Selvaggina del territorio abbattuta in selezione con il certificato di salubrità e identità rilasciato da un macello locale autorizzato. E’ l’ingrediente fondamentale della Festa Selvaggia, non certo una sagra qualsiasi. Il progetto fa parte del lavoro impostato all’interno degli Stati generali degli Appennini. Nel territorio dell’Alto forlivese, dove si svolgerà la Festa Selvaggia questo week end, è partito il progetto Oltreterra ideato dalla locale Condotta, che a sua volta ha attivato tre progetti specifici per valorizzare le zone montane: il primo è quello delle mense scolastiche agricole, che è già a buon punto e partirà a brevissimo, il secondo è Festasaggia, che è già partito lo scorso anno (e quindi ogni iniziativa locale che rientra nel disciplinare definito di comune accordo tra Condotte locali e Slow Food Emilia Romagna e Slow Food Toscana, ha formato le locali pro loco a organizzare sagre che puntino sulla qualità del cibo locale e sull’utilizzo di stoviglie e materiali compostabili); il terzo progetto è quello della gestione economica forestale, del quale si discuterà nel prossimo convegno del 4-6 novembre a Bagno di Romagna e di cui la Festa Selvaggia può essere considerata un tassello.
Intanto questo week end sarà possibile assaggiare i piatti di cacciagione di sette ristoranti del territorio rifornitisi di materia prima appunto con questo sistema completamente tracciato.