Abbiamo buttato circa la metà dei famosi 80 euro d’integrazione allo stipendio. Lo rivela il sondaggio di Waste Watcher, Osservatorio nazionale sugli sprechi istituito dal ministero dell’Ambiente e avviato da Last Minute Market con la società di ricerche Swg: se è vero che l’80% delle persone cerca di non gettare via nulla di ciò che compra, è purtroppo altrettanto vero che la percezione dell’impatto che gli sprechi hanno sull’ambiente è praticamente nulla. Oltre la metà degli intervistati infatti pensa che in fondo sia solo un effetto secondario. E invece il sondaggio rivela perdiamo 3,5 miliardi di euro buttando via cibo perfettamente edibile. E a fronte delle milioni di persone che ancora muoiono di fame non dovremmo fare altro che vergognarci.
Se è vero che spesso chiamiamo in causa istituzioni e politica, forse è arrivato il momento che tutti noi ci poniamo il problema, a partire dalle nostre scelte di consumo e dal nostro frigorifero. Non sapete da dove iniziare? Un bell’esempio arriva dalla Germania (ce ne ha parlato Pif nell’ultima puntata del Testimone), dove a Berlino, un ragazzo di nome Raphael Fellmer, classe ’83, da quattro anni vive senza soldi, recuperando materiali che altre persone buttano via. E fin qui vi sembreranno solo stranezze teutoniche. Ma quel che ci interessa raccontarvi è che Raphael ha messo su un sistema geniale per il recupero degli sprechi alimentari direttamente nei supermercati. Grazie alla collaborazione gratuita di programmatori, consulenti ed esperti del web, Fellmer è riuscito ad approdare sulla rete, usando la piattaforma lebensmittelretten.de per ampliare ed esportare il proprio modo di vivere: la definizione è quella di un vero social network basato sul salvataggio di cibo, dove le persone interessate possono organizzare incontri e recuperare prodotti che negozi biologici e attività commerciali regalano all’onlus di Raphael, pur di non gettarli nel cassonetto. L’effetto è immediato: con il lancio dell’app e del social network il caso Fellmer finisce sotto i riflettori – in Germania e non solo – diventando emblematico.
Sono 4625, al momento, le persone che fanno parte del network di lebensmittelretten, ma i sostenitori effettivi sono molti di più.
«Quattro volte la settimana vado con lo zaino a ispezionare i container della spazzatura, in particolare dei supermercati biologici», spiega Fellmer, «tutto ciò che si vende nei supermercati finisce nella spazzatura: cosmetici, saponi, cioccolato… Per menzionare prodotti che un non si aspetta di trovare. Ovviamente, poi, moltissima frutta e verdura e latticini che si possono ancora consumare. Vi assicuro che trovo molto più di quello che posso portare con lo zaino e porto con me più di quello che realmente ci serve. Il resto lo regalo a vicini, amici, persone che hanno bisogno. L’idea è far vedere che non solo si butta una mela ogni tanto, ma che tutto finisce nella spazzatura» ha raccontato Raphael a Pif.
E non pensate che Raphael sia un eremita: vive con una moglie e un figlio, in un normale appartamento (senza pagare l’affitto perché ospite di chi sostiene il suo progetto) dove naturalmente ha un potentissimo accesso a internet. Sicuramente sembra una persona felice.
A questo link potete vedere la puntata del Testimone che racconta la storia di Raphael e di tante altre persone che hanno scelto di vivere una vita senza sprechi.
A cura di Michela Marchi e Maria Ciaramella
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m.ciaramella@slowfood.it