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L’EMILIA ROMAGNA NELLE GUIDE SLOW FOOD 2017

Slow Wine presenta l’Emilia Romagna del vino 

slow-wine-piccolaEcco tutti i riconoscimenti dell’edizione 2017
Sono sette le Chiocciole conquistate dall’Emilia Romagna presenti nella nuova edizione di Slow Wine. Storie di vita, vigne, vini in Italia, la guida pubblicata da Slow Food Editore. Divisa tra le grandi produzioni cooperative e le piccole realtà di vignaioli artigianali, la regione riconferma la complessità e varietà delle sue produzioni e dei suoi territori, e si pone un nuovo obiettivo: diventare una delle più importanti produttrici italiane di vini passiti. Intanto, sono in crescita le aziende giovani che si avvicinano alle tecniche antiche di fermentazione in bottiglia e riscoprono la coltivazione dei vitigni autoctoni. Tra le novità, la leggerezza rinnovata del Romagna Sangiovese e la forte personalità del vitigno albana.

Slow Wine è un manuale imperdibile per esperti ed estimatori del mondo del vino, un vero e proprio faro nell’enologia moderna. Numerose le novità che animano la nuova edizione: «La più rilevante riguarda l’assegnazione dei due principali riconoscimenti della guida, ovvero le Chiocciole e i Vini Slow. Una delle condizioni per ottenerli è, infatti, l’abbandono dei diserbanti chimici in vigna: abbiamo pensato che fosse arrivato il momento di mettere paletti ancora più restrittivi per tutelare maggiormente il territorio e chi ci lavora», raccontano Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni, curatori della guida. I confini rappresentano invece la seconda novità: «abbiamo aperto le pagine alle cantine slovene, separate dal continuum friulano solo dal corso della storia». Ultimi ma non meno importanti, sono annoverati in guida anche i 100 locali in cui bere Slow, per sensibilizzare al consumo intelligente in enoteca e al ristorante.

Ecco tutti i riconoscimenti ottenuti dalle cantine emiliano-romagnole:

7 Chiocciole
Gradizzolo-Ognibene – Monteveglio (Bo)
Villa Papiano – Modigliana (Fc)
Villa Venti – Roncofreddo (Fc)
Vittorio Graziano – Castelvetro (Mo)
Camillo Donati – Felino (Pr)
Paolo Francesconi – Faenza (Ra)
Vigne dei Boschi – Brisighella (Ra)

8 Bottiglie
Fattoria Alessandro Nicolucci – Predappio (Fc)
Giovanna Madonia – Bertinoro (Fc)
Cantina della Volta – Bomporto (Mo)
Cleto Chiarli – Castelvetro (Mo)
Fattoria Moretto – Castelvetro (Mo)
Gianfranco Paltrinieri – Bomporto (Mo)
La Tosa – Vigolzone (Pc)
Lusenti – Ziano Piacentino (Pc)

8 Monete
Al di Là del Fiume – Marzabotto (Bo)
Alessandro Fedrizzi – Zola Predosa (Bo)
Fattoria Monticino Rosso – Imola (Bo)
Orsi – Vigneto San Vito – Monteveglio (Bo)
Marta Valpiani – Castrocaro Terme (Fc)
Podere Il Saliceto – Campogalliano (Mo)
Crocizia – Langhirano (Pr)
Denny Bini-Podere Cipolla – Reggio Emilia

Slow Wine. Storie di vita, vigne, vini in Italia
Curatori: Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni
Pagine: 1120 Prezzo: € 24
Collana: Guide Slow

I numeri
1.943 cantine
193 Chiocciole
169 Bottiglie
118 Monete
24.000 vini degustati
265 Vini Slow
157 Grandi Vini
238 Vini Quotidiani
502 cantine che offrono la possibilità di ospitalità e ristoro

La guida è presentata sabato 15 ottobre alle 10.30 al Nuovo Teatro Verdi di Montecatini Terme durante la conferenza Il futuro del mercato internazionale del vino. Stati Uniti, Francia ed Estremo Oriente raccontati dai grandi buyer.

 

Osterie d’Italia 2017, tante novità

chiocciolatiLe Osterie Chiocciolate dell’Emilia Romagna

Bologna BO Osteria Bottega
Bologna BO Trattoria di Via Serra
Bomporto MO La Lanterna di Diogene
Busseto PR Campanini
Calestano PR Locanda Mariella
Faenza RA La Baita
Finale Emilia MO Entrà
Galeata FC La Campanara
Gazzola PC Antica Locanda del Falco
Imola BO Osteria del Vicolo Nuovo da Rosa e Ambra
Monticelli d´Ongina PC Antica Trattoria Cattivelli
Nonantola MO Osteria di Rubbiara
Parma PR Ai Due Platani
Parma PR Antichi Sapori
Podenzano PC Ostreria Pavesi
Sogliano al Rubicone FC Da Ottavio
Valsamoggia BO Amerigo dal 1934
Valsamoggia BO Trattoria del Borgo

 

«Ritrovare l’osteria come luogo in cui si sta bene»: si è aperta con le parole del curatore Eugenio Signoroni la presentazione di Osterie d’Italia 2017 alla Reggia di Venaria. Parole dirette e semplici, come la nuova strada che quest’anno ha imboccato la guida: «Abbiamo deciso di puntare sulla riscoperta dei locali autentici e, soprattutto, sull’accoglienza e l’ospitalità, il vero segno di riconoscimento che contraddistingue gli indirizzi presenti in Osterie d’Italia». Con questa nuova edizione desideriamo rimanere il più fedeli possibile al concetto di osteria. Per questo abbiamo scelto di ridurre notevolmente le pagine della guida e raccontare, invece, tutti quei locali che racchiudono in sé l’idea tradizionale: luoghi informali, semplici, accoglienti e la cui cucina si rifà alla tradizione». Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni, curatori della guida, commentano così l’edizione numero 27 di Osterie d’Italia. «Per raggiungere questo risultato è stato fondamentale, come sempre, il supporto degli oltre 300 collaboratori sul territorio, che segnalano i locali più caratteristici e autentici». Un volume tutto nuovo che si interroga sul lessico dell’osteria e cerca di individuare quelle che aderiscono maggiormente alla definizione canonica.

osterie-d-italia-2017 «Quello che proponete nei vostri ristoranti e nelle vostre osterie è quel tipo di cibo che Slow Food vuole nella ristorazione – ha affermato il Presidente di Slow Food Italia Gaetano Pascale –. Il cibo è un diritto e per questo deve rispettare la qualità ed essere venduto al giusto prezzo, per essere accessibile a tutti. Voi osti rappresentate un’avanguardia e un’opportunità per la ristorazione del nostro Paese, e per questo vi chiediamo di farvi portavoce di nuove modalità di distribuzione del cibo». Sulla stessa linea il messaggio di Carlo Petrini: «Il futuro è l’alleanza tra ristoratori, mondo contadino e cittadini. E sono proprio le relazioni che Osterie d’Italia riesce a creare che distinguono “la gialla” dal resto delle pubblicazioni presenti. Relazioni tra gli osti, relazioni tra i produttori e i cuochi, e soprattutto, relazioni tra clienti e ristoratori».

Concludendo, i curatori ribadiscono come sia «interessante pensare alla guida come un sistema, una sorta di Terra Madre delle osterie: non più una guida gourmet, ma uno strumento in grado di creare sinergie tra produttori e clienti, un mezzo per scambiare conoscenze tra i diversi attori della comunità del cibo».

Sono 153 le novità recensite in questa edizione, di cui la maggior parte con un menù che non supera i 35 euro: «Abbiamo scelto di non inserire i ristoranti che per costi, spirito e proposte in carta non rappresentano il concetto tradizionale di osteria, togliendo la storica sezione Oltre alle osterie. Abbiamo comunque mantenuto alcuni locali storici che propongono menù completi sopra i 35 euro, ma che continuano a essere vere e proprie osterie d’altri tempi» proseguono i due curatori. La guida è stata alleggerita anche dagli Inserti regionali: sono rimasti solo quelli che raccontano la cultura del cibo e le modalità di preparazione legate al territorio e alla tradizione, come i cibi di strada siciliani, gli arrosticini abruzzesi, il morzello di Catanzaro, i trippai di Firenze e le malghe del Trentino Alto Adige.

L’attenzione al prezzo è rappresentata anche dal bollino con un euro e una freccia, il nuovo simbolo che semplifica la consultazione della guida, segnalando così i locali più costosi, aprendosi a tutte le tasche e mantenendo un occhio attento alla qualità. La ricerca è agevolata anche dai tre indici organizzati per prezzo, luogo geografico e ordine alfabetico dei locali. Rinnovate anche le schede di presentazione delle osterie: divise in due sezioni, raccontano da una parte la storia del locale e dall’altra quella dei suoi piatti. Osterie d’Italia diventa così una guida interattiva con elementi digitali, come i simboli, gli indici e le schede, che facilitano gli avventori nella lettura. Invariati invece i simboli storici della guida: laChiave, assegnata alle osterie che offrono ospitalità per la notte; la Chiocciola, per i locali con un’atmosfera in perfetto stile Slow Food; il Formaggio, che indica le osterie che propongono una selezione di prodotti caseari; infine la Bottiglia, che si riferisce alle proposte eccellenti della cantina. Segnalate anche le osterie con un’accessibilità agevolata per i disabili, i locali gluten free e quelli con l’orto. In evidenza anche gli chef che aderiscono al progetto dell’Alleanza Slow Food dei cuochi.

 

Osterie d’Italia 2017, Sussidiario del mangiarbere all’italiana

I numeri

1570 Locali segnalati

263 Chiocciole

199 Locali del Buon Formaggio

375 Locali celebri per i vini

479 Locali con orto di proprietà

428 Locali con menù vegetariano

277 Locali con alloggio

153 Nuove segnalazioni rispetto all’edizione 2016

340 Collaboratori

L’appuntamento con l’applicazione per i sistemi Android e iOs è per la fine di ottobre.