Si è spento oggi, martedì 19 luglio, Alberto Valentini, produttore agricolo e presidente di Slow Food Viterbo e Tuscia. 67 anni, titolare dell’azienda agrituristica a Tuscania che porta il suo nome, dove era coadiuvato dalla moglie Edda e dai figli Marco e Lorenzo, è stato nella Tuscia un pioniere dell’agricoltura biologica e sperimentatore di tecniche agronomiche che lo hanno portato a collaborare con prestigiose Università italiane, tra cui quella della Tuscia, e a essere apprezzato ben oltre i confini regionali per le qualità dei suoi prodotti e per le attività di agricoltura sociale. Noto anche nel mondo Slow Food, dove da oltre dieci anni era impegnato in prima linea fino a essere nominato Fiduciario della Condotta di Viterbo.
“Nelle ultime settimane, – dicono i membri del Comitato di Condotta – nonostante gli effetti della malattia lo avessero indebolito così come ha fatto sempre era impegnato su più fronti: il rilancio del Presìdio Slow Food della Susianella, l’organizzazione della Scuola Contadina realizzata insieme alla Caritas, la partecipazione di Slow Food al Salone regionale Enogastronomico ‘Assaggi’ della Camera di Commercio Rieti-Viterbo, l’organizzazione di un evento con tutti i produttori biologici locali, lo Slow Food Village. Inoltre stava impostando un nuovo progetto sui grani antichi, tema a cui da anni dedicava tantissima attenzione”.
“E’ per tutta la grande famiglia di Slow Food – dichiara Luigi Pagliaro, presidente di Slow Food Lazio – un grande dolore per una persona e compagno di tante iniziative e progettualità nella Tuscia e nel Lazio del cibo buono, pulito e giusto rispetto alle quali si faceva instancabile promotore. Ci lascia una preziosa eredità come uomo, come produttore e come attivista Slow Food che rimarrà impressa nella memoria di quanti hanno avuto il privilegio di conoscerlo, e non solo: il sorriso rassicurante nei momenti più bui, la saggezza nel trovare soluzioni anche laddove non sembrava ce ne fossero, la pazienza e determinazione nel portare avanti anche le sfide più impegnative, la capacità di guardare oltre precorrendo i tempi, la dedizione nel coinvolgere e ascoltare tutti. Riposa in pace, caro Alberto. Alla famiglia, agli amici più cari e ai volontari della Condotta di Viterbo le condoglianze di tutta la comunità regionale e nazionale di Slow Food”.
La cerimonia funebre si terrà giovedì 21 luglio, alle ore 10, nella basilica della Madonna della Quercia, Viterbo (loc. La Quercia).
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“Alberto l’ho conosciuto tanti anni fa, quando ero un giovane studente di agraria a Viterbo. Siamo rimasti in contatto da allora.
L’ho sempre considerato una persona capace, interessante, motivata, molto pacato e bravo nel fare gruppo.
Un Gentleman direbbero adesso, io invece preferisco dire una persona di cuore.
Alberto ci mancherai”.
Federico Porro, referente Slow Grains per Slow Food Lazio
L’ultimo saluto ad Alberto Valentini alla cerimonia funebre
Ciao Alberto,
eravamo certi che anche questa volta,
effettuato l’ennesimo “tagliando” in ospedale,
come scherzosamente dicevi tu,
tempo qualche giorno e saresti tornato a occuparti dell’azienda, della tua famiglia, di Slow Food.
Così era andata altre volte
e noi tutti ci contavamo,
anzi lo davamo per scontato perché,
anche se minimizzavi i tuoi dolori
che talvolta si percepiva fossero atroci,
tu c’eri sempre:
con il tuo sorriso,
con le tue parole,
con la tua presenza.
Per questo non riesco a rassegnarmi alla tua assenza,
a questo distacco irreversibile,
al vuoto profondo che lasci,
all’idea che non sentirò più la tua voce al telefono…
Anche chi ti conosceva poco ti descrive come
una persona buona,
una persona gentile,
una persona umile.
Valori d’altri tempi,
ma che proprio per questo distintivi
del tuo essere una persona speciale:
una “persona di cuore”, come qualcuno ha scritto.
La tua passione per la terra,
di cui riconoscevi la sacralità,
ti aveva spinto a compiere scelte coraggiose
nell’azienda agrituristica di Tuscania che porta il tuo nome,
ed eri universalmente riconosciuto come uno dei pionieri dell’agricoltura biologica nella Tuscia con risultati eccellenti,
come dimostrano i tuoi prodotti apprezzati anche oltre i confini nazionali e di cui andavi particolarmente fiero.
Il tuo spirito innovativo, mai domo,
ti aveva portato a trasformare i tuoi campi
in un laboratorio a cielo aperto,
dove le più importanti Università italiane e organismi istituzionali facevano a gara per coinvolgerti in ricerche e progetti sperimentali o a inviare studenti e ricercatori per visite didattiche e stage.
Recentemente mi parlavi di un progetto per rilanciare la produzione dei grani antichi, tua grande passione,
facendo rete con altri produttori della Tuscia e d’Italia.
E sì, perché tu sei stato un paziente tessitore di relazioni,
un ostinato cooperante,
che si è gettato con entusiasmo e instancabilmente in ogni iniziativa che potesse valorizzare il lavoro dei piccoli produttori agricoli, e tutelare la biodiversità vegetale, animale e anche quella umana.
Per questo avevi aderito con entusiasmo, insieme ad altre aziende agricole, al progetto di agricoltura sociale Solcare che per la sua originalità era stato premiato a livello nazionale e di cui eri un fervido sostenitore.
Così come ti sei sempre battuto, riuscendoci, a realizzare un mercato dei produttori biologici a Viterbo.
E poi l’incontro con Slow Food, una decina di anni fa,
sembra passato un secolo…
dove fin da subito ti eri messo a disposizione divenendo dapprima uno dei pilastri della Condotta di Viterbo per poi esserne nominato presidente.
Sarebbe troppo lungo fare l’elenco delle tantissime cose fatte insieme, ma vengono i brividi a pensare che fino a qualche settimana fa stavamo lavorando insieme sul rilancio del Presìdio della Susianella, sull’organizzazione della Scuola Contadina insieme alla Caritas, sulla partecipazione al Salone regionale Enogastronomico ‘Assaggi’ della Camera di Commercio, sull’organizzazione di un evento con tutti i produttori biologici locali, sullo Slow Food Village.
Non è stato sempre facile…
Più volte per confortami di fronte a una delusione
o a un’arrabbiatura mi dicevi: “Ma lascia perdere…”.
Era la tua strategia vincente
per superare le criticità dando il giusto peso alle cose
e non distogliere l’attenzione dalle priorità.
Caro Alberto sei stato un maestro di vita,
un amico fraterno e leale,
un compagno di viaggio straordinario.
Non dimenticherò il tuo sorriso rassicurante nei momenti più bui, la saggezza nel trovare soluzioni anche laddove non sembrava ce ne fossero,
la pazienza e determinazione nel portare avanti anche le sfide più impegnative,
la capacità di guardare oltre precorrendo i tempi,
la dedizione nel coinvolgere e ascoltare tutti.
Un dono speciale, per me e per i tanti che hanno avuto la fortuna di incontrarti e nei quali hai lasciato un segno indelebile.
Un seme che spero ciascuno sappia cogliere dentro di sé e diffondere per promuovere un mondo più buono, pulito e giusto in cui tu credevi fermamente.
E questo sarebbe il più grande regalo che noi potremmo fare a noi stessi e a Edda, Marco e Lorenzo.
Loro sono la tua famiglia,
la nostra famiglia,
intorno ai quali ci stringiamo non solo in questo momento
ma anche nei giorni che verranno,
perché forse non saranno facili, ma contano0 su di noi.
Anche se sono certo che nei momenti più incerti troverai comunque il modo di essere loro vicino.
Ora riposa in pace caro Alberto.
Il tuo riposo, dopo un’esistenza vissuta con tanta intensità e aver investito bene i tuoi talenti, è più che meritato.
Ma da lassù guidaci sempre.
Ti voglio bene.
Luigi Pagliaro, Presidente di Slow Food Lazio