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“C’era una volta Riccardo, uno dei capostipiti di Slow Food Campania”

Qualche giorno fa è venuto a mancare Riccardo D’ Ambra, di Ischia, papà di Silvia e uno dei capostipiti di Slow Food Campania, vera  espressione di ” Slow Food è chi Slow Food fa”.  Andrea Cortese di Slow Food Lazio, amico di Riccardo e assiduo frequentatore dell’isola di Ischia, ci racconta di lui a beneficio anche di chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo.
Un abbraccio alla sua famiglia e alla comunità tutta di Slow Food Campania 
Tommaso Iacovacci,
(Referente per Slow Food Lazio del progetto Isole Slow)
Riccardo era un uomo devoto a San Francesco e recentemente avevo avuto l’occasione di favorire un collegamento tra lui ed Ellide la taverniera dell’Osteria Nonna Gilda di Greccio che lo scorso Natale lo aveva chiamato e salutato dal santuario francescano di Greccio sede del famoso presepe.
A Riccardo era piaciuto molto, mi aveva raccontato di essere stato in Terrasanta da giovane e di essere molto legato al culto di San Francesco con il suo messaggio di pace, di amore per la Natura e le cose semplici, la frugalità e le cose essenziali cui dedicare l’esistenza.
Senza alcun dubbio lui aveva dedicato alla sua famiglia e all’amore per la sua terra, l’isola d’Ischia, ogni energia e come in un campo ben coltivato ne aveva raccolto i frutti diventando il patriarca di una grande famiglia che gestisce la trattoria Il Focolare, vera culla dell’accoglienza, del calore e della competenza in quella attività semplice ed insieme ricchissima che è preparare da mangiare e servirlo facendoti sentire non cliente ma ospite della sua famiglia.
Nel nostro ultimo incontro ad Ischia in una famosa pasticceria di Ischia Porto descriveva con il suo leggendario e coinvolgente torrente di parole che nella cucina di terra, pur partendo da ingredienti semplici e spesso poveri, raccolti nei campi o nei boschi dalla sua esperta figlia Silvia, c’è la saggezza antica, l’arte di “far di necessità..virtù”: ecco allora che l’intelligenza meridionale diventava arte e improvvisazione e che dall’orto e dal campo, dal bosco o dalle fosse vulcaniche l’isolano trae mille combinazioni culinarie che con ingredienti originali, pazienza e talento si trasformano in prelibatezze diventate famose in tutto il mondo grazie alla frequentazione del Focolare da parte di persone di tutti i paesi.
Cucina di terra e coniglio all’ischitana sono generalità riportate sulla carta d’identità di Riccardo che apparteneva alla notissima famiglia D’Ambra, produttrice da secoli di vino sulle pendici vulcaniche di Ischia: per questo forse era diventato un vulcano di idee, iniziative e passioni che lo hanno reso un riferimento sicuro, competente e generoso nel settore gastronomico, nell’accoglienza e nella tutela dei saperi e dei sapori contadini.
Con infinita umiltà e umanità aveva realizzato dei brevi filmati per incoraggiare le persone in questo periodo difficile e me li aveva mandati qualche giorno fa (clicca qui per visionarli: https://slowfoodischiaeprocida.wordpress.com/) era un uomo gentile e benché circondato e appagato dalla sua grande e bella famiglia sentiva il bisogno di dedicare tempo ed energia ad altri che magari erano soli e disperati..chissà quante storie ha raccontato nella sua vita intensa e come un prestigiatore che tira fuori un coniglio dal cappello anche le sue storie finivano sempre a parlare del coniglio all’ischitana, il suo argomento preferito.
Nello stesso giorno, appena dopo Pasqua, la comunità di Slow Food perde due grandi narratori, Luis Sepulveda e Riccardo D’Ambra, perone speciali, amanti della pace e dell’umanità, grandi narratori..diversi naturalmente ma appassionati della vita e dalla stessa parte, dei più deboli, dei contadini, della Madre Terra.
Addio Riccardo o meglio.. c’era una volta Riccardo …ora sei tu la bella storia da raccontare.
Andrea Cortese
(Membro del comitato esecutivo regionale)