però ti mette davanti al fatto che spesso non ti ricordi delle mille persone che hai tra i contatti. Tu! Loro però ti ricordano e ti salutano come amici di vecchia data e questo se da una parte ti lascia disorientato dall’altra ti rende felice di non essere un nome su un profilo ma un volto reale che qualcuno sa perfettamente abbinare.

Poco dopo, eccoli arrivare, i miei salvatori, Simone e Gloria i video maker e Dario il fotografo e come d’incanto l’imbarazzo è scivolato via per lasciare spazio a gioia e voglia di cominciare a raccontare questa meravigliosa prima giornata di Terra Madre Lazio.

Ma ecco che comincia il convegno dal titolo Educazione al cibo – Dai progetti Slow a Sapere i Sapori    “Sapere i Sapori è un progetto realizzato con il sostegno dell’Assessorato all’Agricoltura-Regione Lazio e di ARSIAL”  –  e dopo i saluti di benvenuto di Stefano Asaro (presidente Slow Food Lazio), subito l’emozione sale, perché il Dott. Targa di ARSIAL annuncia gli esiti del progetto e la volontà a perseguire la strada intrapresa negli anni a venire. L’anfitrione, passatemi il termine, che ci guida in questa lunga cavalcata è la nostra Roberta Pascali (Segretaria Slow Food Lazio e Resp.le Educazione Reg.le) che, con una serie di disegni e video, fatti e girati nelle scuole, comincia a “istigare” gli umori del pubblico. Lo stesso che, commosso, alla fine dei quali gli tributerà un lunghissimo e caloroso applauso.

Il tutto si conclude con la foto di rito con lo staff Slow Food Lazio con Roberta Pascali, Stefano Asaro, le Insegnanti dei progetti educativi Slow Food e il Dott. Maurizio Targa dell’ARSIAL.

Finalmente arriva il momento da tutti atteso il pranzo all’insegna dei succulenti fusilli al ragù in bianco di bufalina con pesto al basilico alle mandorle e scaglie di mandorle tostate dell’Osteria Persei di Prossedi, il polpo verace e patate all’Olio Extravergine di oliva Itrana dell’Osteria Borgo Pio, la crema allo zafferano di Campo Soriano di Michela Angioia Vittori con fragola Favetta e lingua di gatto, del Bistrot Feronia, tutte fiore all’occhiello delle Osterie del territorio e Comunità del cibo e con essi, a contorno, tutti quei meravigliosi prodotti, presenti negli stand, recuperati e reimmessi sul mercato grazie al duro lavoro dei Presidi Slow Food Lazio.

Il pomeriggio, poi, vola piacevolmente tra un Laboratorio del Gusto per bambini e ragazzi e quello per mamme e papà a cui parteciperanno, nella più totale gioia collettiva, anche le donne degli stessi stand presenti, innescando una vera e propria gara a chi farà la ghirlanda natalizia più bella.

La sera si avvicina e con esso il momento tanto atteso del concerto Slow Folk “Mar da Lua” con MIMMO EPIFANI e JOSE’ BARROS, ciliegina sulla torta di una splendida giornata che merita un altrettanto trionfale finale. I due protagonisti si dimostrano da subito alla mano, simpatici e coinvolgenti. Alla nostra domanda del perché  hanno pensato di mettere in moto questo meccanismo e creato un prodotto di questo tipo loro, molto candidamente, rispondono che proprio perché non c’era nulla del genere in Italia, non c’era nulla di più urgente da fare. Che loro, come gli amici dei presidi SFL, sono il mezzo per preservare quelle antiche tradizioni popolari, un tempo trasmesse di padre in figlio oralmente o in piazza dai cantastorie, oggi a rischio estinzione, un modo per sensibilizzare la popolazione sull’esigenza del non perdere le origini della nostra Terra Madre.

Il concerto inizia e piano piani prende piede, e non solo, oserei dire anche mano, testa e cuore con un ritmo incalzante a cui il pubblico partecipa attivo, battendo il ritmo e cantando i vari pezzi come un unico grande complesso.

Con un applauso fragoroso e dopo innumerevoli bis richiesti dall’instancabile Roberta Pascali, la serata volge oramai al termine e io, purtroppo, debbo mettermi in cammino verso casa, ma non prima di avere l’ultima, sfolgorante sorpresa: Una copia con tanto di dedica da parte di Mimmo Epifani del cd “Mar da Lua”. Così stanco, felice, con la testa piena di nomi e il corpo carico di emozioni mi accingo a salutare tutti.

Cosa mi ha lasciato questa giornata? Emozioni, risate, bellezza, forza, simpatia, competenza, disponibilità, tanti nuovi amici. Difficilmente mi sono trovato a vivere tutto questo in un’unica volta, con persone sconosciute fino a quel momento o semplicemente vissute solo virtualmente.

Non vedo l’ora che sia domani!

 

Buongiorno, ha inizio la seconda giornata della prima edizione del Terra Madre Lazio.

E con essa e una bella doccia comincia la mia di giornata. Ammetto di non aver dormito molto, probabilmente a causa delle forti emozioni accumulate durante la giornata di ieri, ma nonostante ciò mi sento fresco e carico.

Anche oggi il programma è fitto di impegni, primo tra tutti il convegno della mattina dal titolo: Biodiversità, pratiche agricole e cibo locale quotidiano. Sono presenti molti nomi illustri Cinzia Scaffidi (Vice presidente Slow Food Italia), Carlo Triarico (Presidente Naz.le Associazione Agricoltura Biodinamica), Piero Riccardi (Viticoltore e giornalista) e esponenti della politica quali: Sonia Ricci (Assessore Agricoltura Regione Lazio) e l’On. Alessandra Terrosi (XIII Comm.ne Agricoltura).

Apre il convegno Tommaso Iacoacci (vicepresidente Slow Food Lazio), un po’ emozionato, ma sappiamo che anche gli addetti ai lavori lo sono e a maggior ragione quando la voce trema e qualche frase sembra pronunciata senza fiato, tutto diventa ancora più suggestivo e pieno di pathos. Moderatore, questa volta, è Stefano Asaro (presidente Slow Food Lazio) che, con una serie di domande mirate, comincia a sondare gli umori del pubblico e dei suoi invitati.

Il pubblico stamani partecipa attivo, ci sono molti interventi, anche da parte di qualche ragazzo e si avverte che la sala è attenta e partecipe più che mai. Infatti nonostante ci sia una scaletta da rispettare, intuisco da subito che tutti gli orari risulteranno sballati perché nessuno vuole allontanarsi dalla sala. Chi soprattutto mi sorprende sono gli esponenti della politica che una volta tanto non solo non risulta schiva, anzi interloquisce in maniera accorata e partecipe alle problematiche esposte. Posso solo dire: «È meraviglioso poter vedere discutere apertamente di argomenti seri e difficili come la biodiversità persone che la pensano allo stesso modo, sarà forse questo il motivo per cui una volta tanto si parla senza litigare o urlare? Un unico messaggio da far passare, un unico credo in campo, fare e fare bene per un’agricoltura Buona, Sana e Giusta».

Il convegno volge la termine e dopo la foto di rito veniamo tutti rapiti da Massimo Grossi (fiduciario della Condotta di Frascati e Terre Tuscolane) che al grido “Il pranzo è pronto, tutti a tavola” ci invita a prendere parte al banchetto a base di pacchero di gragnano con guanciale, speack di bufala, pachino e ricotta secca proposto dal ristorante Glio Montano di Priverno e di un meraviglioso cavolo capoccione di Ariccia cotto al vapore e servito semplicemente con Olio Extravergine di oliva Itrana dell’Azienda Orsini, per poi proseguire rapiti dai sapori della panzanella con alici marinate e della pizza con broccoletti e salciccia proposti dalle due Osterie di Terracina Il Granchio Bistrot e Vineria Cesare 1963. Anche in questo caso non si può che restare “non a bocca aperta, quella lavorava a ritmo serrato” stupiti e plagiati da tanta unicità e complessità, pur nel minimalismo della materia prima, di sapori. Ovviamente tutto è accompagnato dagli ottimi vini di Pietra Pinta di Cori.

Anche in questo caso, come per il giorno precedente, appagati nel palato da così tanti sapori ci siamo trasferiti nella corte centrale del Castello di San Martino per prendere parte ai Laboratori del Gusto in cui Patrizio Mastracola ha presentato il presidio della Susianella di Viterbo. Tre i produttori rappresentanti del presidio, azienda agricola Fratelli Stefanoni, Coccia Sesto e agriturismo il Casaletto, i vini in abbinamento sono stati quelli della cantina Pietra Pinta, in particolare il suo nero buono e la malvasia puntinata.

Ma poiché il cibo, come mai in questi casi, la fa da padrone ecco apparire dal portone del castello, come in ogni favola che si rispetti, il nostro principe azzurro con il suo forno (ma non era un cavallo bianco?) il ristoratore Claudio Scringella del ristorante Il Pacchero Solitario di Aprilia, dell’Alleanza Slow Food dei cuochi con i suoi fagottini con cicoria e gambero bianco su letto di fagiolina di Arsoli, Presidio Slow Food Lazio, a cui prontamente il nostro Danilo Mastracco (Fiduciario Slow Food della condotta di Terracina) risponde (in un botta e risposta, da finale di Wimbledon) con un polpo verace di Terracina, esibendosi nella cottura strepitosa del “Ju purpe se cocina dent’ all’acqua sia”.

E qui ahimè, accade l’inevitabile, si comincia a prendere coscienza che la giornata volge al termine e che è ormai ora di smontare e lasciare questa dimora incantata, che nel passare dei secoli ne ha viste molte ma adesso oggi sarà felice di aggiungere ai suoi ricordi la due giorni di Terra Madre Lazio. Un evento che, pur se alla prima edizione, ha mostrato da subito di avere le potenzialità per crescere di anno in anno.

Quindi, felice e fiducioso che l’anno prossimo ci sarete anche voi, non posso che augurarvi un Buon Natale e felice Anno Nuovo.

Alla prossima edizione di Terra Madre Lazio 2016.

Per informazioni:
Danny Pavani, responsabile ufficio stampa e comunicazione Slow Food Lazio. comunicazione@slowfoodlazio.it

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