Lunedì 2 ottobre Matteo Rugghia ci ha lasciato. Un grave lutto per la rete Slow Food del Lazio e non solo, che tanto ha fatto per la promozione della cultura del cibo “buono, pulito e giusto” nel suo territorio, la Condotta di Sora e oltre. Riportiamo di seguito il saluto di coloro che lo hanno conosciuto da vicino e con lui hanno condiviso momenti unici.
“Questa perdita lascia un vuoto enorme. Matteo rappresentava un nodo della rete importante. È stato fino all’ultimo in contatto con molti di noi. Perché è sempre stato un vero slowfoodista. Persona attenta, oltre che capace. Persona che non si è mai nascosto dietro una polemica o dietro un non detto. Non ha mai anteposto il proprio ruolo all’impegno per l’associazione. E penso che il valore di tutto questo legame per Matteo stia proprio nell’essere riferimento associativo per tanti di noi”.
“Ogni scomparsa improvvisa sconvolge la memoria di ricordi che affiorano a spezzoni,
felici e amari, lasciando in noi uno stordimento profondo. Per dare un mio contributo, in questo momento, credo sia giusto rendere onore a Matteo di aver aperto per primo (e con l’ostinazione che sapeva imporre) la via dei nostri Presìdi, portando la Marzolina alla ribalta di un popolo slow che ha saputo poi renderla grande protagonista della rete.
A lui si deve il nostro primo Presidio e ho vivo il ricordo di tante riunioni e assaggi
fatti all’Hotel Valentino di Sora, progettando sul lavoro da fare e discutendo suoi
alterni innamoramenti di un produttore o l’altro.
Spesso ci siamo trovati distanti nel modo di ‘tenere il territorio’, ma era sempre il primo
a chiamarmi o scrivermi per un nuovo volume, per un nuovo Salone, ecc.
E così facevo io, sapendo che il suo termometro locale era sempre acceso.
Uno del nostro gruppo di pionieri, uno degli arcigolosi, per costruire la storia che oggi
si chiama Slow Food”.
Stefano Asaro, consigliere nazionale Slow Food Italia
“Matteo, Tessera Socio Slow Food n. 181: dice tutto, non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro. Un Slowfoodista dalle origini, sempre fedele alla Mission associativa, sempre in prima linea per promuovere le Idee di Carlin Petrini.
Il suo carattere, solo apparentemente burbero, faceva di lui un Uomo sincero, schietto, senza ipocrisie; “non ha mai anteposto il suo ruolo all’impegno per l’Associazione”. Competente e disponibile ha creato una sincera rete di intelligenza affettiva nel corso di tutti gli anni di impegno associativo.
La prima volta lo vidi negli Anni Novanta a Roma, alla Manifestazione Superwhites, che gli è sempre rimasta nel cuore: era un Personaggio e, da semplice volontaria, lo ammiravo mentre sapeva intrattenere con passione i degustatori di importanti vini ed anche di prodotti friulani: era l’epoca in cui Slow Food ha fatto scuola di degustazioni a tutti.
L’ultima volta l’ho visto a Riardo, il 25 settembre, sempre Personaggio: era felice perché al suo fianco aveva l’Amico e Conterraneo, Salvatore Tassa, che ha intrattenuto la platea disegnando il suo ideale di Osteria, lo stesso di Matteo”.
Paola Rocchi Soffici, presidente Slow Food Lazio