Come hanno cambiato il nostro rapporto con il cibo e il nostro immaginario gastronomico questi due anni in assenza obbligata di ristoranti, costretti ogni giorno a guardare in faccia il nostro forno e nel profondo dei nostri frigoriferi? Almeno in un’occasione ci siamo sentiti in dovere di pensare al futuro del nostro cibo, dal riorganizzare il modo di fare la nostra spesa alla scelta di prodotti migliori. Per preparare da noi il nostro cibo ci siamo accorti di doverci capire e magari anche studiare qualcosa in più del passato. A conti fatti ecco cosa è successo: ci siamo interrogati sugli ingredienti, da dove arrivano, chi li produce per noi; sulle ricette e sulle amicizie che ci potessero garantire uno scambio proficuo; sui metodi di cottura, sulla sapienza che abbiamo perduto strada facendo e che vorremmo recuperare, sulla qualità al posto della quantità.
E cuochi e produttori?
Anche loro hanno affrontato gli stessi quesiti?
Glielo facciamo raccontare e ovviamente scopriamo
come guardare già oltre.
