230.000 ettari incastonati tra il mare della Toscana e la pianura dell’Emilia. Una distesa circonferenziale che conserva gelosamente al suo interno quasi il 70% della biodiversità italiana, unita ad un intreccio di storia, tradizioni e valori che costituiscono una maglia culturale invidiabile. L’Appennino Tosco-Emiliano è tutto questo.
Nel 2015 il territorio è entrato a pieno titolo nella Rete delle Riserve “Uomo e Biosfera” UNESCO, o MaB (che sta per “Man and Biosphere”, appunto), un programma intergovernativo che mira a creare una base scientifica per il miglioramento del rapporto tra popolazioni e il loro ambiente. La decisione è stata comunicata nel giugno dello stesso anno durante i lavori del Consiglio Internazionale di coordinamento dell’UNESCO a Parigi.
La riserva è stata istituita per tutelare un luogo importante quale punto focale della frontiera climatica euro-mediterranea. Questa caratteristica ha determinato, insieme all’eredità geologica e ad altri fattori, l’impostarsi di un complesso mosaico ecologico, a sua volta base dell’evoluzione del paesaggio. Brughiere a mirtilli si alternano a boschi di faggio e di quercia; rimboschimenti di conifere lasciano spazio a castagneti e torbiere, andando a costituire, insieme a tante altre specie, una vegetazione e una flora altamente diversificate e preziose. La grande ricchezza ambientale consente a moltissime specie animali come lupi, aquile, mufloni e cinghiali di trovare le condizioni adeguate per vivere e riprodursi.
L’area interessa 38 Comuni, appartenenti a cinque Province e due Regioni, la Toscana e l’Emilia-Romagna, rappresentativa già di per sé di diversità e di grandi valori culturali e umani. Questa diversificazione territoriale e culturale dalle radici profonde non poteva che riflettersi anche sulla tavola, dando vita ad un’identità gastronomica condivisa che vanta ben 64 prodotti classificati come DOP, IGP e Tradizionali.
“Per il Parco Nazionale e per tutto il territorio dell’Appennino Tosco-Emiliano l’appartenenza alla Rete MaB rappresenta un punto d’arrivo e un successo. Si accresce così il valore del lavoro e dell’intelligenza di più generazioni, dei nostri genitori, dei nostri nonni e delle persone che investono il proprio impegno per l’Appennino. MaB è un inizio per dare ai bambini e ai ragazzi l’orgoglio di appartenenza alla nostra terra, insieme con il supporto e le conoscenze necessarie per progredire sulla via dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile, con la responsabilità e la volontà di collaborare tra di loro e con tutta la gente e i territori della Rete UNESCO e di tutto il pianeta’’. Queste sono state le parole di Fausto Giovannelli, Presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, durante il suo intervento al Consiglio UNESCO di Parigi. La risposta della popolazione interessata non è tardata ad arrivare.
All’interno della riserva si sono costituiti gruppi di volontari che operano su differenti progetti volti a preservare la biodiversità animale, delle foreste, delle coltivazioni o produzioni tradizionali, e volte al supporto di un turismo in armonia con la natura. Uno di questi gruppi è il MATE (MaB Appennino Tosco-Emiliano), composto dagli abitanti della riserva della biosfera e gestito dal Gruppo Giovani della Riserva.
Il Gruppo Giovani è nato nel settembre 2017 durante il primo Forum Mondiale dei Giovani MaB UNESCO tenutosi presso il Parco Delta del Po. Si propone di dare vita a iniziative accattivanti, con l’obiettivo di coinvolgere e sensibilizzare il pubblico, giovane e non, sull’importanza della tutela delle produzioni tipiche, della biodiversità e del turismo sostenibile. Le linee guida fondamentali della riserva sono molto vicine allo spirito e agli intenti seguiti da tempo da Slow Food: tutelare l’ambiente, valorizzare colture e prodotti tradizionali ottenuti nel rispetto dell’ecosistema, preservare la flora e la fauna autoctone con particolare attenzione alle specie fragili e a rischio.
Massimiliano Lazzari
Slow Food Youth Network Emilia-Romagna